La prostata ingrossata o ipertrofia prostatica benigna è una condizione che si presenta nel corpo umano maschile, con l’avanzare dell’età: quali sono i sintomi e i rimedi?
Difficoltà a urinare, necessità di alzarsi frequentemente la notte o senso di svuotamento incompleto della vescica: sono i primi sintomi, spesso sottovalutati, di una prostata ingrossata, una delle condizioni urologiche più comuni tra gli uomini maturi
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è l’ingrossamento non tumorale della prostata, una ghiandola fondamentale per il sistema riproduttivo maschile. E’ un problema che, se sottovalutato o ignorato, può diventare un serio pericolo.
Infatti, con l’avanzare dell’età, i cambiamenti ormonali e cellulari portano la prostata ad aumentare di volume, comprimendo l’uretra e causando sintomi proprio come difficoltà a urinare, flusso debole, bisogno frequente di urinare (soprattutto di notte) e, in alcuni casi, infezioni ricorrenti. Secondo la Società Italiana di Farmacologia, oltre sei milioni di uomini over 50 in Italia soffrono di IPB: colpisce il 50% degli uomini tra i 51 e i 60 anni, il 70% tra i 61 e i 70, fino ad arrivare al 90% negli over 80. Un dato che sottolinea non solo la diffusione, ma anche l’importanza di trattamenti efficaci e ben tollerati.
Evoluzione terapeutica e nuove frontiere della medicina integrativa
Negli anni, il trattamento dell’IPB ha visto un’evoluzione notevole. Se in passato gli approcci erano chirurgici e invasivi, nel tempo la ricerca ha trovato soluzioni farmacologiche più sofisticate, arrivando a tecniche mininvasive che offrono buoni risultati con minori effetti collaterali. Oggi, l’attenzione si concentra su approcci integrativi, capaci di trattare il paziente in modo globale, combinando la medicina convenzionale con quella naturale.
In questo contesto si inserisce l’evento scientifico organizzato da idipharma, azienda farmaceutica siciliana, che si è svolto il 4 aprile a Roma presso “La Lanterna”. L’incontro ha riunito specialisti urologi e ricercatori di alto livello per discutere i più recenti progressi nella gestione dell’IPB e per presentare dati clinici sull’uso di un nutraceutico brevettato: Xipag.
«È stato un incontro di altissimo livello – ha dichiarato Alessandro Bottino, amministratore di idipharma – arricchito dalla presenza di alcuni tra i più autorevoli esponenti dell’urologia italiana».
Il ruolo del nutraceutico Xipag nella gestione dell’IPB
Tra i temi principali, gli avanzamenti nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna e le evidenze cliniche sull’utilizzo della nutraceutica, disciplina che studia i benefici per la salute di specifici componenti di origine naturale. Nello specifico, per il trattamento di prostata ingrossata, ovvero delle patologie urologiche, Xipag, in particolare, è stato al centro di tre studi clinici svolti presso gli ospedali Careggi di Firenze, Sapienza (Polo Pontino di Latina) e Sant’Andrea di Roma.
«Sebbene vi siano dei trattamenti farmacologici consolidati per l’IPB, è sempre importante progredire con la ricerca verso nuove possibilità – ha spiegato il professor Ferdinando Fusco, direttore UOCS. Anna e S. Sebastiano di Caserta e professore associato Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli. «Nessun trattamento è perfettamente soddisfacente. Alcuni farmaci, infatti, possono compromettere la funzione sessuale o alterare la pressione arteriosa. Per questo, la ricerca deve continuare nel perfezionamento delle terapie. Oggi molti pazienti, specie nella fase iniziale della malattia, preferiscono ricorrere a soluzioni naturali, dimostrando il desiderio di ridurre al minimo gli effetti collaterali».
Benefici clinici e prospettive della medicina integrativa
I risultati più recenti dimostrano che la combinazione tra trattamenti farmacologici e naturali può non solo migliorare la sintomatologia della prostata ingrossata, ma anche rallentare la progressione della malattia di ipertrofia prostatica benigna. «Oggi la medicina complementare ha un nuovo strumento per aggredire positivamente l’IPB – ha dichiarato Gaetano Di Fazio, direttore scientifico di idipharma. «Con Xipag abbiamo la possibilità di trattare i sintomi, ma anche di agire su due delle cause eziopatogenetiche più importanti che sono responsabili dell’insorgenza e dell’aggravarsi della patologia».
Simone Carradori, farmacologo e docente universitario, ha sottolineato l’importanza della ricerca preclinica anche in ambito nutraceutico: «Così come per i farmaci, anche per i nutraceutici la sperimentazione preclinica è fondamentale non solo per conoscere in dettaglio i meccanismi molecolari alla base della loro composizione, ma anche per il profilo di sicurezza. Inoltre, nei nutraceutici spesso sono presenti più ingredienti con possibili interazioni tra i singoli bioattivi. In ragione di tale peculiarità, risulta estremamente cruciale attuare studi preclinici mirati, riproducibili, statisticamente robusti e con controlli positivi, al fine di approfondirne non solo la farmacodinamica ma anche la farmacocinetica».
Fitoterapia, infiammazione e approccio personalizzato
La fitoterapia, intesa come utilizzo terapeutico di estratti vegetali, si conferma un alleato utile nella gestione dell’IPB. «La fitoterapia può offrire ai pazienti trattamenti naturali con comprovata efficacia terapeutica, spesso con minori effetti collaterali», ha spiegatoMattia Lo Re, specializzando in Urologia all’Ospedale Careggi. «Può essere utilizzata per gestire patologie croniche o integrare le terapie convenzionali, adattandosi ai bisogni specifici del paziente».
Damiano Graziani, specializzando Urologia Sapienza Polo Pontino Latina, ha invece posto l’attenzione sull’infiammazione delle basse vie urinarie, spesso alla base della sintomatologia irritativa tipica dell’IPB: «Per contribuire al successo della terapia farmacologica, un nutraceutico per IPB dovrebbe agire in particolar modo sull’infiammazione delle basse vie urinarie: infiammazione che spesso è alla base sia della sintomatologia irritativa (frequentemente descritta dai pazienti), sia del peggioramento della condizione patologica stessa».
Informazione = prevenzione
«Per eseguire uno studio clinico sulla medicina complementare è essenziale avere una buona conoscenza sull’argomento e sulla letteratura esistente – ha concluso Riccardo Lombardo, urologo dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma – È indispensabile scegliere bene l’endpoint primario dello studio».
L’incontro promosso da idipharma ha evidenziato la necessità di una visione più ampia nella cura dell’ipertrofia prostatica benigna, capace di integrare competenze diverse e terapie complementari. L’interesse crescente verso i nutraceutici come Xipag indica che i pazienti desiderano trattamenti efficaci, personalizzati e più tollerabili, e la medicina integrativa potrebbe rappresentare non solo un’alternativa, ma un’evoluzione del concetto stesso di cura.
Resta comunque fondamentale non sottovalutare i sintomi dell’IPB, anche quando appaiono lievi. Disturbi come la difficoltà a urinare, la necessità di alzarsi frequentemente la notte o il senso di svuotamento incompleto della vescica vanno segnalati tempestivamente al medico. La prevenzione, attraverso controlli regolari, esami diagnostici mirati e il dialogo continuo con il proprio specialista di fiducia, resta la chiave per individuare precocemente la patologia, monitorarne l’evoluzione e scegliere l’approccio terapeutico più adatto, evitando complicanze future e migliorando la qualità della vita.
Foto copertina da Pixabay
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