Aida Cooper: “Kintsugi amica mia”, l’omaggio a Mia Martini

La storica amicizia tra Mia Martini e Aida Cooper, cantata nel suo ultimo album “Kintsugi amica mia”

KINTSUGI

Quando si rompe un oggetto, noi occidentali lo buttiamo via, invece i giapponesi ne danno ben altro valore.

Kintsugi è l’antica arte giapponese che consiste nel riparare un oggetto di ceramica rotto riunendo i pezzi attraverso l’utilizzo di oro o argento liquidi in modo da esaltare le nuove nervature create.

Ogni pezzo riparato diviene così unico ed irripetibile, le crepe sono impreziosite.

La metafora del Kintsugi riassume perfettamente l’essenza della resilienza: cercare di fronteggiare in modo positivo le avversità della vita, esibendo orgogliosamente le proprie cicatrici che ci rendono persone uniche, più mature, più forti.

Aida Cooper

Aida Giulia Teodolinda Castignola in arte Aida Cooper, una delle più maggiori cantanti blues italiane, ma soprattutto amica storica delle sorelle Bertè. Se c’è qualcuno, oltre a Renato Zero, che può dire di conoscere professionalmente e intimamente Mia martini, quella è proprio Aida Cooper.

Ed è proprio questo il messaggio che Aida Cooper cantante, corista, vuole lanciare intitolando così il suo nuovo album “KINTSUGI Amica Mia”.

Un gioco di parole volto a sottolineare il legame tra Aida e Mimì, ma non solo. Un rapporto con le sorelle Bertè, un’amicizia “vera”, che ha portato l’artista piacentina a condividere gioie e dolori della vita delle amiche, quasi in simbiosi.

Migliore tributo non poteva esserci.

Solo per dovere di cronaca, forse non tutti sanno che ha collaborato con i più importanti nomi della musica leggera italiana. Mina, Zucchero Fornaciari, Eros Ramazzotti, Anna Oxa, Fausto Leali, Riccardo Cocciante, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, Franco Simone, Iva Zanicchi, sono solo alcuni degli artisti con cui vanta di essersi esibita.

Perchè Aida Cooper è la black voice italiana.

copertina album kintsugi di Aida Cooper, di profilo, vestita con kimono giapponese, i capelli raccolti sulla testa, sfondo nero e oro

KINTSUGI amica mia

L’album, che vede la direzione artistica di Ivano Zanotti (the big drummer) e la supervisione di Loredana Bertè, contiene nove brani scelti dal grande repertorio di Mia Martini. “Guarirò” è interpretato proprio in duetto con Loredana. L’album contiene anche un inedito scritto per Aida da Maurizio Piccoli, storico autore delle sorelle Bertè.

Protagonista assoluta la voce, “the voice”: particolare, unica, graffiante, dolce, sensuale. In una parola: inimitabile.

Mia Martini in primo piano, sorridente e con una mano si copre il viso, la cantante a cui Aida Cooper ha dedicato l'album Kintsugi

SPACCAMI IL CUORE 

E’ il nuovo singolo estratto proprio da “KINTSUGI Amica Mia” (etichetta Bandabebè), scritto da Paolo Conte.

Con Spaccami il Cuore si viaggia oltre i soliti confini”, dichiara Aida.

Si parla d’amore, di quello non patinato, non da social ma quello volutamente cercato e patito, pienamente vissuto e se necessario anche sofferto. Quello che tormenta l’animo: burrascoso, dissoluto, avventuroso”.

Il video

Il brano “Spaccami il cuore”, è accompagnato da un video in versione animata con la produzione di Massimo Massagrande e vede come art director Giuseppe Coviello che dichiara: Il videoclip animato di “Spaccami il Cuore” propone un’insolita Aida Cooper nella veste di una moderna Baby Jane. Il copione che interpreta è quello di un gioco universale che vede l’alternarsi del ruolo da vittima a carnefice”.

Vediamo una Aida inedita che ride e sorride, assoggettata ai meccanismi più perfidi dell’amore: trasformismo, rancore e vendetta. Nei 3:43 assistiamo al parallelismo ed al tributo di questa storica e intramontabile pellicola cinematografica.”

Mimì sarebbe davvero fiera.


Foto copertina di Fabio Bastante, il soggetto fotografico è opera dell’artista Chiara Lorenzetti

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.