Marcel Broodthaers, arte concettuale incerta tra surrealismo e poesia.

Marcel Broodthaers (Saint Gilles, 1924 – Colonia, 1976) è una delle personalità artistiche più complesse del Novecento. Considerato tra i massimi rappresentanti dell’arte concettuale, in realtà Broodthaers ha esplorato criticamente non solo il rapporto tra arte, linguaggio e comunicazione, ma anche i meccanismi che ruotano intorno ai musei e al sistema dell’arte. Compresi quelli economici.

Marcel Broodthaers è un artista poliedrico. È da subito scrittore, critico d’arte e poeta. Nell’arte sperimenta la cultura surrealista con le nuove tendenze degli anni sessanta e settanta. A 40 anni, inizia la sua carriera nell’arte con un gesto eclatante : tuffa nel gesso la sua raccolta di poesie, 50 copie de Le Pense-bête.

Broodthaers dichiara il risultato un’opera scultorea. Un capovolgimento totale delle forme artistiche. L’ obiettivo è quello di tramutare il libro da oggetto di lettura a oggetto visivo e contemplativo. Mentre il lettore, prima fruitore attivo del libro, ora prende le parti di “spettatore” dell’opera d’arte.

lartistA bROODTHAERS DAVATI ALLE SUE OPERE IN UNA FOTO D'EPOCA
Marcel Broodthaers
Broodthaers tra i più influenti nella storia del Novecento.

Questo atto radicale preannuncia i motivi un’opera che è tra le più importanti e influenti della storia dell’arte della seconda metà del Novecento. Con l’attualità stringente delle sue sperimentazioni ha esplorato e ridefinito il significato della creazione artistica.

Analizza i rapporti tra arte e linguaggio, lo status dell’opera e la critica del ruolo normativo del museo. Guarda all’arte come gioco tra realtà e finzione. La sua critica costruttiva e ironica verso il sistema dell’arte e il ruolo politico dell’artista nella società ha posto questioni sempre più centrali nel dibattito critico internazionale.

Una contaminazione di arti

E’una fucina di idee in una contaminazione di arti. Realizza film, libri, pratica pittura e fotografia, scultura e disegno. Le frontiere della sua arte si muovono alla ricerca della combinazione tra mondo, oggetto e immagine in un sistema metalinguistico complesso.

La relazione tra immagine, oggetto e parola costituisce il tema centrale e costante dell’artista e ne condiziona tutto il processo.

I cartelli stradali ispirano le “placche”

Ispirandosi ai cartelli stradali, alla fine degli anni Sessanta, compone enigmatiche poesie visive su insegne di plastica. Con simboli, immagini, lettere, parole e segni di punteggiatura. Tutto questo senza voler esprimere un significato diretto. Sono le Poesie Industriali. Realizzate tramite un processo di produzione industriale, queste placche sono contraddistinte dai contorni morbidi dei caratteri e degli elementi grafici che conferiscono “vita” al linguaggio.

Broodthaers dichiara che in queste opere “l’immagine diventa parola e la parola immagine”, esprimendo una sottile critica sull’uso utilitaristico dell’arte concettuale e prediligendo invece la sua dimensione poetica. Ispirandosi ai materiali, all’estetica e ai metodi di produzione dei cartelli stradali, l’artista realizza infatti una serie di insegne in plastica con enigmatiche combinazioni di parole, lettere, segni e forme.

In mostra a Lugano

Fino a novembre, in una mostra senza precedenti, ospitata nella sede espositiva del LAC, una delle due sedi espositive del MASI di Lugano, sono presentati i principali motivi delle celebri serie di placche create da Broodthaers tra il 1968 e il 1972. Nonostante l’apparente somiglianza con i cartelli stradali, le placche non comunicano però un messaggio chiaro, ma giocano a disorientare chi le osserva. Con la produzione delle Poesie industriali e il modo in cui sono concepite e presentate, Broodthaers riesce inoltre a sottolineare l’ambivalenza tra oggetto industriale riproducibile e opera d’arte originale e unica.

L’esposizione, elaborata dal museo WIELS di Bruxelles e in stretta collaborazione con gli eredi di Marcel Broodthaers, include 72 placche, con diverse versioni e variazioni meno conosciute. La mostra presenta anche prototipi unici. Oltre a un nutrito gruppo di disegni o schizzi preparatori per le placche, sono presenti tre film e un’opera audio Intervista al gatto. Il tutto in relazione a una selezione di ‘Lettere aperte’ dell’artista.

La mostra è organizzata in collaborazione con WIELS, Bruxelles. A cura di Dirk Snauwaert e Charlotte Friling, presentazione al MASI Lugano a cura di Francesca Benini in collaborazione con Maria Gilissen Broodthaers, Marie-Puck Broodthaers e Succession Marcel Broodthaers.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".