Carne sintetica: la bistecca di Matrix è pronta in tavola

La carne sintetica o clean meat, è il nuovo argomento che fa discutere il mondo ma soprattutto l’Italia e proprio in queste ore. Galeotta, la bozza di decreto del Governo Italiano che, di fatto, vieterebbe la produzione (ma non l’importazione) di carne sintetica. Come per i prodotti derivati da farine di insetti, per la vendita sarà richiesta una specifica collocazione all’interno dei punti vendita e una esplicita informazione degli ingredienti del prodotto.

In realtà, i ricercatori stanno lavorando da anni sulla produzione di carne animale sintetica. Si può dire che tutto cominciò con la pecora Dolly, il primo animale clonato in laboratorio nel 1996. Nel 2016 esistevano già alcune start up che investivano in questo settore e nel 2018 il Good Food Institute pubblicava sul suo sito ufficiale:”GFI si impegna a promuovere un ecosistema collaborativo per lo sviluppo di carne pulita. Con questo spirito, abbiamo lanciato un programma di sovvenzioni competitivo per colmare le lacune critiche nella ricerca sulla carne pulita. Maggiori informazioni sul nostro programma di sovvenzioni competitivo qui. La scadenza per le proposte è il 21 novembre 2018“.

Ma cos’è la carne “sintetica”?

Cos’è la carne sintetica?

In inglese clean meat è la carne prodotta in laboratorio, in vitro o cotivata, in coltura cellulare.

Mentre la carne di origine vegetale utilizza ingredienti derivati ​​dalle piante, come la soia, la carne sintetica ha origine da cellule staminali di un animale, trasformate in tessuto muscolare. L’obiettivo è ricreare il gusto complesso e la consistenza della vera carne.

Impossibile non pensare alla scena del film Matrix. Ve la ricordate?

Produrre carne coltivata funziona così: si estraggono cellule staminali dai muscoli degli animali mediante una biopsia innocua. Questo fornirà loro i nutrienti,i sali, i tamponi di pH e altri fattori di crescita, necessari per moltiplicarsi. Le cellule, prolificando in coltura, formano il tessuto muscolare. Quando raggiungono un numero sufficiente, le condizioni di coltura vengono alterate per far sì che le cellule si formino in fibre muscolari. Risultato: un prodotto cellulare identico alla carne animale. 

Hamburger o bistecca?

E’ più facile produrre hamburger che bistecche.

Da un punto di vista pratico, infatti, è più difficile “imitare” un prodotto strutturato come una bistecca o un petto di pollo. 

Più semplice realizzare la carne macinata: le fibre muscolari vengono raccolte e poi assemblate in un hamburger o una polpetta. 

Per produrre bistecche che possiamo definire “carni strutturate”, invece, le cellule staminali devono essere seminate su un’impalcatura tridimensionale che muove e allunga il muscolo in via di sviluppo, simulando il corpo di un animale.

Facile immaginare quanto interesse possa esserci intorno al business della carne sintetica, poichè la tecnologia offre il potenziale per produrre prodotti a base di “carne” senza i rischi ambientali e sociali che gravano attualmente sull’industria della produzione di carne.

Un business da bilioni di dollari

Si stima che entro il 2050 il consumo di carne dovrebbe aumentare del 73%. Questo significa che la domanda sarà tale da rappresentare un enorme problema. La carne sintetica offre una possibile alternativa all’allevamento industriale di animali.

Un business decisamente interessante, quello della “clean meat”, in cui molte aziende hanno cominciato ad investire già da tempo.

Nonostante sembri fantascienza, questo ipotetico futuro è già il nostro presente. La tecnologia in questo settore si sta sviluppando rapidamente e produce, in termini economici, drastiche riduzioni dei costi di produzione. 

I vantaggi si estendono anche in termini di igene che di impatto ambientale. La carne pulita richiede il 99% di terra in meno e il 96% di acqua in meno rispetto all’agricoltura animale tradizionale. Inoltre, può essere prodotta a un ritmo molto più rapido. La crescita delle cellule in ambienti di laboratorio mitiga anche alcuni dei rischi per la salute associati alle pratiche di allevamento intensivo, come le malattie zoonotiche e la resistenza agli antibiotici. (fonte FAIRR.org)

Nutrire 2 miliardi di bocche in più entro il 2050 e soddisfare la crescente domanda di carne eserciterà una maggiore pressione sulla coltivazione delle colture foraggere, nonché sull’allevamento e l’allevamento del bestiame. I bovini contribuiscono in modo determinante alle emissioni di gas serra, che potrebbero essere eliminate. In relazione a benessere degli animali, decimando la popolazione di bestiame macelleremmo molti meno animali e potremmo mantenere i restanti in condizioni umane elevate”.

Dr Mark Post, inventore della “carne coltivata”
clean meat - un tecnico di laboratorio vestito di bianco, di schiena,. seduto ad una sacrivania con tante provette da laboratorio
Carne sintetica (clean meat): la bistecca di Matrix arriva in tavola

La posizione dell’OIPA

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) sul disegno di legge che vuole vietare la produzione e il consumo della cosiddetta “carne sintetica”, definizione volutamente erronea atta a suscitare un’ingiustificata repulsione. In realtà si tratta di carne coltivata derivante da cellule, un prodotto alimentare che viene realizzato utilizzando cellule animali.

Si tratta di una produzione che offre una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne. Una produzione che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare, fa notare l’Oipa.

Dal punto di vista del benessere animale, la carne coltivata è un’alternativa etica alla produzione di carne, che comporta mesi o anni di sofferenze in allevamento e che si conclude con l’uccisione degli animali“. Commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. “Anche se la produzione di carne coltivata richiede l’utilizzo di cellule animali, può rappresentare un’alternativa cruelty free alla produzione di carne che può andare incontro a chi ancora non ha abbracciato la scelta vegetariana o vegana, che noi comunque auspichiamo“.

L’Oipa ricorda che, secondo i dati Nomisma, il mercato mondiale della carne in vitro ha già registrato importanti investimenti, pari a 1,3 miliardi. E il portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker ha parlato di un possibile via libera in Ue al cibo prodotto in laboratorio a patto che rispetti gli standard nutrizionali.

Credit Photo: https://www.woodenearth.com/blogs/wooden-blog/what-are-wood-plates-for

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”