Lodia con “volevo dirti che” primo ospite del #festivalsenzafestival

Apriamo alla grande il nostro #festivalsenzafestival con un artista che ci sta a cuore: Lodia. E se parliamo di Lodia, parliamo d’amore.

L’amore lo viviamo tutti in maniera diversa, in ogni sua sfaccettatura. A volte è così grande che quasi ci sentiamo travolti da esso, a volte lo viviamo quasi in maniera malinconica. A volte lo veneriamo come se fosse una divinità e noi ci sentissimo quasi nulli al suo cospetto, consci del fatto che potrebbe ferirci a fondo con una sola parola“.

Si fa fatica ad accostare queste parole al look metallaro di Lodia. A conferma che dietro la pelle più nera di un chiodo si nasconde, neanche poi così tanto, un cuore romantico e gentile.

Lodia: un nome che unisce due cuori

Il mio nome è l’unione tra il mio e quello di mia madre, Claudia. L’ho scelto perchè mi piace pensare che lei, scomparsa quando ero solo un bambino,  sarà sempre con me nell’avventura della vita, almeno nel mio cuore”.

Chapeau.

Lui stesso afferma, parlando di se:“Nasco come chitarrista, innamorato del rock e delle distorsioni di amplificatori valvolari a tutto volume“.

La sua passione/ispirazione? I Queen, tanto da tatuarseli sul petto.

E come i Queen riesce a graffiare con la chitarra trasgressive in mano e, contemporaneamente, accarezzare con la dolcezza della voce.

Un artista in erba ma con una saggezza popolare intrinseca.

Lodia sa cosa non vuole, e sa come costruire il suo futuro: con i sogni e la determinazione.

Innamorato della musica e della vita, si racconta ai nostri microfoni e sulle nostre colonne in questa intervista.

Intervista con Lodia

Vorrei dirti che

Un brano dolcissimo. Un melodico non scontato, ma di quelli che sul palco del Festival di Sanremo saprebbe conquistare la platea e la giuria.

Peccato che non esista più la sezione “nuove Proposte” perchè se di festival della canzone italiana trattasi, questo brano avrebbe fatto la differenza tra i giovani.

Il testo di Giovanni Maruccia, prodotto da Andrea Fusini, CDF REcords, è struggente e malinconico ma di ampio respiro, come la melodia. Una bellissima ballad? Nessuna etichetta: semplicemente una meravigliosa canzone.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”