Ecologismo italiano: alberi fantasma, fake news e greenwashing

L’Italia e i suoi inciuci, l’Italia e il suo “fatta la legge, trovato l’inganno“, L’Italia, la terra dei cachi che purtroppo non riesce ad essere onesta neanche quando si tratta di ecologismo, ambiente e di salute.

Certo, l’Italia non è solo corruzione e furbizia. C’è anche e soprattutto un’Italia, quella vera, quella fiera, che combatte quel lato oscuro del nostro Paese che tenta di approfittarsi di ogni situazione per lucrare, anche sulle sventure, anche sulle emergenze.

Parlare di ecologismo non è mai facile perchè non rientra tra gli argomenti chatching dell’utente medio che frequenta il web. Eppure, di colpo, l’ecologia è diventata il tema centrale dell’attualità e delle questioni politiche. Siamo su un Pianeta che sta irriversibilmente andando verso una crisi climatica e ambientale che potrebbe mettere seriamente a rischio la nostra presenza su questo puntino d’Universo.

Deforestazione e riforestazione

Per fare spazio al cemento abbiamo decimato gli alberi, inquinato le acque e l’atmosfera e stiamo arrivando ad un punto di non ritorno.

Ed ora bisogna rimediare e invertire la rotta e dalla deforestazione siamo passati alla riforestazione. Un piano globale di “riqualificazione” del Pianeta Terra che interessa tutti i Paesi, anche l’Italia.

La Strategia Forestale Europea riprende l’obiettivo di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030 utilizzando principalmente le aree urbane e periurbane dove si dovrà piantare “l’albero giusto al posto giusto”.

Il PNRR italiano prevede un Piano di forestazione urbana ed extraurbana, per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano. E’ parte della “Missione 2 – Transizione ecologia e rivoluzione verde”.

Come stanno le aree metropolitane?

Sul Piano del MiTE si legge: “Le aree metropolitane costituiscono la tipologia di insediamento umano che più caratterizza il presente periodo storico, e si inquadrano come centri nevralgici di attività umane e di alterazione degli equilibri ambientali. Le problematiche dell’inquinamento atmosferico e dell’effetto “Isola di Calore” sono infatti particolarmente evidenti proprio nei contesti urbani, dove il consumo di suolo è generalmente marcato e vi sono diverse fonti di inquinanti atmosferici (traffico veicolare, attività economiche, riscaldamento), quali il particolato (PM).

L’inquinamento atmosferico non si limita a compromettere la salute umana (52.000 morti premature dovute al PM2,5, 10.400 all’NO2 e 3000 all’O3; EEA 2020), ma ha anche un impatto considerevole a livello economico, che può essere quantificato e valutato attraverso i valori di esternalità negativa e che rappresenta il costo per la società dei danni ambientali e sanitari. Oltre al decadimento della qualità dell’aria, per la presenza di siti industriali e per la concentrazione di mezzi di trasporto, le aree urbane contribuiscono in grande misura al riscaldamento globale attraverso emissioni di gas serra come CO2, CH4 e O3, e, a livello locale, il fenomeno climatico più evidente è sicuramente l’effetto “Isola di Calore Urbana” (Urban Heat Island,UHI)

alberi ai bordi di una strada di città dove sono parcheggiate in fila tante auto

Perchè è importante la biodiversità?

La conservazione della biodiversità ha un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda 2030 perché fornisce un importante contributo al sequestro e all’immagazzinamento di carbonio e all’adattamento al cambiamento climatico che, per contro, è una delle cause della perdita di biodiversità, con un forte impatto negativo su molti servizi ecosistemici da cui dipendono la nostra sussistenza e il nostro benessere (tra essi depurazione delle acque, stoccaggio del carbonio, fertilizzazione del suolo, impollinazione, rifornimento di materie prime e di biomasse, protezione dal dissesto idrogeologico).

Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza diventa il primo strumento di concreta attuazione degli obiettivi perseguiti dalle strategie politiche: tra le sei Missioni di cui si compone quella della “Transizione ecologica e rivoluzione verde” prevede puntuali misure per attuare riforme e interventi di particolare significato rispetto alle questioni e alle criticità poste.

Cosa prevede il Piano di forestazione?

La Strategia nazionale per la biodiversità 2020-2030 dedica un Obiettivo specifico alla conservazione delle foreste: “B.9 Ottenere foreste più connesse, più sane e più resilienti contribuendo attivamente all’obiettivo UE di piantare almeno 3 miliardi di alberi” declinato in azioni e sotto-azioni rivolte ad esempio ad aumentare la superficie forestale anche in aree forestali danneggiate da disturbi naturali e antropici promuovendo l’impiego di specie forestali autoctone; incrementare, tutelare e monitorare la biodiversità degli ecosistemi forestali a livello nazionale, regionale ed ecoregionale, migliorando le connessioni ecologiche, riducendo gli impatti negativi del cambiamento climatico e tutelando la salute e il benessere pubblico.

Parte significativa del tema forestale è rappresentata dalla forestazione in ambito urbano, periurbano ed extraurbano, in particolare nelle aree vaste metropolitane.

L’importo complessivo dell’Investimento è pari a 330 000 000 euro, con l’obiettivo di Piantare almeno 6,6mln di alberi, sviluppare boschi urbani per 6.600 ettari, riqualificare 14 Città metropolitane. (fonte Mase.gov.it)

ambiente verde con tanti alberi e prati

Quanti alberi abbiamo già piantato?

L’ultimo scandalo è scoppiato con la diffusione della delibera 8/2023 della Corte dei Conti sugli “Alberi Fantasma”, il programma da 330 milioni di euro finanziato con i fondi del Pnrr che ora si rischiano di perdere, perché invece di piantumare alberi si sono piantati semi o neanche, perché in alcune delle 14 città metropolitane interessate non si è andati oltre la fase di pianificazione.

Sugli “alberi di facciata”, Ener2Crowd.com aveva lanciato l’allarme in occasione del primo GreenVestingForum che si è tenuto a Milano lo scorso ottobre, scendendo in campo sulla specifica questione dei semi. «Una cosa è piantare un seme ed un’altra cosa è piantare un’albero» sottolinea Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore di Ener2Crowd, che aveva preso una posizione molto forte anche in relazione agli ultimi Mondiali di Calcio, quando il Qatar aveva promesso che il torneo si sarebbe disputato a zero emissioni di CO2 mentre invece ha generato 3,6 milioni di tonnellate di CO2.

L’attività di riforestazione è importantissima per combattere il cambiamento climatico, ma gli alberi devono essere veri alberi. Sulla piantumazione Ener2Crowd.com investe già molto, ma poi controlla e verifica che gli alberi siano effettivamente piantati, che crescano e siano in buona salute. Altrimenti ogni sforzo si vanifica.

«Proprio per questo ci siamo dotati di un comitato etico e per la riforestazione abbiamo scelto un partner di indubbia moralità quale ZeroCo2» mette in evidenza Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore insieme a Giorgio Mottironi, Sergio Pedolazzi e Paolo Baldinelli della società benefit proprietaria della piattaforma Ener2Crowd.com.

Ecologismo fasullo e greenwashing

Gli alberi fantasma sono solo la punta dell’iceberg.

Se da una parte abbiamo il furbini “dei semi”, dall’altra abbiamo le aziende che si avvolgono nella bandiera dell’ecologismo per poi investire nei settori dei combustibili fossili e dei trasporti aerei. Un’ecologismo di facciata perchè troppo spesso, gli interessi superano di gran lunga la coscienza e piuttosto che investire in ricerca, gli investimenti prendono la direzione più facile: far sembrare pulito ciò che non lo è attraverso imponenti azioni di marketing.

Avete notato come quasi tutti i grandi fornitori di energia, gas o petrolio abbiano inserito il verde nel loro logo? Anche questo è un messaggio subliminale che riporta ad un’identità “green” che in realtà non hanno. Un’analisi statistica rivela l’uso sistematico degli interessi dei combustibili fossili di immagini che evocano la natura per migliorare il “verde” dell’immagine del marchio sui social media. Questa sottile intenzionalità nei confronti del messaggio “verde” di interesse per i combustibili fossili non è mai stata così forte. E poi ci sono le strategie di marketing che promuovono il proprio prodotto senza parlare del prodotto, focalizzando la pubblicità su tutt’altro argomento che rimandi rigorosamente alla natura.

Questo è il greenwashing. Far apparire pulito ciò che è sporco.

greenwashing - una lavatrice bianca con l'oblò e dentro c'è ilpianeta terra che sis sta lavando con acqua

Alberi fantasma e fake news

Basta agli alberi fantasma, ai fondi verdi che invece sono grigi, alle etichette ecologiche fasulle, alle pubblicità eco-friendly dubbie: il 75% dell’ecologismo è falso. 

«I tre quarti delle dichiarazioni che vediamo sul mercato sono deboli, ingannevoli o addirittura false. Questo danneggia la fiducia dei cittadini e penalizza le aziende che davvero sono ecologiche e fanno sforzi reali verso una maggiore sostenibilità» mettono in evidenza gli analisti di Ener2Crowd.com, la prima ed unica piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico.

L’anno scorso Ener2Crowd.com aveva puntato l’indice anche sui 388 tra gli 838 fondi azionari “verde scuro” (Article 9) presenti sul mercato europeo che investivano in società attive nei combustibili fossili e nel trasporto aereo, due dei settori che sono maggiormente responsabili del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Ora questi fondi sono stati declassati ed il loro patrimonio è sceso di 175 miliardi di euro (-40%).

Una tecnologia per monitorare e certificare le riduzioni di emissioni climalteranti

Ener2Crowd ha appositamente sviluppato una tecnologia in grado di monitorare e certificare le riduzioni di emissioni climalteranti che finalmente potrà garantire un mercato dei crediti di carbonio efficace e trasparente. Grazie ad un’iniziativa dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE) questa tecnologia è già stata presentata con grande successo negli Stati Uniti.

«Vogliamo che i cittadini ottengano un’informazione affidabile, che sia coerente e verificabile. Un’informazione trasparente e facile da comprendere, proprio come facciamo noi con gli investimenti che proponiamo sulla nostra piattaforma. Una trasparenza che è reclamata anche da tutte le aziende veramente green, che vogliono appunto una maggiore sicurezza giuridica e delle regole del gioco eque che stimolino la competitività degli operatori economici che si sforzano di aumentare la sostenibilità ambientale delle loro diverse attività» spiega Niccolò Sovico.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”