Sanremo 2022 serata finale: vincono Mahmood e Blanco

Amici vicini e lontani “ALLEGRIA” e benvenuti a Sanremo 2022 serata finale.

Record di ascolti per la serata cover, che è stata seguita da 11.378.000 spettatori pari al 60.5% di share, il più alto dal 1995 per una quarta serata.

Stessi cantanti, anche se per qualcuno è un eufemismo, canzoni diverse: fatevi la domanda e datevi la risposta. Comunque, mi sono emozionato di più nelle varie puntate di The Voice Senior.

Numeri pazzeschi, che sicuramente porteranno a un Amadeus Quater, nonostante le probabili smentite d’ordinanza, le voci su Antonella Clerici, appunto, e Cattelan per il prossimo anno.

Ci sarà ancora lui, padre padrone e direttore artistico, lo preannunciano i numeri. Che piaccia o meno (sarò felice di essermi sbagliato).

Ma, almeno a mio parere, non è tutto oro quello che luccica. Vediamo il perché.

Amadeus

Le prime avvisaglie di “mikebongiornizzazione” si erano già manifestate durante l’ultima edizione de “I soliti ignoti”. Manca solo il mitico “allegria” e il processo è completato. Anzi, si è completato proprio sul palco del Teatro Ariston, dove postura, atteggiamenti e tono di voce, assomigliano sempre di più a quelli del mitico presentatore italo-americano.

Memore delle cazzate dello scorso anno, il buon Amadeus, è corso ai ripari, mettendo su un cast, per questa edizione, a prima vista senza né arte né parte, cioè 22 big e presunti tali messi insieme a cazzo di cane, tra resurrezioni varie e milioni di streaming, più tre giovani, in un calderone comune.

A prima vista, perché alla fin fine, i risultati gli stanno dando ragione.

Guardate il podio della classifica provvisoria: al terzo posto una cantante della middle-age, al secondo un evergreen, in testa due giovani idoli dei giovani.

Ripeto, a prima vista, e in base allo share, perché sulle canzoni c’è parecchio da dire.

Scimmiottature e affini

Dovete sapere che alcuni, pochi, fortunati, o paraculati, o imbucati, come preferite, hanno la ghiotta opportunità, ai primi di gennaio, di ascoltare le canzoni in anteprima. Bene, cioè male, visto che li conosco tutti, ho letto tutte le pre recensioni, e mi chiedo se questi siano del mestiere, e soprattutto che cazzo vadano a fare a Milano, se non per passare un giorno fuori sede a fare shopping.

Tutti si sono lanciati in recensioni entusiastiche, tirando fuori il fior fiore del proprio linguaggio forbito.

Nessuno, e dico nessuno, si è accorto che di 25 canzoni presentate, ben 9, più del 40%, risulta già sentito, in alcuni casi, anche clamorosamente.

Riepiloghiamo:

Yuman, intro di piano e vocalizzi ripresi spudoratamente da “The great gig in the sky” dall’album “The dark side of the moon” dei Pink floyd.

Gianni Morandi, si proprio lui: Jovanotti, si proprio lui, si è ispirato a “Stasera mi butto” di Rocky Roberts, e a “Eloise” di Barry Ryan.

La rappresentante di lista, ha ripreso paro paro il refrain e la ritmica di “Splendido splendente” di Rettore. Provate e cantarla sopra, e crederete.

Massimo Ranieri, a parte l’atmosfera che richiama “Caruso” di Lucio Dalla, richiama chiaramente “L’uomo senza età” di Renga.

Ana Mena, canta una versione velocizzata di “Amandoti” scritta da Giovanni Lindo Ferretti (CCCP), successo di Gianna Nannini. Ormai lo sanno anche i muri.

Dargen D’Amico, ci porta sulle giostre, sul “Tagadà” in particolare, nella versione di Federico Seven VS Dj Matrix

Fabrizio Moro, fin troppo liberamente ispirato a “Che sia benedetta” di Fiorella Mannoia.

Rkomi, plagio clamoroso, a partire dall’intro di “Personal Jesus” dei Depeche Mode.

Ditonellapiaga & Rettore, una via di mezzo tra Donna Summer e Olivia Newton John.

Penso possa bastare.

La formula (sbagliata)

Tutti insieme appassionatamente, senza eliminazioni.

Claudio Baglioni, nel 2018 eliminò le eliminazioni, cercando di trasformare, parole sue “Sanremo in una mostra della musica italiana”.

Mai scelta fu più sbagliata. Le eliminazioni danno sale e pepe alla manifestazione, e pane per i giornalisti. Belli i tempi in cui Claudio Villa apostrofava il patron Gianni Ravera a base di “Infame e faccia di merda”.

Da 5 anni Sanremo è politically correct, troppo correct.

Sempre Claudio Baglioni, nel 2019 abolì la gara dei Giovani, portando in gara i due vincitori delle selezioni: Irama e Mahmood. Il primo si classificò bene, il secondo vinse.

Quest’anno, Amadeus ha ripristinato la scelta baglioniana, e sono stati scelti tre bimbiminkia che manco sanno cantare, e il risultato è evidente.

Quindi: ridurre i big, ripristinare le eliminazioni e la gara dei giovani. Grazie.

Dimenticavo: abolire il PrimaFestival e togliere lo spazio durante il TG1 a Paolo Sommaruga, che riesce nel difficile compito di far rimpiangere il re del “capolavoro” Vincenzo Mollica.

Le perle di Amadeus

Una serata con venticinque canzoni in gara è un castigo corporale, una tortura, roba che farebbe rabbrividire anche Amnesty International. Ma lui è Amadeus, quello che finge sempre di essere il tonto di turno, e può permettersi le venticinque canzoni, ospiti, marchette, nave e quant’altro serva a tirare tardi. 

Per la terza volta in quattro serate fa alzare e ballare la gente in sala, alla facciaccia di tutti quelli che gestiscono o lavorano in locali dove si balla e dove si fa musica dal vivo, chiusi da un anno e mezzo. Davvero un uomo solidale con chi lavora nel suo stesso settore, Amedeo Umberto Rita Sebastiani.

Spero di rivederti presto su questo palco”, rivolto a Gianluca Grignani. Ma pigghi po ù culu? Se proprio avessi voluto rivederlo al Festival, avresti potuto chiamarlo tu no? Hai avuto tre anni e tre cast a disposizione per farlo.

Amadeus, ha permesso a Morandi e Jovanotti, di proporre i propri successi (praticamente la cover di se stessi), l’uscita di Jovanotti come ospite (con il televoto ancora aperto) e il bis finale in teatro. Dicesi campagna elettorale, oltretutto con una canzone che (firmata guarda caso anche da Lorenzo), è in odore di plagio, come già sottolineato poco sopra.

Sanremo 2022 serata finale

Come sempre succede, anche questo Sanremo 2022 serata finale va avanti stancamente, nonostante Amadeus cerchi di creare un po’ di hype, tra canzoni, abiti stravaganti, ospitate, Nutella Day e marchette varie.

Tutti aspettano il risultato finale, che come sempre arriverà a tarda notte.

Sabrina Ferilli è la co-presentartrice, Marco Mengoni il super ospite.

Riascoltando le canzoni, ci si rende conto di come la qualità sia davvero bassa, cosa che neanche Antonella Clerici, Fabio Fazio, e Giorgio Panariello tutti insieme, erano riusciti a fare.

Ma, come ribadito più volte quest’anno #nonvoglioesserepolemico.

Curiosità statistica: Sabrina Ferilli torna a condurre il Festival 26 anni dopo la prima volta, nel 1996.

Lo fece accanto a Pippo Baudo, che ai tempi aveva 60 anni. Oggi lo fa con Amadeus, che ha appunto guarda caso proprio 60 anni. Cioè Amadeus ha la stessa età che aveva un apparentemente già anziano Pippo al suo 10° Festival condotto.

La domanda sorge spontanea: chi sarà quel fortunato conduttore che a Sanremo 2048, a 60 anni, avrà al suo fianco Sabrina Ferilli sul palco del Teatro Ariston?

Stop al televoto (ore 01:00)

Chiudono Le Vibrazioni e devo dire che il suggerimento di Igor Nogarotto si è rivelato assai fondato: lo stacco è praticamente uguale a “Maniac” di Michael Sembello (colonna sonora di “Flashdance“). E sono 10, di bene in meglio, ma, ormai l’avete capito #nonvoglioesserepolemico.

Per me è pomeriggio” gigioneggia Amadeus, e parte la classifica finale: ultimissimissimissimo Tananai, che presso diventerà capo reparto alla LIDL.

I primi tre risultano, in ordine sparso: Elisa, Gianni Morandi, Mahmood e Blanco. Il televoto non ribalta la classifica di ieri sera. Come scritto in precedenza ha vinto Amadeus, che piaccia o meno.

Nuova votazione a Sanremo 2022 serata finale: giuria demoscopica, sala stampe e televoto.

C’è anche tempo per il nuovo singolo di Orietta BertiLuna piena” (a me, me pare n’a strunzata) e per sentire Fabio Rovazzi cantare, meglio di tanti altri in gara, e Amadeus rappare, #stendiamounvelopietoso.

Stop al Televoto (ore 01:38)

Premio Mia Martini a Massimo Ranieri.

Premio sala stampa Lucio Dalla (assegnato in DAD) a Gianni Morandi.

Premio Sergio Bardotti (miglior testo) a Fabrizio Moro.

Premio Giancarlo Bigazzi (miglior musica) a Elisa.

Classifica finale: terzo posto Gianni Morandi (Jovanotti…tiè), secondo posto Elisa, vincono Mahmood & Blanco.

La campagna elettorale di Lorenzo Cherubini porta il suo pupillo all’opposizione, Elisa diventa vice primo ministro, e a capo del governo della Repubblica Marinara Indipendente di Sanremo, Mahmood & Blanco.

Vince la canzone che per essere compresa necessita dei sottotoli. Finisce come avevo previsto il 5 dicembre, alla presentazione del cast.

Ultima considerazione: siamo riusciti a sopravvivere anche senza Fiorello.

Per questa edizione è davvero tutto. Grazie per la cortese attenzione. Al prossimo anno.

La SPINA di Igor

E non potevo chiudere la serie di articoli, senza “l’arguto e beffardo” commento di Igor Nogarotto, scrittore e musicista, autore del best seller “Rosa stacca la spina“, che potete acquistare in tutte le librerie e on-line, cliccando su questo link.

Amadeus VS. Fiorello: parodia di un amore finito

GIUSY FERRERI – “Scordati pure di me”
“Se fossi qui con me questa sera, sarei felice e tu lo sai”

LIGABUE – “A che ora è la fine del Festival”
“Fiorin Fiorello lo share è bello se non ci sei tu”

VASCO ROSSI – “Sono solo”
“Condurre senza te, non è mica semplice, non lo è stato mai per me, io che ci credevo più di te…”

LAURA PAUSINI – “La solitudine dei numeri, prima”
“Fiore se ne è andato e non ritorna più”

CATERINA CASELLI – “Insieme a te non ci sto più”
“Insieme a te non ci sto più guardo lo share da lassù”

Ma sicuramente al Festival 2023…

BRUNO LAUZI – “RitorneRAI in RAI”
“Ritornerai lo so ritornerai e quando tu sarai con me ritroverai tutte le cose che tu non volevi vedere intorno a te e scoprirai che nulla è cambiato che sono restato l’illuso di sempre e riderai quel giorno riderai ma non potrai lasciarmi più ti senti solo con la tua libertà ed è per questo che tu ritornerai ritorneRAI”.

Sanremo 2022 serata finale: adesso è davvero tutto.

sanremo 2022 serata finale - il libro di igor nogarotto, rosa stacca la spina, tenuto in alto da due mani
Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.