“Seconds Out: il live dei Genesis tra tradizione e rinnovamento

1977

Terminano ufficialmente le trasmissioni di “Carosello” (per la disperazione dei bimbi dell’epoca) e la RAI passa allo spot pubblicitario ancora attuale. Sempre mamma RAI, con una decina d’anni di ritardo rispetto ad altri paesi europei, passa alle trasmissioni a colori. Nascono le prime “TV private”.

Il segretario della CGIL, Luciano Lama, viene violentemente contestato all’Università La Sapienza di Roma, da gruppi di autonomi e indiani metropolitani, ed è costretto a interrompere il comizio e ad abbandonare la manifestazione. Nasce il “movimento del ’77”.

Torino: prima udienza del processo contro i capi storici delle Brigate Rosse. Sedici giudici popolari inviano un certificato medico per dirsi affetti da “sindrome depressiva”, e perciò impossibilitati ad esercitare la loro funzione. Il processo non può cominciare.

Jimmy Carter è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.

New York: si tiene la serata inaugurale dello Studio 54, destinato a divenire il simbolo dell’epopea della disco music.

16 agosto – Memphis (Tennessee, USA): presso la sua dimora di Graceland muore Elvis Presley.

25 dicembre: muore Charlie Chaplin, il padre del cinema moderno.

La Juventus vince il diciassettesimo scudetto, con 51 punti, record per il campionato a sedici squadre. Secondo classificato il Torino con 50 punti. Capocannoniere: Francesco “Ciccio” Graziani (AC Torino), con 21 reti.

Gli Homo Sapiens vincono il Festival di Sanremo con “Bella da morire“.

The way I walk

Non crediate sia facile parlare del proprio gruppo preferito e non crediate sia facile scindere il “critico” dl “fan”. Il rischio, assolutamente dietro l’angolo, è quello di enfatizzare troppo i concetti, gli aggettivi e la narrazione.

La passione per i Genesis può essere tuttavia la guida perfetta per raccontare l’evoluzione della loro musica, la potenza di questo album dal vivo e il posto speciale che occupa nel cuore dei fan, e nel mio. E questo indipendentemente dai periodi artistici della band e dalle defezioni nel line-up.

Tutto nasce, per quanto mi riguarda, dalla vetrina di un negozio di dischi di Moncalieri (TO) e da una copertina: quella con un quadro al centro, su sfondo giallo, opera della pittrice inglese Betty Swanwick (questo però lo scoprirò in seguito), raffigurante un uomo sdraiato su una panchina con un tosaerba ai suoi piedi.

Non sapevo nulla dei Genesis, non li avevo mai sentiti, cosa plausibile per un tredicenne dei primi anni ’70, ma comprai ugualmente quel “padellone”.

Rimasi scioccato da quell’intro a cappella “Can you tell me where my country lies?”
said the unifaun to his true love’s eyes
”. La mia vita cambiò per sempre.

Fin qui i ricordi, e che ricordi. Adesso vediamo insieme l’ascesa e il consolidamento del gruppo fino a “Seconds out”, e come questo doppio disco dal vivo abbia catturato l’essenza di un’epoca irripetibile per il progressive rock.

From Genesis to revelation

I Genesis nascono nel 1967 come una band di giovani musicisti, studenti della prestigiosa Charterhouse School, tra cui spiccano Tony Banks, Peter Gabriel, Mike Rutherford e Anthony Phillips. Influenzati dal rock psichedelico e dal movimento nascente del progressive rock, iniziano a sperimentare con suoni complessi e testi visionari.

Nel 1971, con “Nursery Cryme”, i Genesis introducono per la prima volta lo sconosciuto chitarrista Steve Hackett e il batterista rampante Phil Collins, che presto diventeranno membri fondamentali della band.

Durante gli anni successivi, la band cresce sia musicalmente che in termini di successo, pubblicando una serie di album considerati oggi capolavori del rock progressivo. Nell’ordine “Foxtrot” (1972), “Selling England by the Pound” (1973), e “The Lamb Lies Down on Broadway” (1974).

Questi lavori rappresentano l’apice creativo della band con Peter Gabriel alla voce e si distinguono per la loro struttura narrativa e i testi enigmatici, ricchi di metafore, che trasportano l’ascoltatore in un universo onirico e teatrale.

Tuttavia, dopo “The Lamb Lies Down on Broadway”, Peter Gabriel decide di lasciare i Genesis per intraprendere una carriera solista, lasciando i suoi compagni davanti a una scelta cruciale.

A trick of the tail

Dopo la partenza di Gabriel, sono in molti a credere che i Genesis non avrebbero potuto continuare. Eppure, la band decide di andare avanti e, dopo mesi a passati a provinare decine di candidati, affida la voce al batterista Phil Collins.

“A Trick of the Tail” (1976) è il primo album con Collins come cantante e si rivela un successo sorprendente, dimostrando che i Genesis hanno ancora molto da dire. Questo nuovo ruolo per Collins aggiunge un tono differente al sound della band, più melodico ma comunque potente, con influenze soul e jazzistiche che arricchiscono le sonorità progr del gruppo.

L’album successivo, “Wind & Wuthering” (1976), consolida ulteriormente il nuovo corso dei Genesis, ma segna anche la fine di un’era. Dopo il tour mondiale del 1977, Hackett decide di lasciare la band, riducendo i Genesis a un trio formato da Banks, Rutherford e Collins.

La partenza di Hackett pone la band davanti a nuove sfide, ma li spinge anche a sperimentare nuovi territori musicali, focalizzandosi su arrangiamenti più sintetici e meno complessi, che caratterizzeranno la successiva fase “pop” degli anni Ottanta.

Seconds Out

Pubblicato nell’ottobre del 1977, “Seconds Out” rappresenta il primo doppio album live dei Genesis e cattura la band in uno dei momenti più entusiasmanti della loro carriera. Registrato durante il tour di “Wind & Wuthering”, il disco presenta una selezione dei brani più amati dai fan e include pezzi iconici del periodo Gabriel, come “The Carpet Crawlers”, “The Lamb Lies Down on Broadway”, “Firth of Fifth”, e “Supper’s Ready”.

Ma ciò che rende “Seconds Out” unico è il modo in cui i Genesis riescono a reinterpretare il loro repertorio live con Phil Collins alla voce, conferendo ai brani una dimensione più energica e, in alcuni casi, quasi aggressiva.

Collins, che inizialmente aveva dovuto confrontarsi con l’ingombrante eredità di Gabriel, dimostra qui di avere pieno controllo del palco e un’abilità vocale che conquista il pubblico. La sua presenza è magnetica e il suo carisma si sposa perfettamente con l’abilità strumentale di Banks, Hackett e Rutherford, accompagnati da Chester Thompson alla batteria, che diventerà un collaboratore fisso per i tour futuri.

Per chi ama i Genesis, “Seconds Out” è più di un semplice album live. E’ una testimonianza di un periodo di trasformazione, un ponte tra l’era Gabriel e quella che seguirà con la formazione a tre.

Ascoltare questo doppio live è come rivivere le emozioni di un’epoca in cui il rock progressivo era in pieno splendore, ma stava già cambiando forma.

Personalmente, questo album rappresenta un legame unico con il periodo più sperimentale della band. Ogni volta che ascolto i brani come “Supper’s Ready” o “The Cinema Show” eseguiti dal vivo, ho l’impressione di sentire l’anima stessa dei Genesis. Phil Collins si appropria dei testi di Gabriel con una delicatezza che evita l’imitazione, riuscendo a farli suoi. La sua voce, potente e carica di sfumature emotive, dona una nuova vitalità a questi brani classici, e questa reinterpretazione diventa uno dei tratti più distintivi di “Seconds Out”.

seconds out - la copertina del doppio live dei genesis

…And Then There Were Three…

Dopo la pubblicazione di “Seconds Out”, i Genesis entrano in una nuova fase creativa, sperimentando con un suono più accessibile e “radiofonico” che caratterizzerà i successivi album degli anni Ottanta, come “Duke” (1980), “Abacab” (1981) e “Genesis” (1983).

La band riesce a reinventarsi costantemente, passando dal progr all’arena rock con una naturalezza sorprendente. Pur mantenendo sempre una grande coesione tra i membri, nonostante le numerose trasformazioni.

Il successo commerciale dei Genesis cresce esponenzialmente in questo periodo, portandoli a diventare uno dei gruppi più popolari e influenti degli anni Ottanta. Tuttavia, per molti fan, “Seconds Out” resta l’ultimo vero manifesto della loro fase progressive. Un omaggio a quella complessità sonora e a quell’approccio teatrale che avevano definito i primi anni del gruppo.

Genesis

Ancora oggi, il disco è considerato uno degli album live più importanti della storia del rock progressivo e del rock in generale. La qualità della registrazione e la selezione dei brani lo rendono un disco fondamentale per chiunque voglia scoprire i Genesis. Non solo cattura la potenza e la precisione della band sul palco, ma riesce anche a trasmettere quella tensione creativa che caratterizza un periodo di grandi cambiamenti.

A mio personalissimo parere, “Seconds Out” non è solo un album live, ma un viaggio musicale in grado di far rivivere i giorni d’oro del progr.

Quando lo ascolto, posso quasi immaginare di essere lì, in mezzo al pubblico, travolto dall’energia e dall’emozione della performance. In un certo senso, è un disco che mi permette di apprezzare ancora di più l’evoluzione della band: da pionieri del prog a una delle band più versatili e influenti di tutti i tempi.

The way we walk

“Seconds Out” non è solo un disco dal vivo, ma una vera e propria dichiarazione di resilienza da parte dei Genesis. La band dimostra di poter affrontare e superare le sfide, reinventandosi senza mai perdere l’anima e l’essenza che li aveva resi speciali.

In questo senso, rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza al tempo stesso: è l’ultimo capitolo del loro periodo progressive. Ma anche il preludio a una carriera straordinaria che li porterà a conquistare il mondo con un sound in continua evoluzione.

In definitiva, “Seconds Out” rimane un album fondamentale per chi ama i Genesis e vuole comprendere le radici e l’anima del gruppo. È un disco che riesce a trasmettere il senso di appartenenza a una stagione irripetibile della musica, un’epoca in cui i Genesis erano capaci di portare i loro ascoltatori in viaggi musicali incredibili.

Ed è per questo che, ogni volta che lo ascolto, trovo in “Seconds Out” non solo il ricordo di un’era, ma anche l’energia, la magia e la passione che mi fanno amare i Genesis ancora oggi.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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