È stato restituito, al Duomo e alla Città di Torino, dopo un lungo restauro a cura del Distretto Rotary 2031, il Cenacolo del Gagna, copia del 1800 del famoso Cenacolo Leonardiano. L’opera di Francesco Gagna è posta sopra la porta interna del Duomo, proprio di fronte all’altare, in corrispondenza del l’Eucarestia, ed è composta da cinque tavole con un peso di più di ottocento chili. A rendere il dipinto fruibile dai non vedenti il percorso tattile oltre che il ibro Il Cenacolo delle emozioni.
La riconsegna è avvenuta, all’interno del Duomo di Torino, martedì 23 giugno 2020, al cospetto di Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, della Sindaca Chiara Appendino e del Governatore del Distretto Rotary 2031 Giovanna Mastrotisi. Presenti anche Mario Epifani della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio, Paola Gribaudo, Presidente dell Accademia Albertina,. Oltre a Aldo Grassini, Presidente del Museo Tattile Statale Omero, Anna Osello docente del Politecnico di Torino e Paolo Belgioioso, docente dell Accademia Albertina.
I lavori di restauro del Cenacolo del Gagna
I lavori di restauro avevano preso il via subito dopo le festività Natalizie e dovevano concludersi entro la Pasqua 2020. Purtroppo per il lockdown imposto dal Covid-19 i lavori hanno subito dei rallentamenti e solo pochi giorni fa si è potuto procedere alla riconsegna del dipinto del Gagna all’interno del Duomo di Torino
Il dipinto di Francesco Gagna è fruibile anche dai non vedenti grazie al progetto “Da Leonardo”. Un lavoro sinergico del Politecnico e dell’Accademia Albertina facente capo rispettivamente alla professoressa Osello e al, professor Belgioioso. L’opera è trasposta in 3D con una focalizzazione particolare sull’espressione delle mani: del Cristo, di Giuda, di Tommaso, di Giovanni di Andrea. Le mani racconteranno questa Ultima Cena in un modo mai eseguito prima.
Il ringraziamento della sindaca Chiara Appendino
“Ringrazio veramente il Rotary per l’impegno e anche per aver scelto questa data per la restituzione dell’opera del Gagna, presente all’interno del Duomo di Torino. Siamo riconoscenti che questo dono avvenga alla Vigilia di San Giovanni, nostro Santo Patrono. È un simbolo e un segnale di ripartenza per la città. Un esempio di come si possano affrontare le sfide. Senso di comunità, solidarietà e fare squadra sono i valori che emergono da questa importante opera di restauro”.
L’ importanza del lavoro di squadra e dell’inclusione.
“Siamo convinti di restituire alla città un tassello, un piccolo mosaico di cultura al territorio – afferma il Governatore del Rotary Distretto 2031, Giovanna Mastrotisi -. Ma soprattutto con questa restituzione vogliamo sottolineare l’importanza dell’inclusione, della non diversità tra le persone. Ed è per questo che l’opera è stata messa anche a buona fruizione delle persone non vedenti. Attraverso le linee, i segni, i segnali che permettono di ricreare l’emozione dell’opera anche in chi non può fruirne in modo completo.
È stata una squadra di restauro eterogenea che aveva “voglia di fare”. Studenti e professori dell’ Accademia Albertina hanno saputo cogliere questa prova per fare ancora di più. Questi sono i valori del Rotary: aiutare gli altri e fare qualcosa di stimolante che gli altri possano cogliere e percorrere con noi.
Sono stati mesi difficili quelli trascorsi durante il Lockdown, ci siamo fermati e isolati. Ma la ripartenza di stasera con queste emozioni è un valore aggiunto. Un modo per ripartire con forza e con nuovo vigore”.
La Soprintendenza Belle Arti ha accolto con viva soddisfazione il restauro a cura del Distretto Rotary
“In chiusura delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del poliedrico artista toscano, la Soprintendenza ha accolto con viva soddisfazione il restauro, a cura del Distretto Rotary 2031 – dichiara Mario Epifani della Soprintendenza – di un dipinto che è una precoce dimostrazione della fortuna che ha fatto di opere come questa delle popolarissime icone.
Finora poco studiata, l’ultima cena di Francesco Gagna rappresenta anche una importante testimonianza di un dipinto leonardesco che fin dal ‘500 subì un progressivo deterioramento. Questo anche a causa della sua stessa tecnica esecutiva sperimentale. È stato molto interessante e utile indagare da vicino una copia eseguita nell’ 800”.
Pochi sanno di questa presenza all interno del Duomo
“Con questa restituzione portiamo a conoscenza della Città di Torino uno dei capolavori dell arte Universale che è il Cenacolo di Leonardo, nella copia del Gagna. Pochissimi in città sanno di questa presenza – afferma Paola Gribaudo, Presidente dell Accademia Albertina -. Non è la prima volta che L’Accademia si occupa di creare anche delle opere in Braille e il titolo del libro che accompagna questa restituzione “Il. Cenacolo delle emozioni” rivela tutta la suggestione dell’opera”.
Il Cenacolo delle emozioni
“Siamo stati coinvolti in questo percorso tattile per dare possibilità a chi non vede di fruire delle bellezze artistiche – spiega Paolo Belgioioso, docente dell Accademia Albertina-. Abbiamo deciso di creare un supporto per i non vedenti che potesse essere utilizzato individualmente evitando quindi un utilizzo comunitario visto il periodo di emergenza coronavirus. In questo libro, Il Cenacolo delle emozioni, il disegno in rilievo rende possibile in modo tattile, una percezione delle forme e della composizione del Cenacolo. Presenti nel libro anche dei raffronti tra il dipinto del Gagna e quello Vinciano”.
Stampa in 3d e voce narrante
“Noi come laboratorio di realtà virtuale abbiamo in una prima fase prodotto una stampa 3D dell’intera pala in modo da consentirne la lettura tattile – spiega Anna Osello docente del Politecnico. Oggi presenteremo una sperimentazione teorica in cui il non vedente avvicinandosi alla stampa in 3D potrà sentire tattilmente il quadro, mentre una voce racconterà, seguendo i suoi movimenti, le parti specifiche del dipinto”.
Insomma a distanza di secoli il Cenacolo Leonardiano emoziona. Emoziona riscoprirlo nella copia del Gagna, emoziona ritrovarlo in Duomo a Torino.
Don Carlo Franco e Monsignor Cesare Nosiglia Da sinistra a destra: Aldo Grassini, Dott.ssa Giovanna Mastrotisi, Dott.ssa Paola Gribaudo, Sindaca Chiara Appendino Mario Epifani della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio Dott.ssa Gribaudo e prof. Paolo Belgioioso