C’è tempo fino al 31 dicembre 2024 per beneficiare del bonus amianto, seguito a interventi e lavori effettuati sulle singole unità abitative
In un’epoca non troppo lontana, l’Italia ha visto crescere come funghi interi quartieri, fatti di palazzine, scuole e uffici, realizzati con quello che, al tempo, veniva considerato un materiale da costruzione economico e versatile: l’amianto. E’ una fibra minerale naturale utilizzata in modo estensivo in molte industrie per le sue proprietà isolanti e resistenza al calore.
Tuttavia, negli ultimi decenni, è emerso chiaramente che l’esposizione all’amianto può avere gravi conseguenze sulla salute. Le fibre di amianto possono provocare gravi problemi di salute e irreversibili. Le malattie legate all’amianto, come l’asbestosi e il mesotelioma, hanno un periodo di incubazione lungo, rendendo la diagnosi spesso tardiva.
Indice
Amianto: Una Minaccia Silenziosa
L’amianto, noto anche come asbesto, è un minerale naturale che è stato largamente utilizzato in vari settori industriali per le sue proprietà eccezionali. Tuttavia, con il tempo, è emerso come una minaccia significativa per la salute umana.
L’amianto è un gruppo di minerali fibrosi che si trovano naturalmente nell’ambiente. Questi minerali sono composti da fibre sottili che sono in grado di resistere al calore, al fuoco e alla corrosione chimica. Ha caratteristiche isolanti, ignifughe e rinforzanti, che lo hanno reso un materiale ideale per l’industria edile e non solo.
La Diffusione dell’Amianto
L’uso dell’amianto in Italia risale ai primi decenni del XX secolo. Durante gli anni ’50 e ’60, il materiale ha raggiunto il picco di popolarità, impiegato in una vasta gamma di prodotti, tra cui materiali da costruzione, coperture, pavimentazioni, tubazioni, e sistemi di isolamento. La sua diffusione è stata tale che numerosi edifici pubblici e privati sono stati costruiti con componenti in amianto.
Tra i prodotti più comuni a base di amianto troviamo le lastre di fibrocemento, utilizzate principalmente per le coperture degli edifici. Altri usi includevano materiali isolanti per l’industria navale e ferroviaria, tessuti ignifughi e freni per veicoli. La versatilità dell’amianto e i suoi costi relativamente bassi hanno contribuito alla sua vasta diffusione.
La Scoperta della Pericolosità dell’Amianto
Le prime avvisaglie dei pericoli legati all’amianto emersero già agli inizi del XX secolo. Tuttavia, solo negli anni ’60 e ’70 gli studi scientifici hanno iniziato a evidenziare i gravi rischi per la salute associati all’esposizione alle fibre di amianto. Le ricerche hanno dimostrato che l’inalazione delle fibre di amianto può causare gravi malattie respiratorie, tra cui l’asbestosi, il carcinoma polmonare e il mesotelioma pleurico, un tumore maligno particolarmente aggressivo.
Ma la gravità degli effetti dell’amianto sono stati sottovalutati per anni, proprio per via del fatto che gli effetti devastanti sulla salute sono a lungo termine.
Il caso Eternit di Casale Monferrato
La consapevolezza pubblica riguardo ai pericoli dell’amianto è aumentata gradualmente. Negli anni ’80, grazie anche alla pressione di associazioni e gruppi di cittadini, il governo italiano ha iniziato a prendere misure più decise per limitare l’uso del materiale. I media hanno giocato un ruolo cruciale nella sensibilizzazione, portando alla luce casi di lavoratori ammalati e contaminazioni ambientali.
EIl motivo per cui l’amianto è conosciuto anche come eternit, è per via del nome della ditta, con sede a Casale Monferrato, che produceva fibrocemento in larga scala.
E proprio Casale Monferrato, diventata in quei tempi ormai per tutti la “città-amianto”, è proprio quella che ne fa le spese in modo clamoroso. Il caso Eternit diventa nazionale, ma ci vogliono quaso 40 anni prima che un Tribunale riconoscesse Stephan Schmidheiny, titolare dello stabilimento casalese, responsabile della morte di 392 persone decedute a causa dell’amianto, solo nella città di Casale Monferrato e zone limitrofe. La condanna non soddisfa le vittime, malgrado i risarcimenti previsti: La Corte d’Assise di Novara condanna Schmidheiny a 12 anni di carcere, impone il risarcimento di 50 milioni di euro di risarcimento al Comune di Casale, 30 milioni allo Stato italiano e centinaia di milioni ai familiari delle vittime.
A tal proposito, vi consiglio di leggere il libro di Giulia Di Leo, Una storia lunga un’Eternit
La Bonifica dell’Amianto
La bonifica dell’amianto in Italia è iniziata ufficialmente con la legge n. 257 del 1992, che ha bandito la produzione, l’importazione e l’uso di amianto. Questa legge ha rappresentato un punto di svolta, avviando programmi di bonifica e incentivando la rimozione sicura dell’amianto dagli edifici. L’approccio era duplice: prevenire ulteriori esposizioni e gestire in modo sicuro i materiali contaminati.
Le procedure di rimozione dell’amianto richiedono tecniche specifiche per garantire la sicurezza degli operatori e la protezione dell’ambiente. La rimozione deve essere eseguita da aziende specializzate, che utilizzano attrezzature adeguate e adottano misure di contenimento per evitare la dispersione delle fibre. Successivamente, l’amianto rimosso viene smaltito in discariche autorizzate, seguendo rigidi protocolli di sicurezza.
La Presenza Attuale dell’Amianto
Nonostante gli sforzi di bonifica, l’amianto è ancora presente in molte strutture. In Italia, si stima che milioni di metri quadrati di coperture in fibrocemento siano ancora in uso. Edifici industriali, scuole, ospedali e abitazioni private possono contenere materiali in amianto, spesso nascosti e non immediatamente visibili.
I rischi legati all’amianto persistono, soprattutto in edifici vecchi che non sono stati bonificati. Il deterioramento dei materiali a base di amianto può liberare fibre nell’aria, creando un pericolo per chiunque vi entri in contatto. È essenziale che le autorità continuino a monitorare la presenza di amianto e promuovano la sua rimozione.
Il Bonus Statale del 2024 per la Sostituzione dell’Amianto
Il governo italiano ha introdotto un bonus che va fino al 50%, a cui si può accedere fino al 31 dicembre 2024, per incentivare la rimozione e la sostituzione dell’amianto. Questa misura fa parte di un più ampio programma di incentivi fiscali volti a migliorare la sicurezza e la sostenibilità degli edifici. Il bonus copre fino al 50% dei costi sostenuti per la bonifica e la sostituzione dei materiali contenenti amianto, con un tetto massimo di spesa.
L’introduzione del bonus del 50% per la sostituzione dell’amianto dovrebbe accelerare le operazioni di bonifica, riducendo il numero di edifici a rischio. Si prevede che questa misura contribuirà a migliorare la qualità dell’aria e la sicurezza degli edifici, riducendo l’incidenza di malattie legate all’amianto. Inoltre, il programma di incentivi potrebbe stimolare l’economia, creando opportunità di lavoro nel settore delle bonifiche ambientali.
Chi può richiederlo
Per accedere al bonus amianto, i proprietari di immobili devono presentare una serie di documenti, tra cui una certificazione che attesti la presenza di amianto e un progetto di bonifica approvato. Possono beneficiare del bonus sia i privati cittadini che le imprese, con l’obiettivo di incentivare una vasta adesione al programma. Il bonus è cumulabile con altre agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’efficienza energetica.




L’Agenzia delle Entrate spiega dettagliatamente come accedere al bonus e chi ne ha diritto, e vi invitiamo a consultare il sito (clicca qui)
L’amianto rappresenta una sfida complessa che richiede un impegno continuo da parte delle istituzioni e dei cittadini. La storia dell’uso dell’amianto in Italia è un monito delle conseguenze di un utilizzo indiscriminato di materiali pericolosi senza adeguata considerazione per la salute pubblica. Grazie alla legislazione attuale e a programmi di incentivo come il bonus del 2024, è possibile sperare in un futuro in cui l’amianto non rappresenti più una minaccia per la nostra salute. La strada è ancora lunga, ma ogni passo avanti nella bonifica e nella sostituzione dell’amianto segna un progresso significativo verso un ambiente più sicuro e sostenibile.
Foto copertina da Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 – Wellasbestdach-233-3354 IMG.JPG
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