“Il blocco delle attività del ballo anche per le sagre enogastronomiche e feste patronali, crea una situazione tragica. 15mila musicisti delle orchestre da ballo rimarranno senza lavoro anche questa estate, dopo 15 mesi di fermo totale. Migliaia di orchestre da ballo sono al collasso. Stiamo parlando di vere imprese con costi da sostenere e dipendenti. Per questo motivo, venerdi 28 maggio scenderemo in piazza a Piacenza, con una manifestazione pacifica per chiedere al Governo l’immediata riapertura dell’attività del ballo, adottando protocolli adeguati come tutte le altre attività“.
Le parole di Moreno Conficconi, Presidente Unione Obis introducono l’evento che si terrà a Piacenza, per sensibilizzare il Governo in merito alla ripartenza anche delle attività legate alle danze.
“No ballo? No orchestre“. Uno slogan chiaro ed efficace. Riassume e denuncia il permanere di una situazione di immobilità del settore che potrebbe essere la condanna a morte per un comparto che conta oltre 15.000 addetti, tra lavoratori e imprese. A questi si aggiunge un altro numeroso indotto che opera in ambito culturale e sociale e nella custodia della tradizione.
15 mesi di inattività sono una mannaia che cala sulla testa di tutto il settore. E oltre al danno, esiste pure la beffa di non aver avuto un riconoscimento economico a sostegno della categoria.
Infine, il colpo di grazia. Se tutti gli altri settori economici hanno la possibilità concessa dal Governo di programmare la ripresa, le aziende del ballo non vedono la fine della crisi, perché dipendenti esclusivamente da un esercizio – il ballo – che, ancora oggi, non è stato disciplinato.
Nessuna ripartenza senza il ballo!
Unione OBIS, rappresentante delle Orchestre del ballo italiane, ha organizzato una manifestazione nazionale.
Venerdì 28 maggio in piazza Cavalli a Piacenza alle ore 18:30 tutti i musicisti delle orchestre da ballo e i loro strumenti sono invitati a sostenere l’iniziativa. L’obiettivo è sensibilizzare il Governo sulla gravità del problema e sull’impossibilità di attendere oltre, pena la chiusura definitiva di migliaia di aziende.
Le richieste sono semplici: riconoscere come non più giustificata la sospensione dell’attività del ballo. Indicare una data certa e prossima, che consenta di riprendere a ballare. La soluzione per la ripresa è la stessa che per le altre attività: coloro che sono vaccinati, immuni perché già contagiati e guariti, oppure con tampone effettuato nelle 48 ore, infine, per i congiunti. Siano autorizzate e disciplinate le sagre enogastronomiche e le feste patronali. Siano adottati i protocolli per lo svolgimento in sicurezza delle attività del ballo. Sia garantito un adeguato sostegno economico all’intero comparto fino a quando non venga messo nelle medesime condizioni di ogni altro settore.