Il rock di Cristoforetti è “Tutto in un brivido”

Dopo oltre 500 concerti e dopo aver aperto per tre volte i live di Vasco Rossi, il cantautore dall’anima rock Cristoforetti torna sulle scene con il nuovo brano “Tutto in un brivido”.

Tutto in un brivido

Il rocker trentino prosegue il proprio cammino musicale con una nuova canzone nata in circostanze particolari: “La canzone è nata dopo aver scambiato un paio di chiacchiere con alcuni detenuti di un carcere nel quale mi sono esibito. Quello che mi ha colpito di più delle loro parole è stato il racconto di una aspettativa di vita che non è stata esaudita. Il desiderio di raggiungere incondizionatamente un obiettivo talvolta li ha portati a percorrere delle direzioni sbagliate e dei sentieri che non erano i più appropriati. Il brano racconta la forza di vivere senza vergogna le frustrazioni, il sentirsi in colpa per aver sbagliato e le difficoltà che si incontrano quando si lotta per raggiungere i propri sogni”.

Sogni di rock’n’roll”, giusto per rimanere in tema, visto che di r’n’r (all’italiana) stiamo parlando: una canzone energica e vigorosa, a base di chitarre distorte, stacchi imperiosi di batteria e un ritornello che entra subito in testa.

Un singolo che lascia momentaneamente da parte le influenze “vascorossiane”, per passare ad atmosfere, complice forse l’interpretazione, graffiata e sofferta, molto vicina al miglior Gianluca Grignani.

Una sana iniezione di rock made in Italy, una boccata d’aria fresca in una estate appena iniziata, ma che già si annuncia torrida (e satura) di reggaeton e di finto rap.

cristoforetti, occhiali da sole e camicia colorata, in primo piano nella copertina del nuovo singolo

Cristoforetti

Grazie agli amici di Parole & Dintorni, che ringrazio, ho contattato Michele Cristoforetti, che ha commentato così, da vero rocker, il nuovo progetto: “Con questo brano ho messo da parte i bit per uscire con la mia voce e con il sound delle chitarre così com’è, puro e spudorato, con concetti ed atteggiamenti diretti e viscerali, in parte vissuti ed in parte ereditati. Per me la musica è il modo di superare i limiti, è come un treno che corre a tutta velocità e che corre rischi. Quando capiremo che sognare è una scelta, a tratti pericolosa, forse troveremo una soluzione o forse no…sicuramente il vento e la velocità che si vivono stando su sono troppo belli per non provarli”.

Video & Credits

Siamo anime imperfette, sempre alla ricerca, sempre in pena. Il nostro momento, il nostro giorno, la costruzione del domani. Ascoltiamo anche i nostri pensieri malsani. Siamo delle creature imperfette, si, ma chi lo può dire? Chi può dire dove sta il confine tra il consueto e la follia? Chi può dire cosa è giusto e cosa è sbagliato; chi può dire cosa siamo noi? Siamo una tribù, siamo pelle che si sfiora, siamo gente con un nodo in gola. Siamo animali ingabbiati che non possono continuare a non prendere il volo. E allora vai e vola, e senza paura di cadere e ricadere ancora”.

L’apertura è dedicata al monologo scritto dallo stesso Cristoforetti insieme a Vanessa Grey (conduttrice e speaker radiofonica) e Diego Spagnoli (direttore di palco di Vasco Rossi), che lo recita.

Poi le parole lasciano il posto alle immagini live del rocker di Rovereto (TN) accompagnato dalla propria band, sapientemente alternate alla storia tra due giovani che si incontrano casualmente in treno. Storia, d’amore, che trova il suo apice, “tutto in un brivido”, con un bacio al tramonto. Videoclip assai accattivante diretto dallo stesso di Michele Cristoforetti e da Giovanni Mocellin. non particolarmente originale nella sceneggiatura, ma sicuramente efficace.

Potete seguire Cristoforetti su FacebookInstagram, sul sito ufficiale e sul canale YouTube: potete ascoltare il brano cliccando qui.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.