È visibile fino a domenica 30 gennaio, presso la Sala delle Arti di Collegno la mostra di Fabrizio Piuma: Piuma’s art exhibit, get intrigued by pop paintings. E in effetti non si può che rimanere affascinati dalle circa 40 tele esposte che sono un vero e proprio inno alla pop art. Anche Piuma raffigura, così come vuole, appunto la pop art, oggetti e soggetti della realtà quotidiana, allontanandoli dal loro ambiente naturale e isolandoli. Ma l’artista va oltre, non si limita alle cose, ma raffigura anche persone, figure mitologiche, divinità. Quasi come se la sua arte fosse una continua ricerca di catarsi.


“Fabrizio Piuma nasce pittore otto anni fa per caso – ci racconta -. Ho tratto ispirazione da un amico che dipingeva quadri pop, su questo stile che a me piace molto. Lavoro come infermiere in ambito sanitario sociale con persone che lottano contro la tossicodipendenza e dipingere per me, da allora, è diventata una valvola di sfogo.Le mie due prime tele sono state copie in realtà delle sue opere, e questo ha dato il via per creare in seguito dei miei soggetti“.
Dipingere è una catarsi
Dipingere per Fabrizio Piuma è quindi una vera e propria catarsi. Un processo di liberazione da esperienze e situazioni difficili con cui viene a contatto tutti i giorni. Un processo inteso, cosi come vuole la mitologia greca classica, come rito magico della purificazione del corpo e dell’anima da ogni contaminazione.


“Proprio per sfuggire al grigiore e alla pesantezza amo caricare i colori. Sono i colori della mia vita, la mia valvola di sfogo in cui amo potermi chiudere e uscire dal mio quotidiano. È un messaggio di gioia, di divertimento, di voglia di stare insieme. È un riportare attraverso il colore un po’ di serenità. I colori arrivano dalle mie emozioni.Vengo colpito essenzialmente dalle forme, in cui imposto un colore alla volta. Spesso lavoro anche su quattro o cinque quadri contemporaneamente. A volte qualcuno viene ripreso anche dopo settimane, quando trovo l’ispirazione per il colore giusto da aggiungere. Quindi si, possiamo parlare di un vero e proprio processo di catarsi.
Freedom jungle
C’è un quadro che mi è particolarmente caro, fa parte della mia prima fase, I miei primi tentativi di pittura. Quando ancora non avevo una padronanza totale del pennello e facevo i contorni con grandi pennarelloni. Poi nel tempo, ovviamente, ho affinato la tecnica e acquistato sempre più padronanza”.


Questo quadro, un dittico che rappresenta un leone, porta una scritta: freedom jungle. E in effetti troviamo, espressa in tripudio di colori, tutto il significato della libertà. Due occhi felini, dai mille colori, che esprimono autonomia, indipendenza, autocontrollo. Forse sempre più difficile in questa società : freedom jungle appunto.
Icaro
In pressoché tutte le sue opere, presenti nella prima sezione della mostra, troviamo espressa la forza intesa come forza interiore , il coraggio, il combattimento, la potenza. Una narrazione di tela in tela, a partire dalla donna che scala la montagna fino all’uomo con la mascherina, per finire su Icaro che racconta di grande potenza interiore. “Sono in effetti rappresentazioni di una grande forza d’animo, un combattere per raggiungere un’ideale vetta”.
C’è un opera di Fabrizio Piuma che riassume in sé tutte le tematiche finora descritte. Quest’opera è Icaro che, pur facendo parte della prima fase, come ci spiega l’autore, porta in sé l’essenza del suo messaggio d’arte. Questo Icaro che sale i gradini con una posa che esprime totalmente il senso di pesantezza e di consapevolezza dell’ardua impresa che sta per compiere. Quasi una premonizione di un’ azione al di sopra delle proprie forze, andando incontro a eventi irreparabili. Ma è anche un Icaro pieno di gioia e di colori, simbolo dell’entusiasmo e della felicità dati dal volo.


La plasticità di un abbraccio
“Ora come ora mi sto avvicinando sempre di più alla rappresentazione della fisicità. – continua Fabrizio-. Mi piace l’intreccio dei corpi, il loro sfiorarsi, l’abbraccio. L’espressione della convivialità e della condivisione mi creano, oggi, più emozioni che non nelle precedenti rappresentazioni di visi e forme. L’armonia della plasticità derivante da due corpi fusi in un abbraccio é anche ciò che è mancato di più in questo momento storico.
Anche questa mostra doveva già inaugurare lo scorso anno, ma è arrivato il secondo lockdown che ha fatto slittare tutto. Per cui ancora di più in me sento la necessità di una rappresentazione di empatia e comunione fisica. Voglio inoltre ringraziare per aver creduto in me e nella mia arte, fin dall’inizio, Bruno Casadei, senza il quale questa mostra non sarebbe mai nata“.


La mostra si chiude con la galleria dei famosi, in cui vengono rappresentate molte figure iconiche da Sofia Loren a Madonna a Amy Whinehouse. Ma anche icone del fumetto come Maleficent e Joker. Ricordiamo che la mostra è visitabile, a ingresso libero, fino a domenica 30 gennaio tutti i giorni dalle 15.00 alle 18.00 presso la Sala delle Arti di Collegno in via Torino 9. Altri lavori dell’artista sono visibili sul suo profilo Instagram

