Benvenuti al Festival di Sanremo terza serata. Anche questa sera sono pronto a raccontarvi in diretta lo svolgimento dello show, artista per artista, con le pagelle, a modo mio, sul brano, e darvi la classifica di serata. Senza dimenticare il ritorno dei Duran Duran al teatro Ariston dopo 40 anni.
Serata che vedrà Carlo Conti, affiancato sul palco del Teatro Ariston da Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa.
Super ospiti i Duran Duran e dal palco di piazza Colombo Ermal meta.
Il programma prevede l’esibizione di 14 Big e la nomina del vincitore della categoria Nuove Proposte.
Le votazioni sono affidate al televoto e alla giuria delle Radio (con peso pari al 50%).
Boom di ascolti con la nuova Total Audience
Altro boom di ascolti per la seconda serata di Sanremo 2025. Secondo la Total Audience rilasciata da Auditel gli spettatori sono stati 11.700.000 con uno share del 64,5%.
Il confronto con i dati del passato non è immediato, perché i dati fino all’anno scorso, sono disponibili solo sulla fruizione televisiva. Ma nel 2024 l’ascolto medio della seconda serata, calcolato sul campione Auditel delle sole tv, fu di 10.361.000 spettatori con il 60.1% di share.
In sala Stampa Lucio dalla il ringalluzzimento è palpabile, da parte di Dirigenti e Direttore Artistico.
Per contro Amadeus, ancora battuto, quando ha Discovery+ i risultati, pare abbia avuto Nove travasi di bile.
Sono solo canzonette
Si parte forte, con Edoardo Bennato che canta, si fa per dire, “Sono solo canzonette”. Col tempo, invecchiando si diventa più saggi: tanti anni fa, quando era alla massima auge, mai e poi mai il buon Edo avrebbe partecipato al Festival. Ma tant’è. L’età comincia a pesare sulla voce.
Sale sul palco del Teatro Ariston Miriam Leone, bellissima, che presenta la prima cantante in gara.


Clara – “Febbre” [Clara Soccini, Jacopo Ettorre, Madame (ufficialmente è chiamata Calearo), Dario Faini e Federica Abbate]
L’attrice e cantante di Mare fuori alle prese con un brano urban che culmina in una cassa dritta. Lontanissima dalla Febbre del sabato sera, comunque #stendiamounvelopietoso
“Abbiamo in mente cosa sia la febbre, seppur non sia concreta, cambia la temperatura sale e scende come le giornate e le nostre emozioni”
“Sola su un terrazzo / Tutti fanno bling bling io nemmeno mi piaccio”.
È la volta di Elettra Lamborghini, zarrissima, che presenta il secondo concorrente.
Brunori Sas – “L’albero delle noci” (Dario Brunori)
Debutto al Festival per il cantautore calabrese, con brano che mescola paura e gioia genitoriale con immagini forti. Un brano degregoriano, ma sbiadito e stropicciato. Mi aspettavo di più. Francesco De Brunori.
“Una nascita che può essere una rinascita, una gioia, una rivoluzione, ma anche un momento di grande crisi. Il limbo tra essere genitori e sentirsi figlio”
“Sono cresciuto in una terra crudele / Dove la neve si mescola al miele”.
Tocca Katia Follesa, divertentissima, presentare il terzo concorrente.
Sarah Toscano – “Amarcord” [Sarah Toscano, Jacopo Ettorre, Federica Abbate, Federico Mercuri, Giordano Cremona (Sono Merk & Tremont), Leonardo Grillotti e Eugenio Maimone]
La giovane vincitrice di Amici si perde in una canzone che non lascia tracce, riempiendo il vuoto con frastuono. Nessun grande messaggio, se ne poteva fare a meno.
“Ispirato al film di Fellini. La canzone parla proprio di un ricordo un po’ nostalgico”
“La sera ride ma suona romantica / Sembra la zona più buia di un Luna Park”.
Bambino prodigio
Si tratta di Samuele Parodi, il bambino prodigio che sa tutto sul Festival. A quanto pare, fa di tutto, tranne che studiare, però sa tutto sulla storia di Sanremo. O quasi: nell’87 e nell‘88 al Palarock ci andavano gli ospiti, il Festival era all’Ariston. Per amor di precisione.
Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore” (Tiziano Ferro, Nek, Giulia Anania e Marta Venturini)
Cosa si può dire ancora a Massimo Ranieri? Di prendere un aereo, andare a Miami e dare due schiaffoni a Tiziano Ferro che gli ha scritto sta cacata di canzone. Poi, al ritorno, di atterrare a Bologna, andare a Sassuolo e riservare lo stesso trattamento a Nek, per lo stesso motivo. Si salva solo grazie alla sua classe immensa.
“È la storia di una persona che finisce il rapporto e aiuta l’altra persona a salvarla da questo cuore che è caduto in mare. I rapporti quando finiscono possono benissimo riprendersi o finire in modo civile e umano”
“E salverò il tuo cuore in fondo al mare / La vita l’ha spezzato e lui continua ad amare”.
Joan Thiele – “Eco” (Joan Thiele, Federica Abbate, Mace e Emanuele Triglia)
Debutto per la cantante di Desenzano del Garda. Un misto tra urban e vintage che comincia stufare. Aumenta la quota del “si poteva farne a meno”.
“Nata quasi un anno fa, ho iniziato a scriverla piangendo perché è stato emotivamente forte. Parla di difendere sempre le proprie idee e di attraversare la paura”
“Ma se ci sei tu ho più coraggio”.
Rapper che rappano
Sanremo terza serata prosegue con un momento molto toccante: la compagnia del Teatro Patologico, progetto fortemente voluto dal regista e attore Dario D’Ambrosi. Solo applausi.
Shablo con Guè, Joshua e Tormento – “La mia parola” (Shablo, Guè, Joshua, Tormento, Edoardo Medici, Vincenzo Luca Faraone, Roberto Lamanna, Ernesto Conocchia)
Producer e pilastro del rap italiano, Shablo schiera un trio d’eccezione: Guè, Tormento e Joshua. Street song ritmata, si muove su un groove funk, con contorno di coro gospel. Divertente e internazionale. Sarà che c’è Tormento ma mi sento di dire che siamo in zona Sottotono. Finalmente un rapper che rappa a Sanremo. Ecchecazzo. L’ho conosciuto oggi in Sala Stampa, e da oggi ho un nuovo amico. Un grande. Punto.
“Un esercizio di stile del genere urban. Va a ripescare nella tradizione della musica black, soul, delle origini ma in chiave contemporanea”
“Brucerò fino alla fine / Chiuso tra cemento e smog”.
Ermal Meta live, in diretta dal palco di piazza Colombo.
Noemi – “Se t’innamori muori” (Mahmood, Blanco e Michelangelo)
Brano scritto da Mahmood e Blanco, sul tema della vulnerabilità amorosa. Perfettamente sanremese, ma prevedibile, certamente non da “brividi”. Lei è sempre più irriconoscibile, ma è un dettaglio.
“È una metafora per raccontare l’abbandono quando viviamo i sentimenti, senza avere la paura di sentirsi un po’ fragili. È tutto in mano a qualcun altro”
“Perché è impossibile scordare quelle notti / Con il sorriso e con le borse sotto gli occhi”.
Olly – “Balorda nostalgia” (Olly, Julien Boverod e Pierfrancesco Pasini)
Né carne né pesce. Il giovane artista genovese non riesce a trovare un’identità musicale convincente. Forse era meglio “Nostalgia canaglia”. È sampdoriano, e questa non è una nota di merito. E quei baffetti da sparviero non si possono proprio vedere, #versaceonthefloor.
“È una sensazione di mancanza, di presa un po’ male che non è fine a sé stessa. Finisce sempre in una liberazione in generale”
“Mi accendo la tv solo per farmi compagnia”.
Duran Duran
Il momento clou si Sanremo terza serata, e forse di tutto il Festival. Si ritorna ai migliori anni della nostra vita, ai mitici anni ’80, alla new wave, al synth-pop, al new-romantic. Insomma alla musica che ha davvero segnato un’epoca.
Carlo, nel 1985 al Festival, per intervistare i Duran Duran c’ero anch’io…
“Invisible“, “Notorius“, “Ordinary world“, “Girls on film/Psycho Killer” (Victoria De Angelis, special guest al basso): medley da paura. Certo, Simon è un tantino imbolsito (67 anni) e si intravede la pancera, Nick sembra quasi mummificato, Roger forse ha interrotto la partita di burraco al circolo per salire sul palco; l’unico in splendida forma è John, per il quale sembra che il tempo non sia passato (sarà una caratteristica dei bassisti). Ma restano sempre e comunque “Wild boys” forever. Per me la serata può finire qui.
Carlo 1 di noi
Passare dai Duran Duran ai Coma_Cose può succedere solo a Sanremo.
Coma_Cose – “Cuoricini” (Coma_Cose, Antonio Filippelli e Gianmarco Manilardi)
I Jalisse che ce l’hanno fatta (non si sa come, e per il momento) tornano con una pseudo ballad che sarà sicuramente un tormentone social. Cassa in quattro, zarra e tamarra in stile anni ‘80. Ricchi e Poveri 2.0 in questo caso, e non so se sia un complimento. Ideale per il pilates.
“Parla delle dinamiche di coppia, d’amore in una versione agrodolce in quanto proiettata alla convivenza. Una tavola distopica della contemporaneità”
“Un divano e due telefonini è la tomba dell’amore / Ce l’ha detto anche il dottore”.
Modà – “Non ti dimentico” (Francesco Silvestre)
Fedeli a sé stessi, i Modà si limitano a un pezzo d’amore prevedibile. Nostalgia senza innovazione. Come i Negramaro lo scorso anno. Bentornati nel 2006.
“Una canzone d’amore in stile Modà in cui si parla d’amore e di coraggio: l’amore spesso può finire e spesso il coraggio è fondamentale per non cadere nella tristezza”
“Difficile accettarlo ma non siamo più gli stessi”.
Tamarri
Tony Effe – “Damme ’na mano” (Tony Effe, Vincenzo Faraone e Diego Vincenzo Vettraino)
Il rapper debutta con un brano in stile Califano, che sa di stornello, non rappa e non sa cantare. Riesce pure a stonare con l’autotune. Per capire le parole bisogna mettersi d’impegno. Lando Fiorini 3.0 [il 2.0 a suo tempo è stato Luca Barbarossa (“Passame er sale”, Sanremo 2018), che non prese bene il paragone e mi mandò praticamente affanculo]. #stendiamounvelopietoso
“Parla di Roma che può essere vista come la città e come una donna. Una canzone personale e passionale che parla d’amore”
“Tu non sei sincera / Tu sei pericolosa”.
Premio alla carriera a Iva Zanicchi
Irama – “Lentamente” (Irama, Blanco, Michelangelo e Giuseppe Colonnelli)
Con questa canzone Irama mette a nudo sé stesso, ma si perde nell’autotune. Una ballad confusa e autoreferenziale. Chissà in quale tonalità canta (probabilmente non lo sa ancora neanche lui). Per una volta, se ne poteva fare a meno. Ah, guai a non definirlo “cantautore”: si incazza di brutto.
“Racchiude una verità trasparente”. Laconico.
“Sei stata crudele crudele crudele / Fredda come la neve neve neve”.
Telegiornale
Francesco Gabbani – “Viva la vita” (Francesco Gabbani, Carlo Gabelloni, Pacifico, Davide Simonetta, Andrea Vittori e Giuseppe Zito)
Vincitore a Sanremo 2017 con Occidentali’s Karma, il cantautore toscano torna in gara per la quarta volta con un brano dal ritornello accattivante, su un terzinato che più classico non si può. La canzone però non spicca, almeno al primo ascolto, ma con lui mi capita sempre. Mi piacerà in futuro. Manca comunque la genialità di “comunque vada Panta Rei, I’m singin’ in the rain” e di “up con un po’ di down”. Gabba Gabba Hei (questa è per pochi).
“Nasce dall’esigenza di raccontare l’essenza ai minimi termini dell’esistenza. Ricorda quanto sia importante essere consapevole di quanto siamo vivi e della gratitudine di essere vivi”.
“Viva la vita così com’è / Viva la vita questa vita che”.
Gaia – “Chiamo io chiami tu” (Gaia Gozzi, Davide Petrella e Simone Tognini)
Rivolto alla generazione smartphone, uguale a tante altre.
Una volta c’era il tonno Mare Blu: apro io o apri tu? Ritmo dance, ma il risultato è ripetitivo e poco convincente. Rispecchia il trend artistico (artistico?) dello scorso anno, pari a zero.
“Si piazza nel limbo dell’indecisione che poi ci blocca e logora il cervello e non ci riporta nel nostro sentire”
“Meno male che non prende l’iPhone tra le onde alte di Rio”.
Sanremo Giovani
Finale, finalmente, della gara dedicata alle nuove proposte: si giocano la vittoria Alex Wise e Settembre.
I due ragazzini, se possibile, sono vestiti ancora peggio di ieri.
Settembre vince il Premio Mia Martini e il premio della Sala Stampa Lucio Dalla.
Vince Sanremo 2025 categoria Nuove Proposte Settembre con “Vertebre” (canta comunque meglio di Tananai).
Tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’ItaliA
Mutatis mutandis, valgono le stesse cose dette riguardo alla puntata di ieri sera: una Sanremo terza serata meno dinamica della serata d’eordio, diciamo più in linea con il Festival classic-version. Le tre co-conduttrici, una bellissima, una tamarrissima e una divertentissima, regalano un tocco fashion in 3D.Si potevano magari accorciare i tempi, soprattutto in vista delle due maratone finali che ci attendono per la serata cover e la serata finale.
I primi cinque in classifica, in ordine del tutto casuale di trasmissione (come si diceva una volta), o random (come si dice adesso): Coma_Cose, Brunori sas, Irama, Olly, Francesco Gabbani.
Classifica redatta secondo le votazioni della televoto e della giuria delle radio.
Sanremo terza serata termina qui. A domani.
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