Approvati gli incentivi, ma le auto elettriche in Italia restano un mercato di nicchia: tra colonnine scarse e costose e autostrade poco servite, il viaggio verso la mobilità elettrica resta pieno di ostacoli ed ora arriva anche il rinvio degli incentivi
“Oltre 597 milioni per sostenere le famiglie e le imprese. Con questo nuovo schema di incentivi vogliamo accelerare la transizione anche nel settore della mobilità privata e commerciale, supportando concretamente cittadini e piccole imprese nei contesti urbani più esposti all’inquinamento.
Grazie al PNRR, mettiamo in campo risorse importanti per favorire la diffusione dei veicoli a zero emissioni e contribuire a città più pulite e vivibili. Il sostegno è calibrato per chi ha redditi più bassi e per le microimprese, perché la transizione deve essere sostenibile anche dal punto di vista sociale”.
La dichiarazione del Ministro Gilberto Pichetto porta la data dell’8 agosto 2025 e annuncia l’adozione, da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del decreto attuativo che regola gli incentivi a fondo perduto per l’acquisto di veicoli elettrici. Data prevista: fine settembre 2025, ma siamo in Italia e non in Germania e non abbiamo lo stesso concetto di puntualità.
Un decreto già approvato ma fermo al palo
Il decreto attuativo sugli incentivi per l’acquisto di auto elettriche è stato firmato, le risorse sono stanziate, i criteri sono chiari. Eppure, la data di avvio resta sospesa. A fine settembre i cittadini e le microimprese avrebbero dovuto avere accesso alla piattaforma digitale di Sogei per richiedere i bonus, ma dovranno aspettare ancora un pò. Non si parla di settimane, bensì di un mese, forse di un mese e mezzo.
Il nodo principale riguarda la definizione delle aree metropolitane e dei flussi di pendolarismo. L’Istat sta rivedendo le mappe che individuano dove vivono e lavorano i cittadini.
Un dettaglio che in realtà pesa molto, perché l’incentivo non sarà disponibile ovunque sul nostro territorio, ma solo nelle zone urbane oltre i 50 mila abitanti e nei territori collegati da pendolarismo.
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, intervenuto al Forum di Cernobbio, ha spiegato che il governo potrebbe scegliere due strade: procedere con le vecchie mappe, senza attendere l’Istat, oppure aspettare i nuovi dati e allungare ancora i tempi. La decisione sarà politica, ma anche simbolica: accelerare per dare un segnale o fermarsi per garantire precisione?
I numeri del piano, le ambizioni e i rischi
Sul piatto ci sono 597 milioni di euro, fondi del PNRR destinati a ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria nelle città. Non si tratta solo di incentivi per l’acquisto di un’auto nuova, ma di una strategia più ampia per svecchiare un parco circolante che in Italia resta tra i più vecchi d’Europa. Chi rottama un’auto fino a Euro 5 potrà ricevere fino a 11 mila euro di contributo, in base al reddito.
Le microimprese, invece, avranno bonus fino a 20 mila euro per veicoli commerciali elettrici. Cifre importanti, che puntano ad abbattere una delle barriere più alte: il prezzo ancora elevato delle vetture a batteria.
Il ritardo apre però diversi interrogativi. Ogni slittamento rischia di congelare il mercato: i consumatori rinviano gli acquisti in attesa del bonus, i concessionari trattengono le offerte e il settore auto resta in apnea.
Nel frattempo, l’Europa corre e le case automobilistiche si preparano a ridurre la produzione di motori tradizionali. Ritardare troppo potrebbe significare una minore competitività sul mercato e arrivare in ritardo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione. Dall’altro lato, una definizione imprecisa delle aree rischierebbe di escludere cittadini che hanno diritto all’agevolazione o includerne altri in modo arbitrario.
L’Italia scommette molto sugli incentivi, ma i dubbi restano: basterà un contributo economico a far decollare la mobilità elettrica?
La risposta dipende anche dalle infrastrutture di ricarica, dai tempi di consegna dei veicoli e dalla fiducia dei consumatori.
La matematica non è un’opinione
Con il rinvio dell’avvio degli incentivi, la sfida si fa più dura: da un lato bisogna convincere gli automobilisti che i fondi non spariranno in pochi giorni e, dall’altro, offrire un quadro chiaro e stabile per chi pensa di acquistare un’auto nuova, perché per far decollare il mercato del full electric non bastano gli incentivi statali, anche se questi arrivassero puntuali.
In Italia le auto elettriche restano un mercato di nicchia. Il problema non è la praticità quotidiana, ma la scarsità e il costo delle infrastrutture di ricarica. Nelle città le colonnine sono ancora poche. Secondo quanto pubblicato da Motus-E, al 30 giugno 2025 risultano 67.561 punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola.
Sulle autostrade va ancora peggio: i punti di ricarica si attestano a quota 1.159 (49 sono in fase di attivazione), di cui l’85% è di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Considerato che a maggio 2025 si stimava un totale complessivo di 476 aree di servizio sulle autostrade italiane (fonte Quattroruote), la ripartizione è di circa 2,5 punti di ricarica – in media – per area di servizio.
Una transizione che non convince
Proviamo a pensare pensare ai recenti spostamenti estivi e immaginare le migliaia di automobilisti in viaggio per le vacanze che si ritrovano agli autogrill con un paio di colonnine disponibili – se ci sono – code interminabili e tempi di ricarica che trasformano anche un viaggio relativamente breve in un’incognita.
Ovvio, non tutti guidano una full electric, ma considerando anche il flusso di auto elettriche che deriva dall’alto numero di automobilisti stranieri che, per lavoro o vacanza, frequentano le autostrade del nostro Paese, risulta difficile pensare che l’Italia sia in grado di assorbire la domanda.
67.561 in giro per le città e 1159 in autostrada. I numeri parlano da soli.
Senza investimenti seri e una rete di ricarica diffusa e accessibile, gli incentivi per le auto elettriche rischiano di stimolare solo acquisti marginali, senza cambiare davvero il mercato.
Foto copertina di andreas160578 da Pixabay
Potrebbe interessarti anche:
Trump blocca legge auto elettriche: “Per questo non piaccio più a Musk”. E annuncia dazi più alti
Quale auto comprare? L’IA consiglia meglio di uno spot
Auto elettrica? Flop di vendite e dannosa per l’ambiente
Tesla: auto elettriche e colonnine fuori uso per il freddo
Concessionari auto addio: non più venditori ma agenti su commissione
Noleggio auto elettriche, pericoloso dietro front di Hertz.E-mobility, quale futuro?