Davide Van De Sfroos torna col suo folk e parla di respiro

«Ci siamo chiusi in un agriturismo e abbiamo iniziato a scrivere. A marzo 2020 il disco era pronto, ma la pandemia ha bloccato tutto». Esce venerdì 17 settembre “Maader Folk”, l’album di ritorno del cantautore Davide Van De Sfroos. 

L’album

Un contenitore di 15 tracce che parlano del passato ma anche incredibilmente del presente. Con queste piene di storia e di storie il cantautore monzese realizza uno spaccato di realtà che in parte nasce spontaneamente. «La cosa strabiliante – spiega – è stata analizzare le tematiche dei brani alla luce di ciò che stava succedendo. Avevamo messo in pausa l’uscita. Ci siamo resi conto che alcune canzoni possono tranquillamente essere state scritte per il periodo che stavamo vivendo nel 2020 e che stiamo tuttora vivendo».

Ne è un esempio la canzone “Fiaada”, la prima dell’album. È un brano dal sapore country western con tinte che riportano alle atmosfere del grande Maestro Morricone: un invito a cavalcare la vita cercando nuovamente lo spirito giusto. «Era già destinata a essere l’apertura del disco – spiega Van De Sfroos –. Chi avrebbe mai pensato che questa cosa sarebbe arrivata alla gente che ancora oggi usa le mascherine»

Il ritorno al folk e alle origini

L’album è una benedizione che Van De Sfroos rivolge alla sua terra. Il racconto di un mondo intriso di grande dignità e forza di volontà, raccontato nei brani “L’isola, “La valle” e “Gli spaesati”. Torna il folk e c’è il dialetto in cui si cimenta persino Zucchero Sugar Fornaciari presente nel duetto “Oh lord, vaarda gio”, una preghiera libera e solenne dalle sonorità gospel, un inno in cui le due voci si amalgamano fino a fondersi in una sentita richiesta di protezione a chi ci veglia da lassù.

Il forte significato del brano, impreziosito dalle alchimie sonore di Taketo, è esemplificato nel videoclip presentato nell’ambito della 78esima Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia, nel racconto in musica realizzato da Mauro Corona.

Davidw Van De Sfroos - la copertina dell'album con una donna altissima, con lunghi cappelli neri che scendono sulle spalle fino ai fianchi, in testa ha una coronadi fiori, indossa dei veli lunghi che solazzano e tende un amano ad un uomo con cappello a falda larga, vestito con una camicia a quadratoni colorati e jeans,. l'uomo tende la mano verso la donna, in piedi, con un ginocchio iegato e ai suoi piedi c'è una chitarra classica. In mezzo alla foto c'è la scritta Maader Folk
Davide Van De Sfroos
Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.