Silvana Maroni davvero “Lo sanno solo le stelle”?

La scrittrice Silvana Maroni ha pubblicato recentemente con la casa editrice Il Falò, il testo “Lo sanno solo le stelle. Piccole storie in bilico tra scienza, fantascienza, mito superstizione e altre paranoie” . Un libro davvero godibile e ricco di colpi di scena. Storie che si legano tra loro dalla magia per l’imprevedibile, la passione per la vita e la voglia di sognare un mondo migliore. Diverse le metafore utilizzate all’interno del libro così come i nomi di fantasia, storie in apparenza dalla trama “usuale” ma che rivelano delle grandi verità.

Silvana, Vorresti dirci qualcosa di più sul tuo libro?

Certamente! Vorrei fare una premessa: il libro è una raccolta di racconti di pura fantascienza, parto della mia fantasia quindi. La particolarità è che spesso il racconto di pura immaginazione si intreccia con dati  e principi scientifici liberamente applicati a contesti immaginari scelti ad hoc.

I racconti sono scritti con carattere normale e sono spesso seguiti da brani che contengono spunti, spiegazioni, storie mitologiche relative ai personaggi che rappresentano stelle e costellazioni, riconoscibili dal carattere corsivo.

Quindi ci sono dei brani, intervallati ai racconti veri e propri, che riportano dati e informazioni reali o storie mitologiche universalmente note.

Inoltre i racconti sono ispirati alla fantascienza classica, quella dei grandissimi autori per lo più degli anni ’50 del ventesimo secolo. In alcuni brani c’è addirittura qualche citazione che solo gli espertissimi in materia riconosceranno: l’universo chiuso in una bolla, l’androide che esplode a comando. Si tratta di piccole allusioni, rimandi, ambientazioni che nascono da suggestioni di letture giovanili.

Un’ altra cosa da sottolineare:  lo studio dell’universo riserva sorprese di ogni genere. Ciò che diamo per scontato sulla Terra, nel nostro angolino speciale del cosmo, spesso non lo è da un’altra parte. In molti racconti cerco di immaginare queste “altre parti”.

Durante uno dei racconti del libro, sono rimasta colpita da una espressione in particolare. Cosa intendi quando affermi “in quel mondo vivevano uomini forse, o esseri alieni alieni coscienti capaci di amare di soffrire di odiare di osservare le stelle”

Il racconto è la storia romanzata di una gigantesca esplosione stellare che potrebbe aver cancellato mondi abitati, proprio come la nostra Terra. Il paradosso è che proprio da quell’esplosione potrebbe esser giunta l’energia necessaria per innescare la nascita del sistema solare e quindi anche della Terra. L’esplosione insomma avrebbe cancellato la vita da qualche parte della galassia e l’avrebbe ricreata da un’altra parte.

Gli ipotetici alieni cancellati dal cosmo, potevano essere esattamente come noi e fare le stesse cose: amare, soffrire, pregare gli dei.

Silvana Maroni, quando dici: “chiamiamo Supernova queste stelle impazzite che all’improvviso esplodono e cancellano tutto quanto hanno intorno anche i mondi abitati, vita storia civiltà spariscono in un soffio e non ne resta traccia in tutto l’universo” Cosa vuoi comunicare con questa espressione?

 Voglio dire esattamente quello che dico: le esplosioni stellari avvengono spesso e sono la naturale evoluzione di alcuni tipi di stelle, se intorno alle stelle interessate da tali fenomeni gravitano pianeti abitati da esseri intelligenti, fondatori di civiltà complesse, viene cancellato tutto e non ne resta traccia. Non è una cosa giusta o ingiusta, buona o cattiva, è semplicemente così.

Molto interessante è anche questa espressione: “..quell’ ondata di energia creò l’ordine a dal caos, interruppe la marcia inesorabile dell’entropia. Per un attimo, un piccolo attimo paragonato al tempo cosmico, ma quell’attimo bastó e nacquero mondi abitabili solidi rocciosi come la nostra terra. ” La scelta del tempo verbale “bastó” è voluta? Ha un valore aggiunto?

E certo che è voluta, l’universo è disordine, i fenomeni fisici portano ad un costante aumento di entropia, quindi del disordine generale. Ma in qualche punto, localmente, questo processo può invertirsi e costruire invece di distruggere. Noi ne siamo l’esempio.

Silvana Maroni, leggendo il racconto “Fatalità e Supernova ” è sorta spontanea una domanda, credi nel destino o sei atea?

Il destino non è un dio e la religione non c’entra. Le supernove esistono, sono state osservate, e sono distruttive. Nel 1054 ne venne descritta una nella costellazione del Toro dove ancora se ne osservano residui (Nebulosa del Granchio). Quello che cerco di dire è che una radiazione mortale per l’umanità potrebbe essere già partita, essere in viaggio verso di noi e arrivare tra cento anni. Non lo sapremmo mai e non potremmo incolpare nessuno se non il caso o la sfortuna.

Questa non è fantascienza, potrebbe realmente essere così. Sono le leggi fisiche ad ad impedirci di assistere in diretta a ciò che accade nell’Universo. Sempre e solo differita, anche di migliaia di anni. Paradossalmente le stelle che vediamo brillare potrebbero essere già esplose e non esistere più. La luce impiega del tempo per arrivare fino a noi, quindi ciò che osserviamo ogni notte potrebbe essere cambiato.

Anche la luce del Sole impiega 8 minuti per arrivare fino a noi. Se il Sole esplodesse in quest’instante noi vedremmo l’esplosione fra 8 minuti. Il senso finale è quello di cercare di vivere il presente nel miglior modo possibile. Il futuro non esiste ancora e nessuno sa cosa potrebbe riservarci.

Dal tuo libro si avverte la passione che metti in ciò che racconti, Silvana Maroni, ma raccontaci qualcosa di te, sei scrittrice a tempo pieno o ti occupi di altro?

No, non scrivo a tempo pieno! Mi sono trovata a fare l’insegnante per caso e necessità (citiamo anche i classici!) All’inizio mi serviva per arrotondare mentre proseguivo gli studi: volevo laurearmi anche in Astronomia e lavoravo all’Università nel dipartimento di Botanica (Sono laureata in Scienze Naturali). Poi le vicende familiari mi hanno costretta a scegliere un’occupazione stabile, ho intensificato le supplenze e in breve tempo mi sono ritrovata nella scuola vincitrice di un concorso ordinario, anzi di due.

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Silvana Maroni - la copertina del libro con un cielo notturno tutto blu e nero
Fabia Tonazzi
Fabia Tonazzi
Fabia Tonazzi si laurea nel 2011 in “Scienze dell’informazione” presso l’Ateneo Aldo Moro di Bari e da quel momento in poi decide di dedicarsi alla comunicazione e al mondo del social media consapevole del suo amore verso i libri e la scrittura.Dal 2011 in poi cominciano le collaborazioni con varie testate giornalistiche on-line oltre che radiofoniche per alcune emittenti come speaker. Giornalista pubblicista dal 2014 scrive sul suo sito www.passionevera.it intervistando cantanti, scrittori, artisti promuovendo la cultura.