Vasco Rossi pubblica “Bollicine” e nasce il mito

Per la rubrica “33 giri di ricordi”: recensione e retrospettiva dell’album “Bollicine” di Vasco Rossi. La nascita di un mito

La Storia non è solo quella che si studia sui libri di scuola. E’ storia tutto ciò che ha contribuito al nostro sviluppo sociologico e che ha segnato gli eventi culturali. Ogni contesto storico è stato accompagnato dalla musica, colonna sonora che ha “battuto il tempo” e raccontato in modo indelebile la storia, fissandola a colpi di note nella nostra memoria. Nasce così la rubrica “33 giri di ricordi”, la musica che ha fatto la storia.

Proseguono gli appuntamenti con i 33 giri di ricordi, meglio se in vinile, quelli che hanno segnato un’epoca: oggi tocca a “Bollicine” di Vasco Rossi.

1983

Il primo giorno dell’anno, Arpanet cambia ufficialmente protocollo per usare Internet Protocol, dando via a Internet.

Torino, è il 13 febbraio e nevica fitto: incendio del Cinema Statuto durante la proiezione del film francese “La capra”. Perdono la vita 64 persone a causa dell’inalazione dei fumi tossici sprigionatisi dai materiali altamente combustibili di cui erano rivestite le poltrone della sala. In seguito a tale evento verranno modificate le normative di sicurezza in materia di locali pubblici in Italia.

A Roma scompare in circostanze misteriose Mirella Gregori. E’ il 7 maggio e, solo in seguito, il caso sarà collegato a quello di Emanuela Orlandi, scomparsa quaranta giorni dopo.

In Francia, la nazionale italiana di basket vince il Campionato Europeo.

Palermo: in Via Pipitone Federico un’autobomba imbottita di tritolo esplode uccidendo il giudice Rocco Chinnici, due agenti di scorta e il portiere dello stabile.

Il segretario del Partito Socialista Italiano, Bettino Craxi, diventa Presidente del Consiglio. Sarà il governo più longevo della prima Repubblica.

Scandicci (Firenze): il 9 settembre due turisti tedeschi, Jens-Uwe Rüsch e Horst Wilhelm Meyer, entrambi di 24 anni, vengono assassinati a colpi di pistola a bordo del loro furgone Volkswagen T1. È il sesto duplice omicidio del cosiddetto Mostro di Firenze. 

Tiziana Rivale vince il Festival di Sanremo con “Sarà quel che sarà“.

La Roma vince il secondo scudetto. Capocannoniere del torneo Michel Platini con 16 reti.

I Philadelphia 76ers vincono il campionato NBA, battendo ai play off i Los Angeles Lakers.

Antefatto (1982)

Febbraio 1982: Vasco Rossi, partecipa al Festival di Sanremo con “Vado al massimo”: scarsa fortuna, e scarso riscontro di pubblico. Pur arrivando alla serata finale, si classificherà all’ultimo posto. Per dovere di cronaca, quel Festival venne vinto da Riccardo Fogli con “Storie di tutti i giorni”.

Qualcuno comincia a pensare, che il successo che tarda ad arrivare, non sia solo “Colpa d’Alfredo”.

La radio per la quale lavoravo all’epoca, comunque, decise di organizzare un concerto dell’artista in una discoteca della periferia, ex cinema, che all’epoca si chiamava “Milleluci”, in piazza Guala, a Torino.

Biglietti venduti circa un centinaio…molto circa…

Un’ora prima dello spettacolo arrivano due macchine: due Renault 5 nere, una con Vasco al volante insieme a Maurizio Solieri e Massimo Riva, sull’altra gli altri membri del gruppo.

Vasco entra a passo di carica nella hall e chiede subito se c’è abbastanza gente: noi gli diciamo che si, il locale è abbastanza pieno, circa 300 persone: “bene” dice lui, “meglio di ieri sera in provincia di Bergamo, il locale era vuoto”.

Vasco Rossi & The Steve Rogers Band in concerto

Puntualissimi cominciano a suonare e regalano ai pochi paganti uno show extra lusso: presentano quasi tutto il nuovo disco, per contiene, oltre a “Vado al massimo”, anche “Splendida giornata” e “Ogni volta”, con pezzi dagli altri dischi, tra cui una tiratissima “Dimentichiamoci questa città”, brano d’apertura, una versione completamente stravolta di “Voglio andare al mare”, una interminabile “Siamo solo noi”, per chiudere il concerto con quello che anni dopo sarebbe diventato un must: “Albachiara”.

Dopo lo show, portiamo lui e la band nella pizzeria di fianco alla discoteca. Io mi ritrovo seduto vicino a Maurizio Solieri e passiamo tutto il tempo a parlare di chitarre, di musica e del suo altro grande amore…la gnocca…e mi ritrovo a ridere fino alle lacrime per i suoi aneddoti.

A tarda notte ci fermiamo sotto i portici della piazza, a chiacchierare: un tantino a voce alta, visto che alcuni residenti chiamano la polizia, e ci ritroviamo tutti in questura.

Chiarito l’incidente, all’alba, ci salutiamo, abbracciandoci e baciandoci come vecchi amici, con la promessa di rivederci presto.

Capiterà due anni dopo allo Stadio Comunale, Curva Maratona: paganti circa 5000…nonostante una serata di pioggia e vento. Vasco e la band promuovono il nuovo disco “Bollicine”.

vasco rossi bollicine - la copertina del disco del 1983
Vasco Rossi – La copertina dell’album “Bollicine”

L’album

Bollicine” è al primo posto nella Lista dei 100 migliori album italiani, secondo la rivista Rolling Stone. E scusate se è poco.

E’ l’album che ha sancito la nascita del mito Vasco Rossi, la rampa di lancio verso i futuri successi e i futuri record di vendite e di presenze ai concerti.

Un disco composto da otto trecce, di cui alcune, tipo “Deviazioni”, “Ultimo domicilio conosciuto” e “Mi piaci perché, rimandano al “primo” Vasco, quello di “Colpa d’Alfredo” e “Siamo solo noi”, mentre “Giocala” e “Portatemi Dio”, lasciano intravedere quello che verrà più avanti.

Ma “Bollicine” comprende soprattutto tre capolavori assoluti, tre perle senza età, che sono diventate vere e proprie pietre miliari della storia della musica di casa nostra.

Bollicine

La title track, è diventata, nel corso degli anni, un classico da concerto.

Dedicata spudoratamente, per l’epoca, alla Coca-Cola e ai suoi benefici, e “forse” non solo a quel tipo di…cola…la canzone è un manifesto sul mondo dell’emittenza privata, televisiva e radiofonica, che in quel periodo stava vivendo il proprio boom, e in particolare sull’invadenza della pubblicità nelle trasmissioni.

Piccolo spazio pubblicità” era lo slogan che una TV locale, molto conosciuta a Zocca, Telesanterno, lanciava prima degli spot. Di qui la costruzione del testo, infarcito di modi di dire che, di lì in poi, diventeranno linguaggio comune. “Coca casa e chiesa”, un must.

Leggenda vuole che il riff di chitarra, scritto da Guido Elmi, sia stato ispirato da “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes.

Vita spericolata

La canzone, presentata al Festival di Sanremo, si classifica al penultimo posto, complice una performance leggermente alticcia sul palco del Teatro Ariston, davanti solo a “Cieli azzurri”, cantata da Pupo. Sempre per dovere di cronaca, la trentatreesima edizione, venne vinta da Tiziana Rivale con “Sarà quel che sarà”.

Vita spericolata” diventerà un inno generazionale.

E poi ci troveremo come le star, a bere del whisky al Roxy Bar”: versi immortali, che alludono al testo di Leo Chiosso del 1959, nella canzone “Che notte” portata al successo da Fred Buscaglione. Tutti pensarono invece allo storico locale di Bologna, dove i fan lasciano tuttora le loro firme (ne è stato tratto anche un libro: Roxy bagno: caro Vasco ti scrivo).

Senza dimenticare la omonima trasmissione televisiva, che ha fatto la fortuna di Red Ronnie.

Una canzone per te

Come raccontato più volte dallo steso Vasco Rossi, “Una canzone per te”, racconta dell’incontro, avvenuto a distanza di anni, con la ragazza che gli aveva ispirato “Albachiara”. Il rocker di Zocca, infatti scrisse il brano ispirandosi a una ragazza all’epoca quattordicenne, che dalla finestra di casa vedeva scendere dall’autobus e immaginava respirare “piano per non far rumore”. A distanza di quattro anni, quando la ragazza era diventata maggiorenne, Vasco Rossi la incontrò e le rivelò che “Albachiara” era dedicata proprio a lei: di fronte a questa rivelazione la ragazza rimase incredula e imbarazzata, “una canzone per te, come non è vero sei te!”.

Le mie canzoni nascono da sole, vengono fuori già con le parole”, è un vero e proprio manifesto artistico.

Le parti di chitarra sono suonate da Dodi Battaglia, con il quale Vasco collaborerà più volte. Inizialmente la canzone doveva essere incisa dallo stesso chitarrista dei Pooh, ma poi venne deciso uno scambio di brani con “Più in alto che c’è”, scritto da Vasco e interpretato da Dodi nell’album omonimo.

Va bene…va bene così

Dal quel concerto allo stadio, e dal relativo tour, di cui vi ho parlato poco sopra, venne poi tratto il successivo album, il primo live della carriera, intitolato appunto “Va bene…va bene così”.

Quella sera, a Torino, è stata l’ultima in cui ho potuto parlare con Vasco: popolarità in crescita esponenziale, concerti sempre più oceanici, livelli di sicurezza sempre più stretti, hanno impedito altri incontri. Pazienza. 

Nota a latere: fu più difficile spiegare a mio padre il perché del ritorno a casa di prima mattina, che ai poliziotti i motivi della cagnara sul marciapiede. Erano gli anni ’80, che ne sanno i millenials.

Dell’album “Bollicine” abbiamo parlato anche nella rubrica “33 giri di ricordi“, all’interno della prima puntata di “Baldi giovani in TV“, il format condotto da Annalisa Baldi.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.