Gli impressionisti e il silenzio: il libro di Simone Fappanni

Gli Impressionisti e il silenzio è il nuovo libro di Simone Fappanni, in libreria e negli store online in questi giorni.

Cento pagine a colori con riproduzioni a tutta pagina di celebri opere di maestri del calibro di Monet, Renoir, Manet, Degas, Pissarro, van Gogh e tanti altri su un tema veramente infinito. La rappresentazione iconografica del silenzio è presente a diverse altezze cronologiche e culturali: si tratta, infatti, di una dimensione profonda del sentire che è espressione di stati d’animo alquanto diversi.

Gli impressionisti del silenzio - la copertina del libro

In passato questa raffigurazione è frequentemente legata sia ad elementi spirituali che a componenti naturalistiche, ma in ogni caso costituisce un motivo, ricorrente e costante, che ha affascinato creativi di ogni epoca.

Gli impressionisti e il silenzio

In questo volume, dopo una sintetica ricognizione dell’interpretazione artistica del silentium dall’antichità a oggi, ci si sofferma sui principali protagonisti dell’Impressionismo, su una scelta di maestri del Pre-impressionismo e del Post-impressionismo e su quegli autori dell’Ottocento difficilmente inseribili in una determinata corrente, come Vincent Van Gogh, nelle cui opere si ravvisano elementi e soggetti che rimandano all’assenza di rumore.

La scelta di considerare questa pagina di storia dell’arte deriva essenzialmente dalla poetica impressionista, che forse più di ogni altra palesa una certa propensione verso un’osservazione del reale che ha nel silenzio una componente davvero importante. Va tuttavia osservato, in via preliminare, che la ricerca della “presenza” del tema del silenzio all’interno di particolari manufatti pittorici, può sembrare all’apparenza un’operazione “riduttiva” se non addirittura “semplificativa”. 

Al contrario, questa ricognizione non vuole ridurre in alcun modo il significato complessivo di una specifica opera, quanto piuttosto evidenziarne anche questa componente che concorre, spesso, a determinarne il significato di fondo. Inoltre i diversi “tipi” di silenzio consentono di cogliere sfumature sottili che riguardano a volte l’intera opera considerata ma, più frequentemente, alcuni particolari dettagli che la costituiscono. E, non di meno, aspetti salienti della poetica espressiva di non pochi artisti. 

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”