Non c’è nulla da fare, la tragedia ha il suo fascino, la morte tragica ancora di più. Se poi sommiamo questo all’arte, il tutto prende un fascino irresistibile: quello degli artisti maledetti. Molti fra gli artisti più celebri, non solo nell’arte, ma anche nella musica,nella letteratura e nel cinema ci hanno lasciato per una morte tragica. Molte volte dopo una vita trascorsa tra tormenti dell’anima, dipendenze e ossessioni.
Artisti maledetti da Van Gogh a Baudelaire
29 luglio 1890, Vincent Van Gogh muore dopo essersi sparato un colpo di pistola al petto due giorni prima. 24 gennaio 1920 Amedeo Modigliani muore per abusi di droghe e alcool. Il giorno dopo sua moglie, in attesa del secondo figlio, si suicida lanciandosi da una finestra. 28 marzo 1941 Virginia Woolf, dopo anni di depressione, si lancia nel fiume Ouse con le tasche piene di sassi. 11 febbraio 1963 la poetessa Sylvia Plath muore infilando la testa nel forno.
Ma la lista potrebbe continuare per molto ancora. Emilio Salgari, Ernest Hemingway, Kurt Cobain, Charles Baudelaire, Cesare Pavese. E poi come non parlare del periodo blu di Picasso, legato anche questo a una grandissima tragedia: il suicidio dell’amico Carles Casagemas.


Wharol e la sua ossessione per la morte
Wharol, pur non avendo avuto una morte tragica è indubbiamente ossessionato dalla morte. La prova nelle serie dei suoi quadri degli incidenti stradali come Orange Car Crash (5 Deaths 11 Times in Orange). Una serie dedicata alla rappresentazione della morte sui mezzi di comunicazione di massa. In quest’opera si ripetono, in modo seriale, immagini contrastate in bianco e nero di un incidente stradale con un auto capovolta sulla strada.
Legata a Wharol un’altra morte tragica, quella di Jean Michel Basquiat, il genio maledetto del graffitismo. Basquiat, legato a Wharol da una profonda amicizia e dal fatto che fosse anche il suo mecenate, non supererà il trauma della morte di Wharol e si lascerà uccidere dall’eroina poco dopo.
Jackson Pollock


Entra di diritto nella serie degli artisti maledetti Jackson Pollock, artista geniale, padre dell‘Action Painting, cioè la pittura d’azione. In questa corrente l’atto del dipingere è parte integrante della pittura stessa. I colori sono letteralemnte “gettati” sulla tela con gesti talvolta delicati, altre volte furiosi o con qualsiasi altro tipo di movimento.
Pollock ubriaco, a 44 anni, perde il controllo della sua auto e va a schiantarsi contro un albero uccidendo se stesso e un’amica che era in macchina con lui.
Mito e Tragedia
Tutti questi artisti maledetti, possiedono contemporaneamente la forza del mito e l’attrattiva della tragedia. Rappresentano, come nella più classica tragedia greca i grandi problemi dell’uomo nella società e nei suoi rapporti con gli altri, i suoi interrogativi sul bene e sul male, sulla vita e sulla morte.
Le loro opere, cosi come la loro vita, ma forse soprattutto le modalità della loro morte inducono gli spettatori a riflettere sul significato di certe azioni, sui valori etici, sugli scenari sociali e politici che hanno voluto rappresentare. Intepreti loro malgrado di una tragedia antica che sfocia in un dramma moderno.
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