Se Orwell ha immaginato il 1984 come l’anno del Grande Fratello, si è sbagliato solo di un paio di decenni. Questa è l’era del “Big Brother”, l’epoca in cui tutto ciò che viene pubblicato è sotto il controllo diretto di un grande occhio supervisore che deciderà cosa si può e cosa non si può dire, vendere, comprare, pubblicare sul web.
Si chiama Digital Services Act, DSA ed è il disegno di legge che andrà a regolamentare i contenuti illegali e/o nocivi sulle grandi piattaforme on line.
Una misura approvata nelle ultime settimane dall’Ue che impone ai colossi del web come Google, Facebook, Amazon ed Apple, ad esercitare un maggior controllo sulla moderazione dei contenuti e, di conseguenza, ad esserne maggiormente responsabili.
Detta così, sembra una dovuta e legittima tutela dell’utente web, con solo lati positivi. Ma è proprio così?
Il controllo delle inserzioni deve essere una tutela all’utente, ma il disegno di legge non prevede solo un’attività di monitoraggio su vendite fraudolente, phishing nascosti e servizi o contenuti illegali on line.
Le piattaforme, soprattutto i social potranno (e dovranno) monitorare che quanto pubblicato dagli utenti non sia anche “disinformazione”.
Ma andiamo con ordine.
Algoritmi…
Pubblicità ingannevoli, vendite fraudolente, mirate ad un target specifico di utenti-consumatori.,
Vi è mai capitato di fare una ricerca su Google, per esempio per acquistare un televisore o un cellulare, e poi ritrovarvi inserzioni pubblicitarie su Facebook proprio di quel modello e marca che avete valutato qualche ora prima?
Vi è capitato di entrare in un supermercato, e quando uscite vi arriva un messaggio che vi chiede com’è stata la vostra esperienza al negozio “X” o “Y”?
Oppure ancora, volete perdere qualche chilo e consultate un sito di suggerimenti per dimagrire e diete da seguire?
Sono algoritmi che si incrociano con i dati della geolocalizzazione del vostro cellulare. Rielaborati, questi dati, producono informazioni in merito alle vostre preferenze, ai vostri acquisti o ai vostri interessi.
Sulla base di questi dati, le piattaforme social o di vendita (Amazon, per intenderci) vi propongono poi una serie di servizi e prodotti che, guarda caso sono proprio ciò a cui vi siete interessati.
…e Nudging
L’indurvi poi all’acquisto è semplice: basta praticare il “nudge”. Il nudging è l’azione persuasiva, cioè un “pungolo” gentile che vi stimolerà in maniera persuasiva e occulta e vi condizionerà nelle vostre decisioni. Sono queste le tecniche di nudging.
Tecniche di markerting più o meno occulte, che influenzano emotivamente e psicologicamente e incidono sui processi decisionali dell’utente finale.
Tutto questo sarà vietato, come saranno vietate le tecniche di targeting indirizzate ai minorenni.
Il DSA impone che le piattaforme inneschino un meccanismo di notifica (all’utente) e di azione di rimozione, “senza indebito ritardo“, di prodotti, servizi e contenuti illegali. E’ previsto anche il diritto al risarcimento da parte degli utenti. “E’ nostro dovere assicurarci che ciò che è illegale offline sia illegale online“, dichiara l’eurodeputata Christel Schaldemose.
Ovviamente, il disegno di legge specifica che queste notifiche e azioni avvengano non in modo arbitrario e/o discriminatorio nei confronti dell’utente. Ciò a garanzia dei diritti fondamentali che comprendono anche la libertà di espressione.
Ed è qui che riparliamo di Grande Fratello.
The Big Brother’s watching You
Le piattaforme sono chiamate ad una maggiore responsabilità delle attività svolte dai loro “iscritti” anche in materia di informazione.
Certo, gli ultimi due anni, sono stati un esempio esaustivo di come l’informazione possa essere deviata, pilotata o addirittura sfalsata da ciò che ogni utente può scrivere liberamente sui social.
Da qui però a una censura arbitraria, il passo è breve.
Quali saranno i contenuti considerati “off limits”?
Quali saranno i parametri con cui si operererà alla rimozione di contenuti considerati “disinformativi”?
Il rischio è sempre uno e uno soltanto: il bavaglio all’informazione libera.
Attenzione a cosa scrivete dunque, perchè il Grande Fratello vi guarda.