Una scrofa semilanuta simbolo della città di Milano

Oggi il simbolo della città di Milano è un blasone con il sole e la luna sovrastati da una croce rossa, ma quanti sanno che il vero simbolo della città è stato per molto tempo una scrofa semilanuta? E’ una storia che arriva da lontano, interessante e curiosa.

Dal 1998 la città di Milano ha adottato uno stemma, “logo” ufficiale della metropoli italiana. La spiegazione di questo stemma è così blasonato:”d’azzurro, al sole d’oro, non figurato, con otto raggi ondeggianti, alternati da sedici raggi acuti, due a due, esso sole caricato a destra dalla falce di luna, di argento, con i corni riuniti nel punto in corrispondenza della base del raggio ondeggiante posto in sbarra a sinistra: il tutto sotto il capo d’argento, caricato dalla croce di rosso”.

Ma la città è antica e, come tutte le città, ha vissuto diverse evoluzioni, a seconda di chi l’ha abitata, conquistata e costruita.

Ma come può una scrofa diventare simbolo di una città?

Una scrofa a simbolo della città di Milano

Le origini della fondazione della città meneghina risalgono a VI secolo a.C. Il primo popolo che occupò la zona era una tribù celtica proveniente dalla Gallia. Dai racconti di Tito Livio, la comunità, sotto la guida di Belloveso, nipote del Re celtico Ambigato, arrivò nella penisola italica, attraversando le Alpi e con l’intensione di occupare la parte settentrionale.

Pare che i celtici si siano ritrovati davanti a un paesaggio desolato, fatto di paludi e fango. All’epoca era usanza consultare un oracolo per prendere decisioni importanti e la veggente predisse che una scrofa ricoperta di pelo li avrebbe condotti nel punto esatto dove fondare la città.

Per i celtici la scrofa era un animale sacro. Quando Belloveso incontrò sul suo cammino una femmina di cinghiale, con il pelo solo nella parte anteriore, che pascolava, riconobbe il segno dell’oracolo ed è proprio in quel punto che decise di fondare il suo villaggio. Lo chiamo Medhe-lan, che in celtico significa “terra di mezzo”.

Il nome subì poi delle variazioni, con l’arrivo del latino, che rinominò la città Medio-lanum, “terra in mezzo alla pianura”, che corrisponde fedelmente al significato originale, ma che significa anche “semi-lanuta”.

La scrofa rimase il simbolo fino all’epoca medioevale, quando la famiglia Visconti impose la sostituzione con il simbolo della loro casata, un biscione.

Il simbolo però non è del tutto sparito. Lo si può ancora vedere su alcuni palazzi della città. Il vecchio Palazzo della Ragione, in piazza dei Mercanti, conserva, su uno dei suoi capitelli, un bassorilievo rappresentante la scrofa. Lo stesso simbolo lo ritroviamo in piazza della Scala a Palazzo Marino, in un cortile interno, ai piedi di Sant’Ambrogio sul gonfalone ufficiale.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”