#parcodoralive 2019: Pino Campagna – “il comico del popolo”

Pino Campagna ritorna al Parco Dora

Correva l’anno 2003, quando un semi sconosciuto comico pugliese approda alla prima edizione di “Zelig Circus” ed inventa il personaggio del Papy-Ultras: un padre come tanti, alle prese con due figli disobbedienti, che “slogheggiano”, cioè parlano attraverso gli slogan, ma soprattutto cominciano ad essere schiavi della tecnologia, a quel tempo del computer, trasformatosi presto nella dipendenza da smartphone. Signori, Pino Campagna.

Un precursore dei tempi, quel comico pugliese, quasi un preveggente, che inventò il tormentone: “Papy ci sei, ce la fai, sei connesso”, al quale il povero papy rispondeva con “TCDM”, acronimo di “T’ crep d’ mazzt” che non ha certo bisogno di traduzione. Il papy più famoso d’Italia.

Bene, quel comico pugliese, Pino Campagna, è stato ospite del #parcodoralive2019 tenutosi a Cerignola, pardon a Torino, e naturalmente il personaggio di cui sopra, è stato protagonista di una lunga e divertente parte del monologo, anzi dello show, perché Pino ci ha regalato ben altro che un semplice monologo.

Papy, ci sei??? Ce la fai??? Sei connesso???

Da consumato front-man (chissà come si dice in dialetto foggiano, ma ne riparleremo fra poco), l’artista pugliese regala al pubblico, composto per la maggior parte da “terroni torinesi”, uno spettacolo fatto di battute fulminanti, una mimica che acchiappa e incolla lo spettatore alla poltrona, una gestualità a prova di bomba, il tutto condito da azzeccatissimi stacchi musicali, parti cantate con chitarra a tracolla (Pino è nato artisticamente come cantante dialettale), e un aspetto che non conoscevo, una grande verve come imitatore: le imitazioni di Francesco Guccini e di Edoardo Bennato, sono le migliori alle quali abbia mai assistito.

Il tutto con uno sfondo, un sottofondo, un leitmotiv ben preciso: la Puglia, la terra madre.

Taglia la testa al gallo se ti becca nella schiena, taglia la testa al gallo se ti becca”, cantava Ivan Graziani, dedicando la canzone a chi “ha dimenticato, o ha voluto dimenticare le proprie origini”: per Pino non è così.

La Puglia

Tutto lo spettacolo, sia che si parli delle differenze tra milanesi e immigrati pugliesi a Milano, sia che ci racconti come Simon & Garfunkel o i Beatles, abbiano scritto i loro più grandi successi dopo una vacanza in Salento, sia che parli della differenza fra i cantautori di ieri e quelli di oggi, la madre Puglia è sempre in background (parola pugliese, ma abbiate ancora un po’ di pazienza, capirete subito), è sempre fonte di somma ispirazione.

Infatti il momento topico dello show vede Pino armato di pennarello e lavagna, intento a spiegarci, carta geografica alla mano, come in Puglia si parlino le lingue straniere: si scopre così che a Foggia si parla l’arabo, a Cerignola l’inglese, a Barletta il francese, a Bari il polacco, a Brindisi e a Taranto l’amazzonico e il portoghese, a Lecce il giapponese e infine a Bitonto il tedesco; tanto che l’inno della squadra di calcio locale è cantato, naturalmente in dialetto, sulle note di “Deutschland über alles”.

IL comico del popolo

Esilarante a dir poco, uno show che ha fatto uscire il bambino che c’è in noi, a tempo di: “Uei guagliò, che s’ dic, tutt’appos?”.

Standing ovation strameritata per il “comico del popolo”.

Prima dello spettacolo, ho avuto la fortuna e il piacere, di incontrare Pino, persona squisita e dalla simpatia trascinante, per una chiacchierata.

Vi invito a guardarla e a gustarla, perché risulterà molto istruttiva: si parla di wrestling, di cui Pino è grande esperto (commentò anni addietro “SmackDown Live”, insieme a Giacomo “Ciccio” Valenti e Christian Recalcati), ma anche di storia e geografia.

Scoprirete cose che neanche Piero Angela o Roberto Giacobbo vi hanno mai svelato. Fidatevi.Parola di Zetatielle!

#stayalwaystuned

Pino Campagna intervistato da Lele Boccardo
Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.