Sanremo 2022 prima serata: vanno in scena i primi dodici big

Amici vicini e lontani “ALLEGRIA” e benvenuti a Sanremo 2022 prima serata.

Vi danno il benvenuto dalla Repubblica Marinara Indipendente di Sanremo, il Presidente Alberto Biancheri e il Ministro dello Spettacolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani aka Amadeus.

Nella Repubblica Marinara Indipendente di Sanremo, a quanto si può toccare con mano, le regole e le restrizioni previste per il suolo italico, riguardanti la pandemia e lo stato di emergenza, valgono fino ad un certo punto, a partire dalla capienza del Teatro Ariston.

Ma tant’è: perché Sanremo è Sanremo.

Non voglio andare oltre con la polemica, magari giorno per giorno vi racconterò di qualche altra “anomalia”. Sono qui, come al solito, per raccontarvi la serata, naturalmente a modo mio, ed è quello che farò.

Prima Festival

La solita perdita di tempo. Tre personaggi in cerca d’autore, senza arte né parte (compreso Ciro, il vincitore di LOL), che riescono a far rimpiangere Vincenzo Mollica.

Giusto per non essere polemici: il main sponsor, quest’anno la Suzuki, pubblicizza un modello di auto hybrid. Bene, si fa per dire: in Liguria, dove vivo, i plug-in per la ricarica, si contano sulla punta delle dita, da Levante a Ponente. A Loano, la cittadina dove vivo, c’è un unico punto di ricarica, all’interno del parcheggio del porticciolo turistico, a cui si accede a pagamento. Ribadisco: senza polemica, eh… #belin.

Sanremo 2022 prima serata

Bentornati al Teatro Ariston, ci siete mancati tantissimo” è l’esordio di Amadeus, giacca glitterata più di una decorazione natalizia. Saluto dedicato a tutti gli altri gestori di teatri, sparsi per l’Italia, obbligati alla capienza ridotta. Ma, ripeterò fino allo sfinimento, non voglio essere polemico.

Guardate, creo un apposito Hashtag, così ci togliamo la paura e le ripetizioni: #nonvoglioesserepolemico.

Sanremo 2022 prima serata parte in quarta, subito dopo i ringraziamenti di rito (doveroso quello all’orchestra).

Achille Lauro. Petto nudo, pantaloni aderenti con pacco in bella mostra. La Rolls-Royce quattro anni dopo, viaggia col coro gospel, come extra optional. Scusate, ma proprio non lo reggo.

Esce la co-presentatrice di Sanremo 2022 prima serata: Ornella Muti. Anche per lei gli anni passano, gargarozzo compreso, ma è sempre quella per cui, da ragazzino ho rischiato la cecità.

Yuman, ma chi cazzo è? Ma, sa cantare questo? E’ del mestiere? Mi pare di averla già sentita, probabilmente in un album dei Pink Floyd (“The great gig in the sky” dall’album “The dark side of the moon”).

Noemi. Dimagrita, quasi smunta, quasi irriconoscibile, ma sempre zamatarra, nonostante il vestito. Trovo cambiata pure la voce. Sarà colpa della mia sound-bar.

Piccolo spazio pubblicità

Si riparte con Gianni Morandi. Il mito di quando ero bambino, negli anni ’60, presenta un brano di Jovanotti. La canzone non sarebbe male, se interpretata dall’autore. Maledetta Legge Fornero. Comunque, è uguale, ai limiti del plagio di “Eloise” di Barry Ryan (1969).

Una gag abbastanza scontata, introduce il segreto di Pulcinella, ovvero Fiorello: “Il Mattarella dell’intrattenimento”. Gli slogan di Amadeus lasciano il tempo che trovano, quindi perdonatelo. Non sa quello che fa.

Rosario è il solito ciclone, riesce a prendere tutti per il culo, da Figliuolo allo stesso Ama, passando per Draghi. La scena del bacio col Direttore di RAI1 è un momento di alta televisione. #stendiamounvelopietoso.

Réclame

Si torna alla gara con La Rappresentante di Lista. Anche questa mi ricorda qualcosa: provate a cantarci sopra “Splendido splendente”. Ma che cazzo.

Tre plagi su cinque canzoni in gara. Non male.

Michele Bravi. Lo ricordo anni or sono, sullo stesso palco, in piena pubertà. E’ cresciuto di statura e di capelli. La voce è sempre la stessa. Praticamente Edward mani di forbice che canta. “Canta” è una parola grossa. Ancora un po’ di pratica, vi lascio immaginare in che cosa.

Fuori i primi super ospiti, per Sanremo 2022 prima serata: i Måneskin. Possono piacere o meno, possono essere considerati Rock o meno, ma li rispetto. Perché nel 2016 li ho visti suonare per strada, nel centro di Roma, con la custodia della chitarra aperta, a raccogliere le offerte. #nonvoglioesserepolemico, ma cosa ne penseranno i Cugini di Campagna del look di stasera?

L’anima del commercio

Puntata più spezzettata di un film su Tele Piemonte Libero negli anni ’80.

Massimo Ranieri. Benvenuti a Canzonissima 1972 (c’era anche Gianni Morandi, pensa te). Accarezza la spalla di Ornella Muti, buongustaio. Un tributo a Lucio Dalla. Evidenti le assonanze con “L’uomo senza età” di Renga. Interpretazione teatrale, come da copione. Ma la voce scricchiola. Comunque, le nonne e le mamme in tempesta ormonale.

Mahmood e Blanco. Il primo si è fatto i “Soldi”, il secondo è vestito di nero, in barba al nome d’arte. Ballatona sanremese, infarcita di simil rap. Peccato non si capiscano le parole. Vincitori in pectore.

Ospite sportivo Matteo Berrettini #6 al mondo, l’intrusione di Fiorello si poteva pure evitare. Tempesta ormonale per tutte, teenager e milf.

23:02

Ana Mena nona cantante in gara. Canzone scritta da Rocco Hunt. La noche è sempre la noche, loca. Almeno è allegra, ma sembra “Amandoti” di Gianna Nannini, velocizzata.

Rkomi. Vale il discorso fatto prima per Yuman. Canzone con pretese rocchettare, che lascia il tempo che trova. Se ne poteva fare a meno.

Tornano sul palco del Teatro Ariston i Måneskin. Gran pezzo “Coraline”, grande interpretazione, grande padronanza del palco. #rockmeamadeus

Dargen D’Amico. Per autodefinizione un cantautorap. Vestito imbarazzante, paro paro a quello di Sergio Benvenuti (Carlo Verdone), nel film “Borotalco”. Splendido esemplare di tamarro, quello che va alle giostre sul “Tagadà”. Anche qui c’è troppa assonanza, con Federico Seven VS Dj Matrix. La meno peggio finora: minchia, come siamo ridotti.

Spot (ho quasi finito i sinonimi)

A proposito di spot, ecco servito il collegamento con la Costa Toscana. Orietta Berti, con un vestito da fare invidia a Cristiano Malgioglio, e Fabio Rovazzi, introducono Colapesce & Dimartino, a proposito di plagi…ma #nonvoglioesserepolemico.

Vi aspettavate un nuovo concorrente??? No! Ospite Claudio Gioè, che marchetta la seconda stagione di una fiction targata mamma Rai. Per fortuna prende poco spazio.

Giusy Ferreri. Cerca di uscire dai tormentoni abituali, con un folk da classifica. A me fa sangue. Punto.

Super ospiti, super ospiti? I Meduza. Producono musica, “musica”, si vabbè: IDM o lounge, chiamatela come volete. In quanto deejay negli anni ’80, mi fa venire la cagarella.

Telegiornale

90 secondi di Tg e si riprende con un ospite d’eccezione che arriva in moto. Amadeus esce dal teatro e lo va a ricevere. Sotto il casco spunta il Raul Nazionale. L’eccitazione tra il pubblico femminile si spande come una hola ma scema in fretta ed è suicidio di massa delle casalinghe italiane: Raul Bova indossa il talare e diventa Don Massimo.

Mia moglie posta questo su Facebook:

un fumetto con una donna con capelli ricci che versa fiumi di lacrime e una paperella che galleggia

Porto fuori il cane. Sipario.

Classifica provvisoria

Ricordo di Franco Battiato. Grazie di tutto sommo Maestro.

Si tira stancamente a fare tardi, nel frattempo, prima della classifica provvisoria, qualche considerazione.

Dodici canzoni in gara, di cui la metà praticamente plagi. Non male, si fa per dire, e ri #stendiamounvelopietoso.

Se penso che anni fa esportavamo gente come Eiffel 65 e Planet Funk, e adesso ci esaltiamo per i Meduza (senza parlare della italo disco anni ’80), mi vien da piangere. I deejay sul palco del Teatro Ariston: #aridatecepippobaudo è l’unica soluzione.

Lunghezza esagerata del programma: non oso immaginare quando i big in gara saranno venticinque.

Ultima classificata Ana Mena. Terzo Dargen D’Amico, secondi Rappresentante di Lista, primi Mahmood & Blanco.

La SPINA di Igor

Quest’anno ho il piacere di proporvi, in chiusura di serata e di articolo, il parere “spinoso” di Igor Nogarotto, cantante, autore, e scrittore del best seller del momento “Rosa stacca la spina“, che trovate in tutte le librerie e cliccando a questo link.

Nella città dei fuori: il tallone d’Achille Lauro, NOIEmi, SmeMorandi e Ana Meno. In attesa della seconda serata, Cantomercato aperto per i “consigli per gli acquisti”. Grazie all'”oh-maggio” di Orietta Berti, installazione vivente del mio romanzo. Se son rose, sfioriranno.

Buonanotte. A domani.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.