Con l’aumento della popolazione mondiale lo spazio abituale va riducendosi sempre di più, abitare sottoterra può essere una soluzione? Le città cominciano a guardarsi attorno alla ricerca di nuovi luoghi dove ospitare la gente.
Per Singapore, città di quasi sei milioni di persone, la risposta sembrerebbe nascosta nel sottosuolo. Per i cambiamenti climatici e l’innalzamento dell’oceano, strappare nuova terra al mare, per Singapore, non è più un’opzione praticabile e sta progettando quindi un’espansione sotterranea.


Abitare sottoterra sarà possibile fra 15 anni
All’inizio dell’anno l’Autorità per il nuovo Sviluppo Urbano di Singapore ha pubblicato la prima bozza di un progetto che si estenderà nell’arco dei prossimi quindici anni. Progetto per cui è già stato investito l’equivalente di oltre dodici milioni di Euro. Uno studio per risolvere il problema della aumento della popolazione.
Modificate anche le leggi sulla proprietà degli immobili, in modo che ora i cittadini possano possedere la terra solo fino ad una profondità equivalente alla propria cantina. Lo spazio sottostante così sarà libero per lo sviluppo.
Trasporti e magazzini
Ma niente paura, I primi a trasferirsi sottoterra, specificano le autorità, non saranno gli esseri umani bensì magazzini, fabbriche, trasporti e altre infrastrutture, in modo da liberare spazio in superficie per abitazioni ed esercizi commerciali.


Ad oggi nel sottosuolo di Singapore ci sono spazi per i trasporti e i sistemi di climatizzazione fino ad una profondità di venti metri. I piani sono di realizzare una rete fognaria e di tubature per lo smaltimento delle acque a profondità comprese tra venti e cinquanta metri.
“Gli spazi al di sotto dei cento metri – dice Sing Tien Foo, Direttore dell’Istituto per gli Studi Immobiliari presso l’Università Nazionale di Singapore – potranno essere dedicati a funzioni che richiedono più robustezza, come depositi petrolchimici e magazzini di munizioni“.


Le Caverne di Jurong Rock
Uno dei progetti di sviluppo più imponenti è quello delle Caverne di Jurong Rock, che dovranno ospitare un milione di metri cubi di petrolio e greggio. Entro il 2024 l’aeroporto della città, Changi, sarà dotato di un enorme spazio sotterraneo. Lo spazio ospiterà tre depositi per i treni ed uno per i bus, grazie ai quali la rete ferroviaria del paese dovrebbe raddoppiare entro il 2030.
Ci saranno anche binari sotterranei. Il trasferimento dei trasporti sottoterra servirà anche a mettere al riparo i viaggiatori dal clima di Singapore, che sta diventando via via sempre più caldo, umido, piovoso, a causa dei cambiamenti globali.


Il progetto in 3D
Ma per sfruttare al meglio gli ambienti sotterranei Singapore deve farsi prima un’idea chiara di che cosa vi sia laggiù, prima di andare a vivere sottoterra. L ‘Autorità per le Costruzioni sta sviluppando un modello geologico 3D con dati ricavati dal laser scanning. Un database centralizzato elaborerà i dati al fine di creare una mappa degli spazi del sottosuolo.
Kevin Curran, esperto di sicurezza informatica presso l’università dell’Uster, spiega che la chiave per lo sviluppo delle eco-città sarà la tecnologia. La qualità dell’aria sarà un punto fondamentale e dovrà essere monitorata costantemente, poiché sottoterra l’aria non circola con facilità come in superficie.


Deadline 2030
Le città sotterranee potranno essere dotate, per esempio, di cestini per la spazzatura intelligenti che segnalano quando è il momento di svuotarlo. Oltre che ad illuminazioni pubbliche automatiche che si accendono solo quando un pedone o un veicolo vi si avvicina. L’aumento della popolazione porterà davvero a questo?
Insomma, una buona parte di Singapore, potrebbe essere trasferita sotto la superficie entro il 2030. Ma ci vorrà un po’ di più prima che le si vada a vivere sottoterra con l’intera popolazione.
Molti problemi da risolvere
“Costruire a grandi profondità è costoso – dice Sing Tien Foo -, ci sono molti e complicati problemi da risolvere come l’accesso, la sicurezza e la ventilazione. Spazi sotterranei per abitazioni umane e commercio non sono ancora allo studio.”.
Insomma per ora stiamo tutti fuori.