Siamo a Coyoacán, un sobborgo di Città del Messico, sole alto, colori, vociare e Frida apre Casa Azul, infatti il regalo per tutti noi da Google Arts è Faces of Frida per #iorestoacasa. E dato che nessuno , per la situazione dovuta al Coronavirus, si può muovere di casa se non per motivi urgenti ed essenziali, la piattaforma di Mountain View mette a disposizione gratuitamente la sua galleria di Frida.
Faces of Frida
La mostra digitale, è stata realizzata da Google collaborando con ben 33 musei internazionali. Esposte oltre 800 opere, fotografie, lettere private, vestiti e oggetti.
“È lecito inventare verbi nuovi? Voglio regalartene uno: io ti cielo, così che le mie ali possano distendersi smisuratamente, per amarti senza confini“. È una delle citazioni più famose di Frida, forse quella che ha ispirato “La Casa Azul”, la casa blu.
Kahlo apre Casa Azul
Costruita dal padre nel 1904, questo è il luogo dove la più famosa artista messicana nasce nel 1907, trascorre la sua infanzia e infine vi muore il 13 luglio 1954 . Frida, a causa di una serie di problemi di salute, trascorre la sua fanciullezza chiusa in questa casa nel colorato quartiere Colonia del Carmen di Coyoacán, a Città del Messico.


Seguono il terribile incidente sul tram da cui esce con gravissime lesioni alla colonna vertebrale, l’incontro con Diego Rivera, lo sfortunato aborto, il divorzio.
Diego Rivera
A questo periodo, risalgono i suoi famosi dipinti. Perché, grazie ad uno specchio installato sul soffitto, riesce a creare diversi autoritratti. Come Le due Frida (1939) e Autoritratto con collana di spine (1940). L’anno seguente Kahlo e Rivera si risposano e poco prima della morte del padre si trasferiscono insieme a Casa Azul.


L’abitazione viene decorata con statue precolombiane nel cortile e ridipinta con una vernice blu cobalto. Vivono in questa casa per il resto della loro vita. Frida Kahlo vi muore nel 1954 per embolia polmonare. È cremata e le sue ceneri sono conservate nella Casa Azul. Nel 1958 per volontà di Diego Rivera, che muore l’anno prima, La Casa Azul è diventata il Museo Frida Kahlo


La casa museo ospita oltre ad alcune delle più importanti opere dell’artista anche i dpinti di Diego Rivera, José María Velasco. Oltre a quelli di Paul Klee, Marcel Duchamp e Yves Tanguy, loro amici. Potete visitare la mostra “Faces of Frida” cliccando qui.
Piano Terra
Frida apre Casa Azul e al piano terra troviamo otto stanze. Soggiorno, cucina, sala da pranzo, la camera da letto di Rivera e quattro ulteriori stanze.
Nel soggiorno sono esposti alcuni dei quadri meno famosi di Kahlo come Frida y la cesárea e Retrato de familia. La cucina, così come la sala da pranzo sono adornate di piastrelle gialle e blu, decorata con ceramiche tradizionali, utensili artigianali e piccoli vasi sistemati da Frida personalmente.


A fianco si trova la camera da letto di Diego Rivera. Qui vengono conservati alcuni dei suoi cappelli e le tute che indossava mentre dipingeva. Nelle altre stanze si possono ammirare varie opere d’arte della coppia, così come molti degli oggetti personali della pittrice tra cui vestiti, gioielli, corsetti medici e la protesi della gamba.


Piano Superiore
Si prosegue e al piano superiore ecco lo studio che Rivera fece per la moglie negli anni ’40. Tutto è come allora, i mobili originali e gli oggetti personali tra cui le tavolozze dipinte a vernice e i pigmenti in bottiglie di vetro. Infine anche la sua sedia a rotelle di fronte al cavalletto.


Proseguendo in casa Azul di Frida incontriamo la sua camera con il letto a baldacchino dove l’artista si spense nel 1954. Nella stanza ci sono ancora i mobili e i burattini in cartapesta. Oltre all’urna a forma di rana contenente le sue ceneri.


Per un viaggio virtuale al Museo Frida Kahlo cliccate qui.
L’omaggio di Marco Mengoni
“La Casa Azul” è uno dei brani contenuti nel album Atlantico di Marco Mengoni. È il modo in cui Mengoni ha scelto di celebrare la storia di una donna anticonformista, libera e ribelle.
E ad ogni tela un’impronta delle mie dita. Nella mia bocca parole che non si dicono. Lungo la schiena il sudore della salita. L’avresti detto un destino così ridicolo. Come una stella che brilla spenta già. Quanta bellezza che arriva e passerà. Cosi canta Mengoni.
La mostra di Torino
Anche alla Palazzina di Caccia di Stupinigi di Torino, all’interno della mostra Frida Kahlo – Through The Lens of Nickolas Muray si trova la ricostruzione della stanza di Frida. Purtroppo la mostra, in programma fino al 4 maggio, risulta ancora chiusa per i provvedimenti contro il coronavirus.
Sono nata con una rivoluzione. Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita.Da bambina, crepitavo. Da adulta, ero una fiamma. Frida Kahlo