Per la rubrica “33 giri di ricordi” (meglio se in vinile), recensione e retrospettiva dell’album “Formula 3“, della omonima band, del 1971.
1971
Egitto, 15 gennaio: apre ufficialmente la diga di Assuan
Guerra del Vietnam, febbraio: le truppe del Vietnam del Sud, appoggiate dall’artiglieria e dagli aerei statunitensi, invadono il Laos.
Roma: il ministro degli Interni, dopo le indiscrezioni edite dal quotidiano Paese Sera, rende noto il tentativo di golpe di Junio Valerio Borghese del 7 dicembre 1970; Borghese, colpito da mandato di cattura, scappa in Spagna.
8 maggio: Iniziano le trasmissioni regolari di TeleCapodistria, la rete privata che dalla Jugoslavia trasmette in lingua italiana.
14 giugno Londra: viene aperto il primo Hard Rock Cafè in Piccadilly Circus.
Parigi, 3 luglio: Jim Morrison, cantante e fondatore dei Doors viene trovato morto nella vasca da bagno della sua abitazione.
3 ottobre: i Pink Floyd registrano a Pompei “The Pink Floyd live at Pompei”, quello che rimane l’unico concerto rock della storia fatto a porte chiuse.
Intel realizza Intel 4004, primo microprocessore su singolo chip e primo microprocessore commerciale in assoluto.
L’Inter vince l’undicesimo scudetto. Capocannoniere del torneo Roberto Boninsegna (Inter) con 24 reti.
Nicola Di Bari e Nada vincono il ventunesimo Festival di Sanremo con “Il cuore è uno zingaro”.
Mogol, Battisti e altre storie
Negli anni ’70, il panorama musicale italiano era in grande fermento, con la nascita di numerosi gruppi intenti ad esporare nuove sonorità e nuovi stili. Tra questi, uno dei nomi di spicco è senza dubbio la band Formula 3. Nel 1971, il trio composto da Alberto Radius (chitarra e voce), Tony Cicco (batteria e voce) e Gabriele Lorenzi (tastiere e voce) pubblica l’omonimo album: un capolavoro del rock progressivo italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.
La band si era già fatta notare con l’album di debutto, “Dies Irae“, pubblicato nel 1970. Questo primo lavoro mostrava chiaramente le influenze del rock psichedelico e progressivo, generi che stavano guadagnando popolarità in tutto il mondo.
Tuttavia, è con il loro secondo album, “Formula 3“, che il gruppo raggiunge un nuovo livello di maturità artistica e sperimentazione sonora.
Formula 3
Uno degli elementi chiave del successo di “Formula 3” è stata la collaborazione con Lucio Battisti e Mogol: uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi e uno dei parolieri più importanti della storia della musica italiana
Mogol e Battisti non solo contriburono alla scrittura di tutte le canzoni dell’album, ma portarono anche la loro visione musicale e la loro capacità di innovazione. Il risultato fu un album che univa il meglio del rock progressivo con melodie pop sofisticate e testi profondi.
Il brano più importante e conosciuto del disco, e dell’intera produzione del trio, è “Eppur mi Son Scordato di Te“. La canzone, scritta appuntoo da Mogol e Battisti, è un perfetto esempio di come la band fosse in grado di unire rock e pop in modo innovativo. Il riff di chitarra di Radius è diventato iconico, e il testo malinconico ha risuonato con un’intera generazione.
Il disco contiene almeno altre due chicche: “Un papavero”, pubblicata anche dai Flora Fauna & Cemento e “Vendo casa”, portata al successo anche dai Dik Dik.
Senza dimenticare “Il vento”, incisa nel 1968 dagli stessi Dik Dik e pubblicata poi da Lucio Battisti nell’omonimo album d’esordio del 1969 (l’album di “Un’avventura”, “Balla Linda”, “Non è Francesca”, ecc).
Tanta roba, insomma.
Sognando e risognando
In un’intervista di qualche anno fa, il Maestro Alberto Radius mi disse: “sai, probabilmente eravamo troppo avanti per quel periodo, e non lo sapevamo”.
Vero al cento per cento: l’album rimane un punto di riferimento nel panorama del rock progressivo italiano. La capacità della band di fondere diversi generi musicali, la loro abilità tecnica e la collaborazione con figure di spicco come Mogol e Battisti hanno creato un lavoro che è stato sia innovativo che influente, per quell’epoca, e non solo.
La band ha continuato a pubblicare musica e a esibirsi negli anni successivi, ma è con questo album che ha cementato il proprio posto nella storia della musica italiana.
“Formula 3” non è solo un album, è un’opera che merita di essere riscoperta e apprezzata per la sua qualità artistica e la sua importanza storica. Un vero e proprio tesoro del rock progressivo italiano, che continua a brillare con la stessa intensità di oltre cinquant’anni fa.
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