I profeti inascoltati del Novecento in mostra a Genova

Da Orwell a Bergman, dalla Arendt alla Fallaci. “Profeti inascoltati del Novecento”, la mostra visibile fino al 16 gennaio 2022, nei Saloni delle Feste di Palazzo Imperiale Genova, raccoglie i ritratti di 48 personalità della cultura e dell’arte. Donne e uomini che si sono distinti per le loro analisi fuori dagli schemi dell’età contemporanea.

I ritratti sono frutto dell’opera degli artisti Dionisio di Francescantonio, Sergio Massone, Vittorio Morandi e Lenka Vassallo.

Profeti inascoltati, I protagonisti del pensiero del Novecento

La nostra speranza è quella che la rassegna da noi presentata – dichiara Rodolfo Vivaldi, presidente di Domus Cultura, organizzatrice della mostra- serva a leggere con maggiore lucidità la storia del Novecento. Guardando negli occhi e nell’opera di 48 personalità, magistralmente ritratte da quattro artisti genovesi. Scandagliate nel catalogo della mostra, prefato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. Con schede biografiche e critiche redatte da molti nomi di rilievo della cultura italiana, che furono, in maniera diversa, protagonisti del pensiero e dell’arte del secolo che sempre più si allontana dietro le nostre spalle“.

L’intento della rete di associazioni Domus Cultura, promotrice della mostra, ideata e curata dalla scrittrice e organizzatrice culturale Miriam Pastorino e dall’editore e saggista Andrea Lombardi, è quello di contribuire ad attrezzare culturalmente la società italiana. Il tutto in vista delle sfide del tutto nuove che la attendono. Per comprendere la natura delle quali torna utile interrogare il passato, pur con lo sguardo rivolto al futuro.

La prefazione di Vittorio Sgarbi

La rassegna “I profeti inascoltati” ha favorito l’incontro tra quattro artisti genovesi che nel recente passato avevano preso parte alla mostra “Mai perdute forme del mondo, la persistenza del figurativo in alcune esperienze contemporanee”- scrive Vittorio Sgarbi nella prefazione al catalogo -. Visioni di vita diverse, modi di pensare anche molto lontani, che hanno in comune, oltre alla pratica del disegno e della pittura, una vera curiosità culturale.

L’arte pretende quella libertà di espressione che personaggi scomodi come Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti, il cardinale Giuseppe Siri, hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento. Il possibile punto d’incontro è la verità delle parole che consente di superare gli schemi ideologici, propri di un tempo che è finito, mentre la loro vita è qui. Una condizione che li ha fatti uscire da quel pensiero rigido che ha travolto generazioni schiave di pregiudizi.

Non posso che guardare con favore, quindi, i 48 ritratti, accompagnati dagli approfondimenti di apprezzati pensatori e amici come Pietrangelo Buttafuoco, Gianfranco de Turris, Luigi Iannone e altri – di Dionisio di Francescantonio, Sergio Massone, Vittorio Morandi, formatosi nello studio di Giannetto Fieschi, e Lenka Vassallo, così vivi ed espressivi, lucenti nel buio di un’epoca senza maestri”.

La cultura come coscienza civile e senso di verità oggettiva

I profeti inascoltati del Novecento in mostra a Genova ritratto in bianco e nero di Oriana Fallaci
Oriana Fallaci, opera di Francescantonio

Proprio in un intervista della Fallaci, fatta nel 1973, per l’Europeo a Sandro Pertini troviamo forse il significato intrinseco del Novecento e dei suoi profeti inascoltati.Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile. Fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.”

Tra i 48 in mostra, anche il ritratto George Orwell, uno dei più grandi critici sociali dell’era moderna. Alcune delle sue riflessioni mostrano una profonda comprensione del futuro. Come la famosa citazione. “Il concetto stesso di verità oggettiva sta scomparendo dal nostro mondo. Le bugie passeranno alla storia. In un momento di inganno, dire la verità è un atto rivoluzionario”.

Una mostra, dunque, che parte da un nostro recente passato per aiutarci a comprendere il prossimo futuro.

Info e orari

Mostra “Profeti inascoltati del Novecento” fino al 16 gennaio 2022 Saloni delle Feste – Palazzo Imperiale Genova, Piazza Campetto 8A. Orari gennaio: aperta nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì dalle ore 15 alle ore libero in osservanza delle vigenti misure anti Covid-19.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".