Stevie Wonder: “Hotter than July”. Un’esplorazione musicale dell’anima (soul)

Per la rubrica “33 giri di ricordi”: recensione e retrospettiva dell’album “Hotter than July” di Stevie Wonder del 1980.

La Storia non è solo quella che si studia sui libri di scuola. È storia tutto ciò che ha contribuito al nostro sviluppo sociologico e che ha segnato gli eventi culturali. Ogni contesto storico è stato accompagnato dalla musica, colonna sonora che ha “battuto il tempo” e raccontato in modo indelebile la storia, fissandola a colpi di note nella nostra memoria. Nasce così la rubrica “33 giri di ricordi”, la musica che ha fatto la storia.

1980

A Palermo viene ucciso dalla mafia il Presidente democristiano della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Stava tentando di costituire una giunta con la partecipazione del PCI.  

Esplode lo scandalo delle scommesse nel mondo del calcio. Numerosi calciatori di Serie A e B accusati di truffa per aver truccato le partite accettando denaro. Coinvolti dirigenti e giocatori di squadre tra cui Lazio, Milan, Napoli, Perugia, Bologna e Avellino.

I Carabinieri del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fanno irruzione nel covo brigatista di Via Fracchia, a Genova, su indicazione di Patrizio Peci, primo pentito delle Brigate Rosse. Nel conflitto a fuoco perdono la vita i brigatisti Lorenzo Batassa, Piero Panciarelli e Riccardo Dura.  

Alle 20:45 scompare dai radar, 40 miglia nautiche a nord di Ustica, un DC9 della compagnia Itavia che da Bologna doveva raggiungere Palermo. Nessun superstite tra i 4 membri dell’equipaggio e i 77 passeggeri.

A Lubiana muore il maresciallo Jozip Broz Tito. La sua scomparsa segna l’inizio della disgregazione della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.

L’Inter è Campione d’Italia per la dodicesima volta. Capocannoniere del torneo Roberto Bettega (Juventus) con 16 reti

Toto Cutugno vince la trentesima edizione del Festival di Sanremo con “Solo noi”.

Innervisions

L’artista di Saginaw (Michigan, USA) è unanimemente, e giustamente, considerato uno dei musicisti più innovativi ed influenti della musica contemporanea. Descriverne l’arte, per meglio dire, il genio, in poche righe è davvero difficile.

La “piccola meraviglia”, già “bambino prodigio”, è stata fondamentale per l’evoluzione del soul e del R&B, grazie alle sue geniali contaminazioni con pop, jazz, funk e reggae.  Soprattutto ha contribuito a rinnovare in modo profondo il linguaggio della musica afroamericana, attraverso l’uso dei sintetizzatori, per creare arrangiamenti, contrappunti e melodie che ne hanno fatto icona e innovatore del “Motown sound”. Semplicemente un genio, appunto.

Stevie Wonder è stato anche e soprattutto un artista “impegnato”, che ha utilizzato la sua musica per affrontare temi rilevanti e promuovere messaggi di pace, amore e solidarietà, soprattutto negli anni ’80. Un decennio che portato con sé una ventata di trasformazione culturale, attraverso movimenti per i diritti civili, e una crescente consapevolezza sociale che ha influenzato profondamente la musica pop.

Hotter than July

Hotter than July” ha segnato un capitolo fondamentale nella straordinaria carriera di Stevie Wonder.

L’album presenta una serie di brani che spaziano attraverso una vasta gamma di stili musicali, dimostrandone la versatilità e la genialità, sia come compositore che come interprete.

Il brano di apertura, “Did I Hear You Say You Love Me“, stabilisce immediatamente il tono dell’album con il suo ritmo travolgente e la voce vibrante.

Altro brano degno di nota è “All I Do“, assolutamente “Motown sound”, in un tripudio di fiati e di ritmo, che incarna perfettamente l’essenza dell’anima, “soul” nel senso più azzeccato del termine, dell’autore. La chitarra in stile “Chic” è sicuramente un tributo alla genialità di Nile Rodgers e di Bernie Edwards (ne riparleremo, promesso).

Oltre alla sua ricchezza musicale, il disco si distingue anche per i suoi testi significativi e impegnati. Stevie Wonder affronta infatti una serie di tematiche sociali e politiche, dalla lotta per i diritti civili alla necessità di amore e tolleranza.

Brani come “Happy Birthday“, dedicato alla campagna per rendere il compleanno di Martin Luther King Jr. una festa nazionale negli Stati Uniti, e “Cash in Your Face“, una critica all’avidità e al materialismo, riflettono l’impegno di Wonder verso la giustizia sociale e l’uguaglianza.

Master Blaster (Jammin’)

La canzone più famosa dell’album, costruita su un ritmo reggaeggiante molto marcato, è un inno a Bob Marley, leggenda del reggae. Stevie Wonder si era esibito dal vivo con lo stesso Bob Marley (proponendolo come opening act) durante il suo tour negli Stati Uniti nell’autunno del 1980.

Il testo menziona “children of Jah”, “Marley’s Hot on the box” e la fine della guerra civile e dell’apartheid nello Zimbabwe. La canzone ha un aspetto simile a “Jamming“, dello stesso Bob Marley, dall’album “Exodus” (1977), anche se il ritmo è molto più serrato e martellante, ed infarcito di elettronica. Riparleremo anche del grande Bob (ho fatto il nodo al fazzoletto).

Fiati che si inseriscono qua e là, timidi ma decisi, compaiono e scompaiono tra i ritmi tribali dichiarati, creando un’assonanza armoniosa che fa di questo brano un ensamble di colori musicali che sanno d’Africa, di distese assolate e di danze arcane, accompagnati da un coro perfetto a quattro voci che diventano una sola. La perfezione assoluta.

Un vero e proprio “power hit”, tanto da diventare il modo per descrivere un determinato tipo di ritmo.

Il brano, tra l’altro, contiene la frase “hotter than July” (più caldo che a luglio), che ha dato il titolo all’album.

Songs in the key of life

Anche dopo oltre quattro decenni dalla sua uscita, “Hotter than July” continua a essere ampiamente celebrato e apprezzato. L’album ha lasciato un’impronta indelebile sulla musica popolare, ispirando generazioni di artisti e influenzando numerosi generi musicali. La sua combinazione di melodie coinvolgenti, testi significativi e “good vibes” lo rendono un classico senza tempo, che rappresenta il punto culminante nella straordinaria carriera di Stevie Wonder. Un vero e proprio monumento alla sua genialità musicale.

Con la sua mescolanza di ritmi travolgenti, testi profondi e messaggi potenti, l’album rimane un’icona della musica soul e pop, dimostrando il potere unificante della musica nel trasmettere emozioni e promuovere il cambiamento sociale.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.