Arte Degenerata: Hitler contro Chagall, Picasso e tutti gli altri

Il 19 luglio 1937, a Monaco di Baviera, presso le Gallerie dell’Hofgarten dell’Istituto di Archeologia, in un secondo piano scelto apposta per le stanze buie e strette che non avrebbero per nulla valorizzzato le opere, si inaugura una mostra. La mostra è  Entartete Kunst: Arte degenerata. Commissionata dal ministro per la Propaganda del regime nazista al pittore Adolf Ziegler.

L’obiettivo? Quello di additare e bandire opere di arte modernista e di artisti di fama internazionale come “insulto al sentimento tedesco”. Sarà forse che Hitler nutriva qualche rancore dopo aver tentato due volte, invano, di entrare all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Fattosta che il Fhurer si fa promotore assoluto di un progetto volto allo sradicamento dell’”arte inutile”, almeno secondo il regime.

locandina della mostra arte Degenerata Di Bundesarchiv, Bild 183-H02648 / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0

Al bando Picasso, Chagall Kandinsky…

Attenzione questa è una mostra nata apposta per mostrare“, si legge sulla locandina. Mostrare sì…ma criticando, cioè per far vedere le opere e giudicarle inguardabili. Dai volantini pubblicitari dell’epoca si apprendono i criteri di questa mostra di Arte Degenerata. “Il regime nazista vuole sottolineare quanti soldi siano stati sprecati dallo stato per comprare opere prodotte dal degrado mentale, da fantasie malate e da presunti artisti. Di fatto veri incompetenti, premiati da cricche di ebrei e letterati che hanno fatto sprecare moltissimo denaro per questa arte mentre il popolo tedesco moriva di fame”.

Nel calderone dell’arte degenarata, esposte alla berlina finiscono “La Casa Blu (Blaues Haus) di di Marc Chagall, “Les Masque et la mort” di James Ensor, “La famille Soler” di Pablo Picasso. Seguono a ruota Munch, Grosz, Kandinsky e Paul Klee. Ma anche le correnti dell’espressionismo e del cubismo, del dadaismo e dell’ astrattismo. Troppe immagini surreali e colori troppo arditi. Sono incompatibili con la “razza pura”: una perversione. Un vero ostacolo sulla supremazia del mito della “magnifica bestia bionda” tedesca.

Arte degenerata contro la Grande rassegna d’Arte germanica

All’inaugurazione presenzia, ovviamente Hitler in persona insieme a Goebbels, che comunque, detto tra noi, apprezzava molto l’arte d’Avanguardia. Ma siccome la linea del partito era diversa, si stampa un bel sorriso sulla faccia e via, dietro al dittatore. Ma anche il pubblico, in realtà,sembra apprezzare molto questa mostra, che segue, solo di un giorno quella della “Grande rassegna d’Arte Germanica”, allestita con opere gradite ai nazisti.

goebbels mentre visita la mostra arte degnerata al centro in bianco e nero foto archivio con altre personalita delll epoca
Goebbels in visita alla mostra di Arte Degenerata, foto d’archvio

Infattti, le due manifestazioni che, per volontà del regime, vengono messe a confronto diretto, danno come risultato il successo clamoroso delle opere “degenerate”. Due milioni di visitatori, contro meno di quattrocentomila, scelgono di ammirare le opere che la Germania sta bandendo. 650 opere di 112 autori, tutte requisite da collezioni pubbliche e private.

Tutto al rogo!

In queste salette buie, come abbiamo detto l’allestimeno è pessimo. Apposta. Ma la gente si accalca a pìù non posso. Sui muri i cartelli delle varie sezioni titolano: “Oltraggio agli eroi”, “La donna tedesca messa in ridicolo” e via cosi. Le opere sono appese storte, accostate a immagini di malati di mente, con tanto di cartello con il prezzo pagato. Prezzo appositamente, è proprio il caso di dirlo, gonfiato ad arte e con la scritta “soldi del popolo usati per arricchire gli astuti mercanti ebrei“.

La mostra viene concepita come itinerante. Perchè tutto il popolo tedesco possa beffarsi dell’Arte degenerata. Oltre Monaco tocca Berlino, Düsseldorf, Francoforte, Amburgo, Salisburgo e Vienna. Il tour culmina nel 1939, con il rogo, allestito in una piazza di Berlino, di molti capolavori. Tra le opere bruciate quelle di Matisse, Chagall, De Chirico, Leger, Van Gogh, Mondrian e tante altre.

ingeresso della mostra con moltissime persone in fila sul maricpiede bianco e nero foto d'archivio

Anzi no…tutto all’asta!

Ma…la Guerra era era alle porte e i soldi servivano. Quindi, in modo molto pratico, qualche opera “degenerata”, scelta tra le più famose e scampata al rogo, viene venduta all’estero. Oltre seimila opere, tra le quali anche varie sculture, vengono confiscate e destinate alla distruzione. Ma soprattutto alla vendita per fare cassa. Compratori: musei svizzeri ed americani. In un’ asta organizzata il 30 giugno del 1938 a Lucerna ne vengono vendute diverse per un ricavo di oltre venti milioni di euro attuali.

Il discorso di Hitler sull’Arte al Congresso della Cultura, 1935

“Sono certo che pochi anni di governo politico e sociale nazionalsocialista porteranno ricche innovazioni nel campo della produzione artistica e grandi miglioramenti nel settore rispetto ai risultati degli ultimi anni del regime giudaico.

quadto di Matisse esposto ad arte degenerata
Opera di Henri Matisse esposta ad Arte Degenerata

(…) Per raggiungere tale fine, l’arte deve proclamare imponenza e bellezza e quindi rappresentare purezza e benessere. Se questa è tale, allora nessun’offerta è per essa troppo grande. E se essa tale non è, allora è peccato sprecarvi un solo marco. Perché allora essa non è un elemento di benessere, e quindi del progetto del futuro, ma un segno di degenerazione e decadenza. Ciò che si rivela il “culto del primitivo” non è espressione di un’anima naïf, ma di un futuro del tutto corrotto e malato.

(…) Chiunque ad esempio volesse giustificare i disegni o le sculture dei nostri dadaisti, cubisti, futuristi o di quei malati espressionisti, sostenendo lo stile primitivista, non capisce che il compito dell’arte non è quello di richiamare segni di degenerazione, ma quello di trasmettere benessere e bellezza. Se tale sorta di rovina artistica pretende di portare all’espressione del “primitivo” nel sentimento del popolo, allora il nostro popolo è cresciuto oltre la primitività di tali “barbari”.

In guerra pare proprio che sia tutto lecito.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".