INdifferenza per Quarto Pianeta Festival al ex manicomio di Genova

INDIFFERENZA. Fuori e dentro. Quanto siamo capaci di stare nella differenza, e in quale posizione? Questo il clime del Quarto Pianeta Festival 2022, in pista dal 16 settembre, negli spazi lasciati liberi dall’ospedale psichiatrico di Genova Quarto. Un evento, non ancora del tutto concluso che ha portato moltissimi eventi, convegni, arte, performance, musica e teatro. Più di tremila visitatori per una manifestazione che, partendo dalla memoria di Pier Paolo Pasolini, ha voluto riflettere attorno alla  difficoltà nell’andare oltre i propri confini.

Quarto Pianeta Festival ha cercato di togliere indifferenza e promuovere una “ cultura capace di incontrare gli altri nella differenza, coltivando consapevolezza- spiegano dalla direzione-. In un mondo che tende a rimuovere la malattia, l’irregolarità, la disabilità, il lavoro sociale va controcorrente. Consapevoli che anche i servizi possono essere un pezzo di risposta alla crisi culturale. Il limite, il trauma, la malattia, l’handicap, possono essere occasione di rigenerazione, possono generare possibilità per la persona, nuovo legame sociale e nuova cittadinanza.

due fotografie di Piero Biasion nella manifestazione indifferenza
immagini dell’esposizione Apertura Mentale di Piero Biasion all’interno della manifestazione Quarto Pianeta festival

Eppure Amedeo Gagliardi, portavoce del Coordinamento Quarto Pianeta, che si occupa da una decina di anni della rigenerazione dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto con l’organizzazione di attività ed eventi non è del tutto soddisfatto e punta il dito verso l’indifferenza delle Istituzioni. Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera indirizzata alla città e ai rappresentanti delle istituzioni.

Lettera aperta di Amedeo Gagliardi, portavoce del Coordinamento Quarto Pianeta

“Si è appena concluso inDIFFERENZA, undicesimo Festival di Quarto Pianeta, quest’anno dedicato a Pier Paolo Pasolini. Quasi due mesi di attività, ricco di eventi che hanno consentito a quasi tremila cittadini di entrare in quello che fu il Manicomio della città. Vogliamo innanzitutto dire grazie a chi ha partecipato: al pubblico, agli artisti, agli intellettuali e a tutti quelli che continuano a chiedere attraverso la loro partecipazione che questi luoghi siano riconnessi culturalmente alla città.

Quarto Pianeta anche con questo Festival ha cercato di richiamare l’attenzione per un luogo cosi vicino a molti ma lontano per i rappresentanti delle Istituzioni. A fronte di tante persone che hanno partecipato al Festival non abbiamo registrato nessuna presenza degli abitanti dei Palazzi. Dopo l’Accordo di Programma firmato nel 2013 e dopo l’ultimo ma non definitivo atto per la convenzione urbanistica del 2018, tutto è rimasto fermo, sospeso. Comune e Regione nonostante i tanti appelli da noi lanciati per concludere e procedere all’assegnazione degli spazi sociali e culturali, sono rimasti lontani e indifferenti da questo luogo e dai temi che questo evoca.

Ex Manicomio di Genova Quarto

Abbiamo cercato di misurarci con l’indifferenza

Segno dei tempi e di Istituzioni lontane dalle vite reali delle persone, soprattutto di quelle meno coinvolte dai fasti delle luci della ribalta. Lo abbiamo già detto ma è meglio ribadirlo. Guidare il Bene Comune è compromettersi con la realtà, cercando di ascoltare, di comprendere le molteplicità delle parti. Interpretare il Bene Comune è costruire un noi, il più largo possibile. Per fare questo bisogna saper abbattere muri e costruire ponti. E quelli immateriali sono i più difficili da percepire, soprattutto se non si esce dalle logiche dell’apparire e dello spot promozionale.

Attraverso il Festival abbiamo cercato di misurarci con l’indifferenza. Sappiamo che un Bene Comune come la Salute Mentale ha bisogno di progetti che sappiano incarnarsi nella vita complicata di tutti: chi è affetto da sofferenza psichica e chi guarda a questa sofferenza con una certa estraneità. Sappiamo che la paura e lo stigma sociale si combattono nel quotidiano cercando di far dialogare, coinvolgendole nella progettualità, operatori, familiari, utenti, reti sociali, Istituzioni, cittadini. 
La fiducia e il coinvolgimento in questo dialogo è il sale della cura.

Chi rimane indifferente diventa complice

Per questo motivo abbiamo reso vivo lo Spazio 21, le ex cucine dell’Ospedale Psichiatrico che grazie ad ASL3, dal giugno del 2017, almeno quando non piove e non fa freddo, sono diventate spazio dedicato alla comunità, alla memoria, alla ricerca e all’espressione di una cultura condivisa della salute, del benessere, per migliorare la qualità della vita di tutti noi. Un luogo che speriamo possa trasformare l’ex Manicomio in uno spazio di apprendimento della dimensione civile ed umana. È quello che abbiamo cercato di fare in questi dieci anni di impegno, attraverso centinaia di incontri, di eventi, di momenti di partecipazione. Ultimo il Festival. Con pochi mezzi e grazie ai contributi di tanti che in città credono nella rigenerazione dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto. 

Al contrario registriamo una sostanziale indifferenza delle attuali Amministrazioni. E anche da altre città arrivano gli stessi segnali. Solo pochi giorni fa Marco Cavallo, simbolo della storia di liberazione dei “dannati della terra”, che nel 1973 apri un varco nel Manicomio di Trieste, è stato sfrattato dalla sua “stalla”: “l’ingombro dovrà essere rimosso dai depositi comunali”, cosi recita la disposizione dell’Amministrazione Comunale.  L’indifferenza dilaga. I nuovi barbari procedono con la rimozione dei simboli. 

Chi rimane indifferente diventa complice”.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".