Ligabue Start Tour 2019 – Le emozioni di chi c’era

Ligabue Start Tour 2019: 2 Luglio 2019, Torino.

Caldo torrido, come al solito in città.

Lo Stadio è circondato da una folla immensa. Nei miei pochi anni, quanta gente ho visto piangere nell’ attesa di ascoltare dal vivo la voce del cantante preferito. Da piccola non capivo mai quando vedevo lacrime scendere su volti pieni di sorrisi. Crescendo, incominci a sentire il bisogno di avere una voce che ti salva, una canzone che ti mette i brividi, di avvertire ogni volta un “Colpo all’Anima” quando senti canzoni che ti smuovono ricordi.

File interminabili, di gente stanca ma felice. Centinaia di persone sono qui dalle sette di questa mattina, sedute per terra con il sole che picchia sulla testa.

“Chissà adesso quanto tempo ci metteranno per farci entrare e quante cose ci faranno lasciare.” Mi dice Mariachiara. Categoria: Compagna di Avventure.

“Ogni volta, sempre così. Dopo tutto quello che succede a questi grandi eventi, se vogliamo vivere momenti belli e tranquilli, bisogna farsene una ragione.” Le dico provando a capire quante persone ci dividono dai tornelli dell’ingresso.

“E pensare che sono passati 6 mesi da quando abbiamo comprato il biglietto.” Mi dice spensierata, con gli occhi lucidi, come se si fosse dimenticata in un amen di tutta la gente che ancora deve entrare prima di noi.

Ha proprio ragione, il tempo è passato in fretta.

Ma succede sempre così, aspetti mesi e poi quando ti ritrovi ad un passo dal realizzare quel sogno, i minuti  sembrano interminabili, non resisti più, perché hai bisogno di emozioni forti, di ricordi nuovi.

Controlli terminati, finalmente varchiamo l’immenso cancello. Siamo dentro, ci sentiamo grandi e felici.

Due giovani ragazze con i capelli lunghi sorridenti, con la fascetta sulla fronte con scritto ligabue
Ligabue Start Tour 2019 – Due fans

Ligabue in una canzone dice:

“Ci è concessa solo una vita soddisfatti o no qua non rimborsano mai.

Non è tempo per Noi.

Lo Stadio incomincia a riempirsi di mille volti, occhi di colori diversi che brillano davanti a tutta quest’immensità.

Mamme, papà, figli, amici, innamorati che si stringono le mani e si guardano con complicità, pronti a cantare a squarciagola quella canzone che avrà sicuramente segnato il loro primo bacio.

L’età non conta mai in queste cose, se c’eri già nel ‘900 e conosci il tuo cantante preferito da anni o se sei del XXI secolo e l’hai scoperto da qualche anno. Non conta, perché la musica, una volta entrata dentro, è per sempre.

Arrivano i primi selfie, in gruppo e da soli, usando come sfondo un prato perfetto e un enorme palco pieno di luci. Cellulari pronti a riprendere ogni minuto, a immortalare le parole più belle delle canzoni preferite.

Lo so, siamo adolescenti e sicuramente starai pensando che siamo i primi con il cellulare incorporato nel palmo della mano.

Io ti dirò, che nei momenti così ho imparato a fotografare con gli occhi e tenere orecchie e cuore collegato, perché alla fine le cose belle vanno a finire lì, dove la memoria non si esaurisce mai.

Siamo adolescenti, ma siamo liberi di sbagliare, per sentirci “Ancora Noi.”

Sì, te lo dico con questa arroganza. Perché a vent’anni sei obbligato a sbagliare, che poi cresci ed incominci ad avere paura di fare un passo in più.

Cosa ricordi dei tuoi vent’anni?

Io ricorderò, quando mi ripenserò a ballare leggera con il vento che mi scompigliava i capelli, che era l’unico modo per sentirmi viva.

Ricorderò questa serata, come tante altre, in cui sono tornata a casa senza voce per aver cantato una canzone con più forza delle altre. Perché a vent’anni devi sentirti così, Luna in mezzo ad una “Polvere di Stelle.”

Ricorderò che nei miei vent’anni, ho scoperto amori con colori diversi. Penserò a come tutto sarebbe potuto andare in modo differente, alcune volte, se la parola diverso fosse sinonimo di “raro”, se ognuno di noi avesse l’opportunità di diventare l’eccezione che conferma la regola. Ma ricorderò di aver imparato a guardare quanto due innamorati si stringono e non se hanno corpi troppo simili per farlo, perché “l’Amore conta”.

Ricorderò di amici che hanno sempre ripetuto “Non è tempo per noi”, ma io sarò felice di aver osato, perchè nella vita devi avere coraggio. Perché quando ti senti al top devi rischiare, perchè davanti al rischio c’è la novità.

Ricorderò “Certe notti” passate con amiche, sedute per terra in mezzo ad una piazza a bere birra. Nella vita “Si viene e si va”, ma tu impara a restare per ciò che ti fa sentire vivo.

La vita mi sta insegnando che esistono tante sfumature e non che non bisogna preoccuparsi di essere mille colori e mille frammenti, che i mosaici sono fatti allo stesso modo e sono capolavori; vivi “Tra palco e realtà” di una vita in cui scegli tu di essere il regista.

Ricorderò il concerto di Ligabue.

Ligabue – Start Tour 2019 – Stadio di Torino

Ore 23.30 circa.

Si spengono le luci, la folla si incammina verso l’uscita. Qualcuno, “Urlando contro il cielo”, canticchia la sua canzone preferita, chi si sente ancora più vivo e chi vedo ballare leggero, su un mondo che alle volte leggero non è.

La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”, diceva Bach. Ma io stasera la penso come Ligabue:” mi attacco alle stelle, che altrimenti si cade, e poi alzo il volume di questo silenzio che fa stare bene”.

E tu, Ballando sul Mondo, quante emozioni sei riuscito a prenderti?

Ligabue official site – Foto copertina e gallery di Roberto Troisi – Foto interne articolo di Arianna Pino

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.