Festival di Sanremo 2022: il parere di Gae Capitano

Trame sonore scontate, trucchi da mestieranti e piccoli diamanti: il parere del Maestro Gae Capitano sul 72° Festival della Canzone Italiana

“Tutti vogliono un parere sul Festival di Sanremo 2022, anche solo con la scusa di scroccarmi un aperitivo mentre fanno finta di ascoltarmi. Quindi ringrazio il direttore e lo staff di Zetatielle Magazine per ospitare queste mie elucubrazioni, scritte con l’intenzione di chiudere il sipario sul discorso Sanremo. E dare un taglio ai conti del bar”.

Chi mi conosce sa che non amo giudicare il lavoro altrui; quando si tratta di allievi nei workshop o colleghi che ti propongono inediti è diverso. Lo si fa sempre con l’intenzione di aggiungere valore alle opere.

Giudicare le canzoni di una macchina complessa come Sanremo, dove gli artisti in gara non sono che la parte scenica del lavoro di interi team di professionisti, è tutt’altra cosa.

Bisognerebbe lasciarlo fare ai nostri critici musicali, che hanno background formativi elevati, migliaia di ore di ascolti e il dovere etico di rimanere imparziali almeno ai loro pensieri. Venegoni, Monina, Fiume, Cosentino, Neri, Boccardo, Donvito, Scandurra, i miei personali punti di riferimento.

Al massimo potrebbe essere interessante ascoltare il parere dei pochi grandi autori che si espongono. Come Saverio Grandi, che dall’alto di decine di successi hanno dimostrato di conoscere i meccanismi di giudizio.

E di giudizio parliamo, quindi.

Per giudicare questo festival particolare, in equilibrio tra piccoli capolavori e una dozzinale carrellata di ruffianerie, ho dovuto ricordare a me stesso che noi siamo macchine biochimiche. E che utilizzano tre tipi di processi mentali per arrivare a delle conclusioni.

Il processo rettile

Il Processo Rettile che si occupa degli impulsi istintivi, della prima impressione a pelle; la Neocorteccia Cerebrale, che elabora tutti i dati attraverso i [tentativi de] l ragionamento e infine Il Cervello Limbico, che ci fa guardare le cose attraverso i filtri dell’ empatia e dei sentimenti. Quello più vicino all’anima, per intenderci.

Il Cervello Rettile, naturalmente il più grezzo dei tre (e il mio modestamente non scherza), si è subito indignato per il terzo posto di Morandi (avrebbe preferito il solo Premio alla carriera). Ma anche per la mancata assegnazione del Premio Bardotti per il miglior testo a Truppi (di cui però non metterebbe mai in auto il brano).

Non perché la canzone che ha ricevuto il premio al suo posto sia immeritevole, anzi, “Sei tu” è uno dei testi meglio confezionati di questa edizione. Ma perché’ ad artisti del grande livello di Moro e’ giusto non perdonare cineserie musicali, che imitano schemi già visti e piaciuti (il ritornello di “Che sia benedetta” della Mannoia) e concetti letterali “piacioni” presi direttamente dai Baci Perugina.

Si e’ ritrovato poi infastidito da alcuni personaggi senza i rudimentali ferri base del mestiere dell’ artista (non stonare e avere preferibilmente qualcosa da dire) e per i quali il mistero della loro presenza è degno di alcune puntate “X File” o “Twin Peaks”  di David Lynch. Personaggi a cui nessuno nega il diritto di essere a Sanremo ma che, in questo momento, hanno letteralmente rubato il posto a centinaia di artisti che meriterebbero quello spazio purtroppo troppo unico e importante. E sfido chiunque a non conoscerne qualcuno che avrebbe potuto quest’anno sostituire il povero Tananai.

Il Cervello Rettile

Il cervello Rettile si è infine accigliato per i vari plagi, dal livello molto scarso di molti testi in gara e dal monopolio poco serio della presenza degli stessi nomi a firmare tanti pezzi: mix di autori che – oltre a far sorgere leciti dubbi sulle trasparenze selettive dei brani concorrenti – hanno creato surreali presentazioni che sembravano rubate ai film di Fantozzi.

Il cervello razionale

La parte più complicata del mio pensiero [Il Cervello Razionale] ha poi immaginato questa edizione Sanremese come una grande festa di paese (Sant’Ilario di “Bocca di Rosa” di De Andrè).

Lo smaliziato presentatore (Amadeus) ha invitato i personaggi più noti per rendere l’evento interessante. La bella di turno (Ana Mena), i big delle vecchie generazioni (Morandi, Ranieri) e delle nuove (Mahmood & Blanco), l’ospite d’onore, (Elisa), alcune rappresentanze esotiche in senso artistico (Rettore&dnp), un onesto campionario di seri professionisti Noemi, Le Vibrazioni, Moro, Zanicchi, Giusy Ferreri , e infine una bella carrellata di artisti in grado di “fare cartellone” e giustificare il prezzo del biglietto (il resto nei nomi).

E “Signore&Signori” con la maestria dei migliori prestigiatori ha fatto in modo tutti portassero a casa un premio dignitoso. Primo posto agli artisti del momento, Mahmood & Blanco, un onorevole Premio Bigazzi e un secondo posto all’artista più importante della generazione precedente, Elisa, senza dimenticarsi dei big che hanno dato importante vetrina al Festival con la loro presenza: un Premio Mia Martini a Ranieri con un meritato pezzo di Fabio Ilaqua e un terzo posto per Morandi con un immeritato pezzo di Jovanotti.

Tutti gli altri? Felici e contenti di aver fatto parte della vetrina musicale più importante d’Italia, che permetterà di alzare in automatico i cachet per le prossime esibizioni dal vivo.

Ana Mena compresa, che ha fatto la figura della bella del paese invitata sul palco solo per la sua presenza scenica, ma che dall’alto di due milioni e mezzo di visualizzazioni per una canzonetta multi/plagio, ad oggi, ci sorride con l’aria di chi ha capito tutto del mondo dello spettacolo.

festival di sanremo 2022: un collage di immagini che ritrae gianni morandi, mahmood e blanco, elisa e gae capitano con la bacchetta da direttore d'orchestra in mano
Festival di Sanremo 2022: il parere del M° Gae Capitano

Il Pensiero Limbico

Eh sì, la durezza del pensiero rettile e il complottismo del pensiero razionale sono al limite del fastidioso; per questo motivo per l’ultimo ascolto dei brani sanremesi di questa edizione ho chiuso gli occhi e ho cercato di lasciare l’ultimo giudizio al “Pensiero Limbico”; e che cosa ho visto e sentito?

Innanzi tutto la mancanza di effetti speciali, come la farsa teatrale di Bugo & Morgan, delle passate edizioni.

Il tentativo riuscito di Amadeus di mescolare le solite carte del mazzo con un cast che ha sorpreso tutti lasciando spazio a nomi meritevoli e conosciuti solo dagli addetti ai lavori, che hanno avuto modo di arrivare finalmente al grande pubblico, come Highsnob&Hu o Dito Nella Piaga.

E ancora la simpatia di Dargen D’amico e della Rettore; la bellezza dell’ interpretazione di Noemi (crisalide non solo da un punto di vista estetico ma anche per la sua complessa performance vocale che la conferma una delle nostre più brave interpreti), la bella voce di Yuman, l’energia di Morandi, la semplicità di Matteo Romano, l’inaspettata emozione da palco di Ranieri, la grinta della Zanicchi ele parole d’autore del brano di Truppi, che ha avuto la sola colpa di sbagliare Festival.

High Moments

E poi i momenti più alti del Festival di Sanremo 2022. La  magia e professionalità di Elisa, che ci ha regalato una canzone deliziosa, un po’ disneyana ma equilibrata e perfettamente costruita senza trucchi.

L’enorme talento di Veronica e Dario de La rappresentante di Lista, una delle realtà musicali più belle in Italia, a cui avrei affidato il terzo posto sul podio e la partecipazione all’Eurovision.

Infine la grande interpretazione di due ragazzi, Irama e Michele Bravi, che arrivando da due percorsi di vita diversi hanno saputo in qualche modo reinventarsi ed emozionarci con brani e interpretazioni di grande livello emotivo. Anche se con qualche sbavatura tecnica (la performance di Bravi) o malizia (la melodia copiata da Bruno Mars in “Lighters” dei Bad Meets Evil, di Irama). D’altronde ormai i plagi da alcuni anni sembrano inevitabili, impuniti e di quasi di moda.

Festival di Sanremo 2022: La canzone Vincitrice

E la canzone vincitrice? A parte il riferimento del ritornello copiato da “Another Love” di Tom Odell, che è doveroso citare, l’interpretazione di Ale e Ricky è stata emozionante e il brano è bello.

Una sorta di ballad moderna che spezza i canoni standard e rimane sospesa tra nuovo (per gli equilibrismi vocali) e antico (per gli accordi inusuali di settima, le armonie evocative e le melodie ariose).

Inoltre Mahmood & Blanco ci hanno regalato quella spensieratezza e voglia di cantare, fregandosene del peso delle aspettative e dello spettacolo televisivo, che da tanti anni mancavano al Festival. Compreso il piccolo grande gesto di dividere la vittoria sul palco con il loro produttore; bello e non da tutti.

Quindi perdoniamo i testi delle canzoni (che in alcuni casi sembrano scritti da e per bambini).

Dimentichiamoci dei plagi, degli artisti e brani che avrebbero meritato di essere presenti, delle scalette, che nessuno si aspetta mai reali, e teniamoci solo la musica che ci ha fatto emozionare.

“Perché anche quest’anno, tra il fango dei trucchi da mestieranti e la sabbia delle parole inutili, qualche piccolo diamante, che ci accompagnerà musicalmente per i prossimi anni, nel setaccio delle emozioni è rimasto“.

Dal Festival di Sanremo 2022 è davvero tutto.

Gae Capitano
Gae Capitanohttps://gaecapitano.it/
Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano