Il tour virtuale di oggi vi porta a Figueres, in Spagna, al Teatro Museo di Dalì, alla scoperta della vita e delle opere di Salvador Dalì
Salvador Dalí è uno dei personaggi più famosi al mondo e una figura chiave dell’arte surrealista. È un artista a 360 gradi: illustratore, scultore, autore e regista.
Dalì è uno degli artisti più famosi del XX secolo. Ha cambiato il mondo con le sue favolose opere surrealiste e la sua personalità eccentrica, spesso provocatoria.
Qualunque sia la vostra opinione nei confronti di quest’uomo complesso ed egocentrico, il suo museo vale ogni euro speso e ogni minuto del vostro tempo. Pronti per un Tour Virtuale in Spagna, al Teatro Museo di Dalì a Figueres?
La storia di Salvador Dalì
Se per artista consideriamo un individuo che fa della propria persona un vero personaggio, a volte esagerato, eccentrico, che accarezza la follia parliamo proprio di Salvador Dalì.
Nasce l’11 maggio 1904 nella cittadina di Figueres in Catalogna. Proveniva da una famiglia agiata, il padre era un avvocato e notaio. Si chiama Salvador come suo fratello morto di meningite, nove mesi prima della sua nascita. Da quando era piccolo i genitori gli dissero che era la reincarnazione del fratello.
Gli aneddoti su di lui sono infiniti, la maggior parte di questi saranno sicuramente falsi ma servono per capire il personaggio che è stato e che ha creato. Dalì è un perfetto auto-promotore di sé. Lo stesso Freud ha detto di non aver mai conosciuto un fanatico come lui.


L’inizio della carriera artistica e gli affetti
Frequenta una scuola d’arte e a soli 15 anni fa la sua prima vera esposizione al teatro municipale di Figueres. A 16 anni muore la madre, l’evento lo segna per il resto della vita. Nel 1922 frequenta l’Accademia di San Fernando, attira molto interesse su di sé per i suoi modi eccentrici.
Nel 1926 fu espulso, poco prima di sostenere gli esami finali poiché, a detta sua, nessuno nell’Istituto era abbastanza competente da esaminare uno come lui. In quell’anno visita per la prima volta Parigi, dove incontra Pablo Picasso che venerò profondamente.
Da qui in poi la sua vita cambia. Incontra Gala, la sua venere ispiratrice, e ne rimarrà innamorato per tutta la vita. I rapporti con il padre si rompono a causa di alcune dichiarazioni dell’artista. Leggenda narra che ha messo in mano al padre un preservativo contenente il suo sperma dicendogli: “tieni, ora non ti devo più nulla”.
Dalì e il surrealismo
La fama di Dalì cresce sempre di più e diventa icona del movimento surrealista. All’inizio viene accolto da questa corrente, ma poi fu cacciato in malo modo. Breton, il padre del movimento, lo definì con l’anagramma Avida Dollars, bramoso di dollari. Avere a che fare con uno come lui non era affatto semplice.
Aveva un carattere difficile e se persino Freud lo definì “fanatico” un motivo doveva esserci. Ma Salvador sa quanto vale e come far parlare di sé. Nel 1934 viaggia negli Stati Uniti.
Lì è già una star.
Espone nelle gallerie che contano, i collezionisti lo inseguono, le sue opere, come il suo nome, fanno il giro del mondo attirando quell’interesse che Dalì ha sempre sognato.
Nella sua arte usa il metodo paranoico critico, ovvero rappresenta le paure e la angosce di cui l’uomo vive. Le trasforma in modo critico in soggetti per le sue opere d’arte definite “fotografie a colori dell’irrazionale”.
Dalì e la Paranoia
L’attività paranoico-critica venne definita dallo stesso pittore come “un metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull’associazione interpretativo-critica dei fenomeni deliranti”.


Come esempio di questo procedimento, vorrei considerare una delle opere più famose di Dalì, “La persistenza della Memoria” (più nota, forse, come il “quadro degli orologi molli”). Si tratta di una delle sue opere più celebri. Qui vi sono racchiusi alcuni dei temi più ricorrenti dell’artista.
L’ambientazione che ricrea la spiaggia catalana di Capo Creus. Gli orologi che si sciolgono cono una presa in giro nei confronti della rigidità del tempo cronometrico. I quadranti molli sembrano dei formaggi.
Non a caso Dalì disse che li aveva dipinti sotto l’effetto delle allucinazioni provocategli dal Camembert. Sotto gli orologi, al centro del quadro, vediamo un volto deformato visto di profilo.
Un’immagine ricorrente nelle sue opere. Le formiche rappresentano le putrefazione.
Secondo il metodo paranoico-critico seguito da Dalì, gli orologi molli sono il prodotto di una visione irrazionale e ci forniscono una nuova lettura del Tempo, diversa dal tempo meccanico.
Tour Virtuale al Teatro Museo di Dalì a Figueres
Nel 1960 inizia a lavorare nel Teatro Museo nella sua cittadina natale di Figueres. Si tratta del suo progetto più grande che finirà negli anni ’80.
Il 23 gennaio 1989 mentre stava ascoltando il suo disco preferito, Tristano e Isotta di Wagner, muore per un attacco di cuore. Viene sepolto all’interno del suo teatro, com’era sua volontà.
L’edificio sorge di fronte alla chiesa in cui fu battezzato e dove si svolse anche il suo funerale. A soli tre isolati si trova la casa in cui è nato.
Anche se la carriera lo ha portato in giro per il mondo, a Madrid, Barcellona, Parigi e negli Stati Uniti, Figueres è la città che gli è rimasta nel cuore.


Il Teatro Museo Dalì è un vero monumento al surrealismo, un’eredità che eclissa qualsiasi altro artista spagnolo, sia in termini di popolarità che di puro sfarzo. Il Museo è pura espressione dell’arte di questo maestro.
Qui sono esposte alcune delle opere di maggior pregio che vale la pena conoscere, dalle sue prime esperienze artistiche fino alle ultime creazioni.
Tutto il percorso rappresenta un’esperienza straordinaria che consente al visitatore di addentrarsi in un mondo unico e affascinante come quello di Salvador Dalí.
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