I maltrattamenti e la violenza sugli anziani sono gravi problemi sottostimati e sottovalutati. Eppure la violenza sugli anziani è al pari di altre violenze di genere: come quella sulle donne e sui bambini. Ha però un’aggravante. Quella di aver suscitato con enorme ritardo, rispetto a queste ultime, l’attenzione di ricerca ed opinione pubblica . Malgrado l’incidenza reale non sia chiara, per le poche informazioni che trapelano, l’abuso sugli anziani è un problema crescente di salute pubblica.
Secondo le stime del rapporto dell’OMS, più del 4% delle persone anziane dichiara di aver subito un maltrattamento grave nel corso del mese precedente. Meno del 20% dei casi di abuso è segnalato e solo circa il 15% degli anziani maltrattati chiede aiuto alle autorità o agli operatori. Questo perché molte volte si nasconde l’abuso per la vergogna, la paura di rappresaglie o il desiderio di proteggere l’aggressore. (abusi familiari).
Un fenomeno destinato a crescere
Alla Iuce del rapido invecchiamento e aumento dell’aspettativa di vita nella popolazione in atto in numerosi paesi, i maltrattamenti agli anziani sono previsti in aumento. La popolazione mondiale di età pari o superiore a 60 anni, sempre secondo l’OMS, aumenterà in misura più che doppia, passando dai 542 milioni del 1995 a 1,2 miliardi nel 2025.
Il Quotidiano Sanità pone l’accento sul numero delle vittime e pone l’attenzione sul fatto che se la proporzione delle vittime di abusi sugli anziani rimarrà costante, il numero di persone colpite, invece, aumenterà rapidamente. A causa dell’invecchiamento della popolazione, si giungerà alla tragica cifra di 320 milioni di vittime entro il 2050


La definizione di violenza sugli anziani dell’OMS
“Per maltrattamento agli anziani si intende un’azione singola o ripetuta, oppure l’assenza di un’azione adeguata, che causa danni o sofferenza a una persona anziana, nell’ambito di una relazione in cui c’è un’aspettativa di fiducia.
Questo tipo di violenza costituisce una violazione dei diritti umani e include gli abusi di natura fisica, sessuale, psicologica, emotiva, economica e materiale, l’abbandono, l’incuria e le gravi forme di perdita di dignità e di rispetto“. La violenza nei confronti degli anziani, più in generale, può consistere sia in un’azione sia in un’ omissione.
I luoghi di abuso
I dati sulla portata del problema della violenza sugli anziani in istituzioni come ospedali, case di cura e altre strutture di assistenza a lungo termine sono scarsi. Perché il fenomeno non viene attenzionato e monitorato. Tuttavia, analisi recenti sull’abuso degli anziani in contesti istituzionali e comunitari, basati sull’autovalutazione degli anziani, suggeriscono che i tassi di abuso sono molto più alti nelle istituzioni rispetto agli ambienti comunitari.
Ma i luoghi di abuso possono essere anche le loro stesse case, dove gli anziani vengono assistiti dai caregiver (badanti). Oppure le abitazioni in coabitazione con i familiari che non hanno i mezzi economici per far fronte a un assistente h24.
Le forme di abuso e le sue manifestazioni
La violenza sugli anziani si espleta in numerose forme di abuso a volte anche concomitanti. Gli aggressori sono spesso i figli adulti, ma possono essere altri familiari o caregiver: badanti, assistenti, OS, infermieri. Di seguito, tratti da uno studio del National Center on Elder Abuse i principali abusi e i sintomi di riconoscimento.
Abuso fisico
Spinte, scossoni, percosse, contenzione, nutrimento forzato, abuso sessuale e ingiustificata gestione dei farmaci specie di sedazione. O qualunque uso della forza da cui derivi un danno o disagio fisico o psicologico. Sull’anziano si possono riconoscere come potenziali segni di abuso: tagli, lacerazioni, graffi, ustioni, stato di sonnolenza. Ma anche traumi intorno ai genitali, alla bocca, ai seni, al retto.
Abuso psicologico
Gesti e parole volti a causare stress emotivi o ansia. Minacce di ricovero presso qualche istituzione, insulti e brusche imposizioni. Abuso psicologico è sia rimanere in silenzio sia ignorare la persona. L’abuso psicologico comprende l’infantilizzazione. Cioè un comportamento in cui chi abusa tratta l’anziano come un bambino e che incoraggia la persona anziana a diventare dipendente da chi abusa di lei.
Si notano e accentuano nella vittima di tale abuso: depressione, insonnia, paure eccessive, alterazione dell’appetito, confusione.


Incuria
Non fornire o rifiutare cibo, medicine, assistenza personale. L’ incuria comprende anche non venire incontro ad altre necessità come quelle intellettuali e di relazione. Anche la trascuratezza o l’abbandono, che si traducono in un danno fisico o psicologico, sono da considerare abuso.
Diventa sempre più dominante nell’anziano la sensazione che prova inequivocabilmente che si è ormai assoggettati all’arbitrio, alla volontà, da parte dei più forti. Al di là del diritto, al di là della ragione, indipendentemente dai propri comportamenti.
Abuso economico
Sfruttamento o disattenzione verso le proprietà o i beni della persona anziana. Truffe, pressioni a fini ereditari, gestione irresponsabile delle risorse. I segnali di allarme sono dati dall’incapacità di comprare il necessario/pagare le bollette, l’assenza di aiuti o farmaci, la disparità tra i beni posseduti e le condizioni di vita.
Diagnosi: Abusi
In uno studio condotto dalla Columbia University School of Social Work per MSD, troviamo altre indicazioni su come riconoscere dei casi di abuso e violenza sugli anziani.
Ritardo tra un infortunio o malattia e la richiesta di intervento medico. Incongruenze nei racconti del paziente e del assistente o badante. Gravità degli infortuni non compatibile con la spiegazione fornita dal caregiver. Spiegazione non plausibile o vaga dell’infortunio da parte del paziente o del assistente.
Frequenti visite al pronto soccorso per le riacutizzazioni di una malattia cronica, nonostante un piano di cure appropriato e risorse adeguate. Assenza del familiare o badante quando un paziente funzionalmente compromesso si presenta dal medico. Esami di laboratorio non compatibili con l’anamnesi. Riluttanza del badante o familiare nell’accettare assistenza sanitaria domiciliare o nel lasciare il paziente anziano da solo con un operatore sanitario.
Con la perdita delle capacità di badare a se stesso, l’anziano entra di fatto nella dipendenza. Ed è, tra le paure che accompagnano la vecchiaia, quella più temuta: più della solitudine, persino più della morte.
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