Cos’è Paragon e perchè si parla di spie su whatsapp? Cos’è Graphite e come funziona?
Sembra una storia buona per un film su una nuova avventura di James Bond, tra spie israeliane e servizi segreti, invece è tutto vero: le spie sono arrivate anche su whatsapp. Graphite: lo spyware di Paragon che minaccia la privacy è arrivato. Secondo Meta, sette utenti in Italia, vittime di attacco anche giornalisti e attivisti.
Negli ultimi anni, la tecnologia ha trasformato il nostro modo di comunicare e accedere alle informazioni, ma ha anche aperto la porta a nuove forme di sorveglianza. Governi e agenzie di intelligence di tutto il mondo investono in strumenti avanzati per monitorare individui e organizzazioni, spesso giustificando tali pratiche con motivazioni legate alla sicurezza nazionale. Tuttavia, il confine tra la tutela della sicurezza e la violazione della privacy si fa sempre più labile.
La sorveglianza digitale è una minaccia sempre più concreta. L’ultimo caso che ha sollevato allarme riguarda Graphite, uno spyware avanzato sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions. Questo software, progettato per infiltrarsi nei dispositivi e monitorare ogni attività, sarebbe stato utilizzato contro giornalisti e attivisti.
Software spia sempre più sofisticati, come Graphite, permettono di accedere ai dispositivi delle persone senza che queste se ne accorgano, mettendo a rischio la libertà di stampa, i diritti civili e la protezione dei dati personali. Questi strumenti, ufficialmente destinati a contrastare criminalità e terrorismo, vengono spesso usati per sorvegliare giornalisti, attivisti e dissidenti, sollevando interrogativi sulla loro reale funzione e sulle responsabilità di chi li utilizza.
Ma chi c’è dietro questo spyware? E quali sono i reali pericoli per la privacy e la libertà di espressione?
Chi c’è davvero dietro Graphite e quali sono i rischi concreti per la libertà d’informazione?
Cos’è Graphite?
Graphite è un software sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions e si comporta come uno spyware avanzato. Questo strumento è in grado di infiltrarsi nei dispositivi e raccogliere informazioni senza che l’utente se ne accorga.
Recentemente, parrebbe che alcuni giornalisti e attivisti, siano vittime di Graphite, tra cui il fondatore dell’Ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini, e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Il software sembra essere stato diffuso attraverso un file PDF veicolato in una chat di gruppo su WhatsApp, metodo che ha permesso di installarlo sui dispositivi delle vittime e ottenere un accesso completo ai loro dati.
Chi utilizza Graphite?
Paragon Solutions fornisce Graphite principalmente a governi e agenzie di sicurezza, che ne giustificano l’uso con la necessità di combattere il crimine e il terrorismo. Tuttavia, l’inchiesta di testate come il Guardian e Wired ha rivelato che il software è stato impiegato in operazioni di sorveglianza contro membri della società civile e del mondo dell’informazione. Secondo quanto riportato, Paragon ha anche un ufficio negli Stati Uniti e ha stretto un contratto milionario con l’Immigration and Customs Enforcement (ICE), l’agenzia investigativa sulla sicurezza nazionale statunitense.
Il caso di Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, è l’ennesimo esempio di come la tecnologia possa essere usata per controllare e silenziare voci scomode.
Come funziona?
Graphite sfrutta vulnerabilità presenti nei sistemi operativi e nelle applicazioni di messaggistica. Una volta installato, permette agli aggressori di registrare chiamate e messaggi, accedere a foto e video, attivare microfono e fotocamera a distanza e tracciare la posizione della vittima. Il suo funzionamento richiama quello di Pegasus, il famigerato spyware sviluppato dall’azienda israeliana NSO Group, che in passato aveva sfruttato una falla nelle videochiamate di WhatsApp per infettare dispositivi in tutto il mondo.
Perché è pericoloso?
La potenza di Graphite lo rende una minaccia concreta per la privacy. A differenza di altri software di sicurezza, non chiede alcuna autorizzazione prima di accedere ai dati e opera in totale segretezza. Questo significa che le persone sorvegliate spesso non si accorgono della sua presenza. e di essere sotto sorveglianza fino a quando non ricevono notifiche da aziende come Meta.
E’ proprio grazie a Meta, infatti, che le vittime hanno saputo della presenza di spie su whatsapp. La società recentemente ha avvertito alcune delle vittime dell’attacco: “A dicembre WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l’accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo”.
L’intrusione nei dispositivi di giornalisti e attivisti solleva gravi questioni etiche, poiché l’uso di spyware su membri della stampa è stato vietato dall’Unione Europea attraverso il Media Freedom Act del 2022.
Cosa si può fare per proteggersi?
Evitare spie su whatsapp non è impresa da poco e spyware come Graphite sono sofisticati e di alta tecnologia, ma alcune precauzioni possono ridurre il rischio:
- Aggiornare regolarmente il sistema operativo e le app.
- Non aprire link o allegati sospetti.
- Usare software di sicurezza affidabili.
- Evitare di scaricare applicazioni da fonti non ufficiali.
Cosa sta facendo il governo?
Il caso Graphite ha suscitato preoccupazione anche in ambito politico. Il governo italiano ha negato qualsiasi coinvolgimento nei presunti episodi di sorveglianza e ha attivato l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale per approfondire la questione delle “spie su whatsapp”. La Presidenza del Consiglio ha dichiarato che nessun giornalista ha subito o sta subendo controlli da parte dell’intelligence italiana, ma la vicenda continua a far discutere. Nel frattempo, Meta ha interrotto le attività di Paragon sulla sua piattaforma e ha confermato che almeno sette utenze italiane risultano compromesse.
Infine, il contratto tra Paragon e il Governo italiano è stato interrotto nei gironi scorsi.
Graphite è uno strumento potente ma controverso. La somma giustificazione all’uso di questo software è, ufficialmente, la sicurezza nazionale, ma gli ultimi sviluppi mostrano come possa facilmente trasformarsi in un’arma di sorveglianza di massa. Il dibattito sull’uso di spyware e sulla tutela della privacy è più attuale che mai e richiede un’attenta regolamentazione per evitare abusi. Proteggere il diritto alla riservatezza delle comunicazioni è fondamentale, soprattutto per chi opera in ambiti delicati come il giornalismo e l’attivismo.
Foto copertina di antonbe da Pixabay
Potrebbe interessarti anche:
Il Grande Fratello vi guarda: social, arriva il Dsa
1984 di George Orwell. Perché è sempre attuale?
WhatsApp terza spunta blu: addio agli screenshot di nascosto!
Lo status di Whatsapp sarà condivisibile come storia su Facebook e Instagram