La vita dell’artista non è facile e, ancora più difficile, se si è giovani pressoché, se non del tutto, sconosciuti. Questa è una triste condizione con cui tutti gli artisti agli inizi hanno avuto a che fare. Anche Michelangelo. Come risolvere quindi il problema di tenere insieme un’aulica passione, un evidente talento e il mettere insieme il pranzo con la cena? Beh, diventando falsario ovviamente!
Gli esordi di Michelangelo come falsario
E quindi anche il toscano Michelangelo Buonarroti, sommo scultore, esimio architetto, magnifico pittore e poeta, per sbarcare il lunario, si dedicò in anni giovanili, all’affascinante, anche se illecita, pratica della falsificazione. Ma quando in ballo c’è la sopravvivenza e la fama è ancora molto lontana, come dargli torto?
Ragion per cui Michelangelo iniziò a copiare dipinti di artisti a lui contemporanei tanto da riuscire anche ad ingannare il suo maestro Domenico Ghirlandaio. Ma la più famosa opera del falsario Buonarroti è sicuramente il “Cupido dormiente”, oggi scomparso, che Michelangelo realizzò intorno al 1496.
Il Cupido dormiente
La storia del Cupido dormiente, come tutte le storie di falsi d’arte è suggestiva e ricca di colpi di scena. Fu fatta da Michelangelo su commissione di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici cugino del Magnifico. Da qui la leggenda narra che su suggerimento dello stesso Lorenzo e forse (ma non è detto) all’insaputa di Michelangelo, si decise di sotterrare il Cupido in modo da creargli una patina di reperto archeologico. Pronto per essere rivenduto al mercato delle opere d’arte antica a Roma.


Prima testimonianza della bellezza dell’opera e primi dubbi vengono avanzati da Antonio Maria Pico della Mirándola in una lettera, datata 27 giugno 1496, alla marchesa di Mantova Isabella d’Este. «Un Cupido che giace e dorme posato su una mano: è integro ed è lungo circa 4 spanne, ed è bellissimo; c’è chi lo ritiene antico e chi moderno; comunque sia, è ritenuto ed è perfettissimo.»
L’inganno
Comunque, detto fatto, con la complicità del mercante d’arte Baldassarre Del Milanese, il Cupido viene inserito nel mercato d’arte romano. Incauto acquirente e vittima dell’inganno, il cardinale di San Giorgio Raffaele Riario, grande collezionista del tempo. Baldassarre lo convince ad acquistare l’opera per duecento ducati. Michelangelo per l’esecuzione ne aveva ricevuti trenta.
Forse complice la lettera di Pico della Mirandola, o forse le sempre più insistenti voci circolanti sul fruttuoso inganno, fatto sta che la storia arriva alle orecchie del cardinale. L’uomo di Chiesa a quel punto spedisce a Firenze un suo intermediario, Jacopo Galli, per chiarire l’intera imbarazzante questione.
La fama
Galli, con una scusa, intercetta Michelangelo e si fa confessare la truffa d’arte. Il cardinale, a quel punto, vuole conoscere personalmente il giovane falsario Michelangelo che, arrivato a Roma, confermò di essere l’autore della scultura. Il cardinale ovviamente andò su tutte le furie, ma poco dopo introdusse Buonarroti nell’ambiente cardinalizio.
L’ anno dopo gli fu commissionata dal cardinale francese Jean de Bilhères “La Pietà“. l’unica che riporta, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine, la firma dell’autore.
E il Cupido?
Il Cupido dormiente passò poi di mano in mano dai Borgia ai Montefeltro agli Este. Nel 1632 l’opera venne acquistata da Carlo I d’Inghilterra e trasportata a Londra. La statua si trovava nel palazzo di Whitehall nel 1698, quando venne definitivamente distrutta da un incendio.

