Sono ritratti storici, ma nello stesso tempo molto attuali, quelli creati da Volker Hermes nella mostra “Identità svelate. Hidden portraits” al Castello Visconteo di Pavia fino al 6 gennaio. L’artista ci accompagna nei ritratti Rinascimentali e del XIX secolo di Jacometto Veneziano, Bronzino, Van Dyck, Rembrandt, Pompeo Batoni e Gaulli con una interpretazione insolita e sorprendente.
Volker Hermes rivela la personalità del personaggio mascherandolo. Una copertura che viene usata paradossalmente per scoprire. Identità svelate tramite velature digitali: un partire dal mascheramento per arrivare alla copertura. Sembra quasi un gioco di parole, in realtà descrive un profondo messaggio trasmesso con l’ arte digitale. L’artista analizza costumi e pose, dettagli e storia, per raggiungere l’obiettivo di rendere attuali le opere del passato.


Volker Hermes identità svelate
L’opera di Volker Hermes intende stabilire una continuità tra arte antica e moderna, mettendo in risalto l’evoluzione del ritratto attraverso i secoli inserendo codici di abbigliamento moderni con elementi di moda fetish. Un elaborazione contemporanea: una lettura glamour dei dipinti storici, con un pizzico di feticismo che non guasta mai. Ma anche un riferimento all’attualità.
L’atto del coprirsi il volto diventa quasi rappresentativo di un’esigenza reale e legata alle problematiche di emergenza Coronavirus che stiamo vivendo. Simboleggia il venire meno dell’individualità, dove la percezione di ogni singola persona è affidata a ciò che pensiamo si trovi sotto la maschera. Volker diventa interprete quasi assoluto del pensiero di La Rochefoucauld : “In ogni situazione ciascuno assume un contegno e un atteggiamento esterno per sembrare come vuole che lo si creda. Perciò si può dire che il mondo è composto soltanto da maschere“.


Attenzione ai dettagli
Osservando le identità svelate di Volker Hermes si è proiettati in un’attenzione ai dettagli. E da questi in un’analisi psicologica, storica e artistica. Immersi negli usi e costumi dell’epoca, conosciamo le persone ritratte tramite il loro narcisismo e sfarzo. Restiamo come ipnotizzati da codici e simboli araldici per sconfinare poi in un elegante feticismo.
Perché in fondo il messaggio dell’artista è rivolto a farci entrare nei nostri pensieri più intimi. La maschera nasconde una parte del proprio io e mette in evidenza un’altra parte di se stessi, spesso tenuta nascosta. Con la maschera possiamo esternare e dare vita a fantasie che nella vita di ogni giorno non faremmo mai, per paura di mostrare degli aspetti di no sconosciuti.
Capelli, gorgiere, nastri,pizzi, lacci, gioielli, parrucche e maschere, ricavati dagli elementi già presenti nel dipinto, diventano mascheramento. Questa copertura già presente in altri lavori di Volker è quasi premonitrice di una situazione che ci spinge, in questo particolare momento storico, a rivalutare il messaggio che l’artista intende evidenziare.
Tutti siamo spaventati dal nascondersi
“Oggi non capiamo più questi codici, siamo abituati a un analisi troppo veloce e immediata delle persone e dei fatti. Gli eventi attuali hanno cambiato la visione del mio lavoro, tutti hanno a che fare con il “nascondersi” e siamo spaventati, i miei collage non sono né aggressivi né dogmatici e riscontro che il loro umorismo sia attualmente molto apprezzato“. Spiega Volker Hermes.
Attraverso la mia tecnica di rimodellare solo alcune parti del dipinto, il risultato sembra effettivamente realistico conservando la sua dignità e il suo spirito. Vorrei mostrare che i ritratti erano un bene di lusso riservato esclusivamente a un’élite privilegiata. Ogni posa, ogni indumento, il formato e molti altri dettagli sono serviti a una dichiarazione.


Hidden portraits
Il progetto, iniziato dall’artista circa dieci anni fa, parte dal significato del ritratto e da ciò che nei secoli ha rappresentato per la società fino all’invenzione della fotografia. Hidden Portrait nasce inizialmente come una riflessione dell’artista che solo nel 2014/2015 assume rilevanza pubblica. Infatti trova spazio anche nei siti dei musei che conservano i dipinti cui si ispira, come il Rijksmuseum di Amsterdam
“Ammiro questi dipinti e voglio trattarli con rispetto. Ecco perché con i miei interventi non aggiungo nulla dall’esterno. Prendo solo singoli elementi e li rimodulo. Tutti i cambiamenti provengono dal dipinto stesso“.
Gli inediti per Pavia
La particolarità di questa mostra consiste non solo nell’esporre 28 photocollage di Volker Hermes, ma nell’aver proposto all’artista di rielaborare alcuni dipinti di proprietà dei Musei Civici, taluni mai esposti al pubblico e conservati nei depositi. Sarà quindi l’occasione di poter osservare per la prima volta gli originali accanto alle loro rielaborazioni contemporanee.


L’artista ha realizzato quattro inediti per Pavia. Tra questi spiccano il Ritratto del cardinale Lorenzo Raggio Pistone, di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio. Oltre anche al Ritratto di gentildonna, forse Anna Bolena, attribuito a Frans Pourbus il Giovane.
Volker Hermes
Volker Hermes nasce a Wegberg nel 1972. Studia presso l’Accademia d’arte di Düsseldorf, e prosegue ottenendo vari riconoscimenti in Germania e all’estero. Borse d’artista in Italia (Venezia), Israele, partecipando alla Biennale d’architettura di Venezia (2018), dedicandosi anche a immagini per lungometraggi o rappresentazioni teatrali.

