Pranzo di Natale in famiglia? Le linee guida da seguire

Come ci si dovrà comportare a tavola il giorno di Natale? Come fare il pranzo di Natale in tutta sicurezza? Quali sono le regole e le linee guida? Scopriamolo insieme! Il pranzo di Natale 2020 secondo Fabrizio Pregliasco

Ormai è chiaro che questo Natale sarà non solo anomalo, ma delirante. Divieto di spostarsi da regione a regione a partire dal 21 dicembre fino al 6 gennaio, e spostamenti vietati da comune a comune nei giorni delle festività. Risultato: treni, autostrade e aeroporti presi d’assalto con le partenze last minute da nord a sud nel weekend del 20 dicembre, e interi gruppi di carbonari che si stanno riunendo di notte nelle cantine fumose delle città, per studiare gli antichi sentieri dei partigiani, usati per sfuggire ai controlli tedeschi.

I boschi sono attenzionati su Google maps e grazie a Street View i convinti dissidenti delle regole scoprono nuove rotte che vanno da Moncenisio a Sant’Alessio in Aspromonte. Tutto pur di non perdere il pranzo di Natale di nonna Concetta.

Ma per chi sarà riuscito a sfuggire ai controlli, l’avventura è solo all’inizio, perchè, dopo un cammino arduo almeno quanto quello di Santiago di Compostela, una volta arrivato a destinazione, dovrà fare i conti con i 10 comandamenti di Papa Pregliasco su come fare un pranzo di Natale senza rischi.

Il pranzo di Natale secondo Pregliasco

L’articolo con il vademecum di Fabrizio Pregliasco esce su Fanpage qualche giorno fa, dove la collega Francesca Parlato propone un’intervista con il virologo superstar. Riporta dieci consigli dispensati gratuitamente, da seguire il giorno di Natale. Pensavo fosse uno scherzo, invece è tutto vero. E allora prendiamola con il sorriso e andiamo a leggere (e commentare).

A Natale (non) puoi…

Primo comandamento: non abbracciare

Quando arrivate, salutate con il gomito, tenendo la mascherina e se c’è un bambino, dategli una carezza (senza toccarlo) e ditegli che questa è la carezza del virologo.

Secondo comandamento: lavarsi le mani

Lavatevi subito le mani. Sarà un procedimento che dovrete ripetere più volte, ma non vi preoccupate: nel vademecum ci sono le indicazioni di quando farlo durante la giornata.

Terzo comandamento: dotatevi di un attaccapanni

Se nella casa dove andrete non c’è (perchè non tutti ne hanno uno) avete due soluzioni: o lo portate in dono con l’incenso e la mirra, o ve ne portate uno da casa, ma è assolutamente sconsigliato appoggiare cappotti, sciarpe e cappelli sul letto! Il virus cammina, si diffonde sul copriletto e nella notte, quando meno ve lo aspettarete, colpirà nel sonno. Per cui, se amate la vostra famiglia, o chiedete di mettere un lenzuolo sopra il letto (Pregliasco manderà i RIS di Parma a ritirarlo a fine giornata) o mangiate con il cappello la sciarpa e il cappotto.

Quarto comandamento: a tavola solo sei persone a distanza di un metro e mezzo l’uno dall’altro

Non so dove vive Pregliasco, ma per fare una tavola così, a casa mia, devo buttare giù il muro e allargarmi dal vicino e ci ritroveremmo ad essere in 12 in 15 metri quadrati, tra cumuli di macerie. Ma Pregliasco ha previsto anche questo. Pregliasco lo sa che non tutti vivono in una villa con sala da pranzo, sala da thè, sala bigliardo e priveè. Per chi vive in un umile appartamento cittadino la soluzione è distribuire gli invitati su più tavoli, meglio se uno in cucina, uno in camera da letto e uno in corridoio.

L’effetto ottenuto sarà più intimità per tutti.

C’è solo un piccolo problema…trovare tre tavoli, ma i più audaci so già che hanno la soluzione. Li prenderanno dal dehor del bar sottocasa, tanto è chiuso per fallimento.

Una donna prepara la tavola per il pranzo di Natale, con piatti bianchi e posate argentate,  a centro tavola un vaso di fiori e al fondo una decorazione natalizia

Quinto comandamento: Vietato toccare i piatti di portata

Prima di sedervi a tavola, andate a lavarvi le mani. Lo avevate già fatto al vostro arrivo? E’ ora di farlo di nuovo.

E’ Natale, quale occasione migliore per farvi servire come dei re? Evitate questo Natale di offrire il vostro aiuto in cucina, non è gradito ed è pericoloso. Continuate poi a stare seduti tranquilli durante il pranzo e chiedete, anzi pretendete, di essere serviti senza toccare il piatto in cui state mangiando.

Se non potete permettervi un cameriere qualificato, il consiglio è quello di trovare il “Bobby” di Natale, cioè la persona che per quel giorno servirà i piatti ai commensali evitando così di passare di mano in mano le portate. Se non trovate volontari, potete sempre usare il trucco dello stecchino più corto. Funziona sempre.

Sesto comandamento: no alle candele natalizie

Avete capito bene. No anche alle candele natalizie, quelle che adornano le nostre tavole con bellissimi centrotavola. Decorazioni inutili e pericolose nel Natale di Pregliasco. Il motivo? Per spegnerle bisogna soffiarci sopra. Probabilmente non basta consigliare di usare quei coppini spegni-candela. Non vanno proprio accese e basta.

Pranzo di natale - delle candele natalizie su un vassoio con stelle bianche e pigne rosse e sulla sinistra il simbolo del divieto

Sesto comandamento: mascherina anche a tavola, tra una portata e l’altra

Poichè il comitato tecnico scientifico non è riuscito in dieci mesi a trovare un modo per permettere di alimentarsi attraverso la mascherina, con rammarico e rassegnazione, abbiamo l’ok per toglierla, ma solo per mangiare. Appena finito il piatto, tra una portata e l’altra, rimettete la mascherina, toccandola solo sugli elastici laterali ed evitando di aggiustarla con le mani. Chi sbaglia paga pegno saltando il prossimo antipasto e va a lavarsi di nuovo le mani.

Chi riesce a mangiare tutte le portate vince il Parco della Vittoria e il Viale dei Giardini.

Finito il pasto, andate a lavarvi le mani.

Settimo comandamento: vietato fare “cin cin”

E’ l’ora del pandoro, panettone e brindisi tradizionale. Pregliasco, su questo argomento, non ammette repliche ed è categorico e fermo: niente cin cin. Fate come i russi: calici in alto, prosit e poi rompeteli per terra, ma non azzardatevi a fare il tradizionale “cin cin”. Far tintinnare i bicchieri prevede lo scontro tra i vetri e bisogna evitare che i virus, qui cito testualmente, “saltino da un bicchiere all’altro”.

Pranzo di natale - delle persone sorridenti brindano alzando i calici e sul lato destro il simbolo del divieto

Ottavo comandamento: arieggiare i locali

Se non potete disporre di un ampio giardino dove organizzare il pranzo di Natale, non preoccupatevi. Potete tranquillamente ovviare al problema lasciando le finestre aperte. Un pò d’aria fresca di dicembre aiuterà a scongiurare il contagio. Quando avrete finito la giornata vi sarete comunque beccati una banalissima influenza da raffreddamento, ma sarete negativi al tampone.

Nono comandamento: non toccate i pacchetti natalizi degli altri

La procedura corretta qui è semplice ma scrupolosa. Prima di tutto, andate a lavarvi le mani. Di nuovo? Si, di nuovo. Poi, munitevi di salviette igienizzanti e chiedete quali sono esattamente i vostri pacchetti natalizi. Porgete una salvietta igienizzante ai vostri parenti e fategli igienizzare il pacchetto prima di sporgervelo. Ricevetelo a vostra volta con una salvietta igienizzante e ripetete l’operazione. Non sia mai che il fiocco contenga nelle pieghe ancora qualche residuo di virus.

Il vademecum prevede che questa procedura venga fatta anche con i doni portati da Babbo Natale ai bambini e lasciati durante la notte sotto l’albero. Quindi, impedite con ogni mezzo ai vostri bimbi di tuffarsi sotto l’albero per cercare i propri regali e sorvegliate attentamente che non tocchino ciò che è loro. Una buona abitudine che li educherà anche in futuro.

in un cerchio nero due mani si scambiano un dono natalizio e sovrapposto c'è uno spray igienizzante

Decimo comandamento: niente telefonate

Proprio così: l’ultimo comandamento prevede che non si facciano telefonate. Poichè non avete potuto riunire tutta la famiglia come i natali passati, verrà voglia a tutti i presenti di sentire i parenti del comune vicino o lontano e augurare buone feste, o dire quant’era buono il sugo di nonna che voi avete gustato e loro no. Non fatelo! Evitate il “ti passo la zia”, perchè il passaggio del telefonino potrebbe esservi fatale. Ci avete respirato sopra, lo avete toccato con le vostre mani ed ora pretendereste di passarlo a qualcuno e contagiarlo inevitabilmente, dopo aver fatto attenzione per tutto il pranzo? Eh no…non si fa….

Comandamento extra bonus

Ma non è finita qui. Pregliasco non ha fatto tutto da solo. Le Tavole dei Comandamenti di Natale sono state stilate con la collaborazione del dottor Matteo Fadenti, specialista in tecniche della prevenzione degli ambienti e dei luoghi di lavoro, che aggiunge un suggerimento extra.

Se non siete riusciti a convincere i vostri ospiti ad entrare lasciando fuori le scarpe e mettere dei calzari sanitari, quando tutti saranno andati via, avete un problema. La pulizia dei pavimenti. Come igienizzare adeguatamente la casa? Ve lo dice Fadenti. Ma partiamo prima dal lavaggio dei piatti.

Se possedete una lavastoviglie, siete a posto, ma se dovete lavare i piatti a mano allora dovete abbandonare l’idea del vostro solito detersivo per piatti al limone. Neanche il detersivo più concentrato potrà farcela. L’unico detersivo efficace dovrà essere a base di disinfettante, quindi, dopo aver lavato normalmente i piatti, dovrete strofinarli bene con amuchina, alcool o sanificante.

Personalmente opterei per un magnifico servizio di bicchieri, piatti e posate usa e getta, ma probabilmente Pregliasco e Fadenti hanno solo argenteria in casa.

Infine, per i pavimenti, meglio ancora se usate qualcosa a base di alcol e cloro.

Ultima raccomandazione: quando direte ai vostri ospiti la classica frase di commiato: “state già andando via?”, ricordatevi di aggiungere:”prima vatti a lavare le mani!”

una persona si stalavando le mani con sapone sotto l'acqua di un lavandino
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”