Lockdown psicologico: il silenzio degli innocenti e la dinamica dell’inverso

Crisi economica, limitazione delle libertà personali, lockdown e condizionamento psicologico. Come le strategie di comunicazione condizionano il pensiero.

Sul fatto che sia fondamentale preservare se stessi e gli altri dal rischio di contagio e che le misure e le disposizioni in vigore debbano necessariamente essere osservate perchè sono fondamentali, siamo tutti d’accordo. La pandemia è un male comune dal quale si spera che l’umanità guarisca presto. Esistono però gli “effetti collaterali” e questi non sono imputabili al rischio di contagio, ma a ciò che il virus porta con se. Crisi economica, limitazione delle libertà personali, lockdown e condizionamento psicologico. Quanto le strategie di comunicazione condizionano il pensiero?

Dopo la prima settimana di ottobre si cominciano a dare notizie in anteprima alle testate nazionali ed i tg ricominciano con i bollettini preoccupanti, la crescita della curva epidemiologica e si insinua così di nuovo l’ansia. “Oddio, ho starnutito…avrò il covid?” E via in ospedale. L’ansioso aveva starnutito anche in estate, ma in quel tempo nessuno parlava di numeri e quindi nessuna preoccupazione. Lo starnuto estivo non era certo covid.

Ma con la fine dell’estate si chiudono i dehors dei bar, la gente torna nei centri commerciali e ritornano anche i salotti televisivi.

Oggi lo stesso starnuto costa un posto letto.

Il lockdown “sartoriale”

“Non chiuderemo più come a marzo”… un lockdown “sartoriale”, l’aveva definito Burioni, per poi riscomparire tra le piaghe nascoste del web.

Ma è proprio in virtù delle previsioni da sfera di cristallo del mago Burioni che abbiamo capito che saremmo ripiombati in un periodo buio. Infatti non ci azzecca mai e il lockdown “sartoriale” è stato fin dall’inizio un lockdown che molti hanno definito “mascherato”. In realtà la trama del lockdown è ben più sottile e questa volta sembra basarsi sul trucchetto della psicologia inversa.

Forse è tempo di chiudere tutto di nuovo? No, state tranquilli, il lockdown sarà “sartoriale”. Nel senso che te lo cuciranno addosso, a punto croce, bottone dopo bottone, asola dopo asola.

Il “metodo Casalino”

Il metodo “Casalino”, non è una terapia erboristica, ma è una strategia di comunicazione basata sulla storia della rana bollita, di cui avevamo già parlato in un precedente articolo.

La strategia di “fare i furbi per non pagare il dazio” è iniziata a fine settembre, proprio con le dichiarazioni di Burioni.

E’ ben chiaro che non ci sono i soldi per fare un lockdown generale, malgrado sia già praticamente dichiarato il prossimo.

Il 18 ottobre inizia il Conte Show. Lockdown fino alle 23. Piano piano…Abituiamo le persone con calma e diciamo che i numeri non sono preoccupanti, ma solo “in osservazione”.

Per tutta la settimana, poi, circola la notizia di una bozza di decreto che giungerà a breve, perchè i numeri salgono e la tensione pure. Quando arriverà la notizia ufficiale,non sarà uno shock, perchè tutti si saranno già abituati all’idea e se l’aspettano. Bravo Casalino!

“Al vaglio nuove misure…” “ancora troppa gente nei ristoranti…” La paura del contagio serpeggia sotto i tavolini del bar.

E puntuale quello che per tutta la settimana era solo un rumor diventa realtà.

La rana è bollita.

Lockdown indotto: il trucco della psicologia inversa

25 ottobre: Conte annuncia il nuovo orario di chiusura e il coprifuoco, ma sottolinea:”Il Paese non può permettersi una nuova battuta d’arresto che finirebbe per compromettere severamente l’intero tessuto economico“. Tradotto significa: noi non vi chiudiamo, perchè non abbiamo i soldi per farlo, ma se chiudete di vostra spontanea volontà allora la scelta è vostra e non siamo obbligati a pagarvi.

Psicologia inversa.

La chiusura alle 18 è una strategia geniale. Il fatto che i bar, pasticcerie, gelaterie e i locali di ristorazione debbano osservare questo orario, fa si che le vie si svuotino fisiologicamente del passaggio, fa si che anche gli altri negozi non abbiano clienti. Va da sè che i negozianti di altri generi spIntaneamente tirino giu la serranda anticipatamente, nell’intento di contenere così almeno i costi di elettricità e di riscaldamento.

E tutto questo, il governo l’ottiene senza pagare l’obolo.

Il resto va da se, perchè se le famiglie hanno genitori che finiscono di lavorare alle 18 e studenti in didattica on line anche di pomeriggio, l’unico momento in cui sarebbero liberi di fare un giro è dopo le 18, ma se è tutto chiuso, cosa si esce a fare.

Lockdown psicologico dettato da psicologia inversa. Non c’è il divieto di uscire, ma siamo in condizioni di non avere ne un motivo ne la voglia. Come quando mio padre diceva:“puoi andare in discoteca, fai cosa vuoi ma non posso darti i soldi e a mezzanotte ti voglio a casa“. E io spIntaneamente sceglievo di stare a casa.

Il lockdown mascherato

Sempre sulla base dell’affermazione di Conte, “non possiamo permetterci un altro lockdown”, facciamo attenzione ai divieti in corso. Vietate le feste private, anche quelle collegate a cerimonie religiose, quali matrimoni, cresime, battesimi e compagnia cantante. Appunto. Le compagnie cantanti non canteranno perchè non c’è una festa, ma soprattutto non lavoreranno neanche atelier di sartoria, fotografi, fiorai, le auto a noleggio, i negozi di bomboniere, eccetera. Tutte categorie non incluse nei codici Ateco presi in carico dal decreto Ristori.

Non hanno ufficialmente chiuso le attività “non essenziali”, ma queste sono messe nell’impossibilità di lavorare. Ergo, non lavorando, chiuderanno la saracinesca, anche loro spIntaneamente, senza poter reclamare un ammortizzatore sociale.

Le bimbe di Conte

In ultimo, ma non per importanza, il consenso popolare e il fans club di Beppe (non Vessicchio) “le bimbe di Giuseppe Conte“. Basta leggere i commenti sotto i video delle conferenze stampa del Premier. Ne cito un paio a caso:

lockdown mascherato - in foto dei commenti di facebook sotto una foto di giuseppe conte
Lockdown psicologico: l’antico trucco della psicologia inversa

E’ un’antica legge della fisica, anzi addirittura un Teorema, proprio quello tanto caro a Marco Ferradini: Prendi una donna trattala male… e stai sicuro che ti amerà… ve lo ricordate, vero?

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”