Sono linee di orizzonti sognati, conosciuti ma anche immaginati, sono linee che arrivano dall’architettura per finire nelle venature del legno quelle che animano l’arte di Umberto Pettene, equilibri in bilico tra sagome di legno e skyline architettonici. O semplicemente voli di fantasia che si concretizzano in sagome, tavole, modelli, intagli che cedono le nervature alle regole della prospettiva. Una prospettiva sapientemente cercata, ma anche abilmente celata.
Sono viaggi che Pettene percorre facendosi guidare dalle nervature del legno. “Perché è il materiale, tra i tanti altri collaudati, con il quale mi sono trovato istintivamente più in sintonia, questioni di profumi e bellezza naturale delle nervature, sulle quali posso disegnare, modellare, intagliare e spargere colorazioni liberamente, senza troppe delicatezze“, ci spiega.
Volare con la testa tra le nuvole
Osservando le sue opere pare che il legno sia così morbido da sentire sotto le dita la tela delle mongolfiere, mentre si liberano gioiose e festose verso il cielo. Non a caso l’opera porta la scritta Volare con la testa tra le nuvole. Sono le esperienze di una vita che portano Umberto a narrare con colori vivi il mondo che ci circonda, sono impianti visivi molto ben delineati, mongolfiere come sogni che volano, ma la mongolfiera ancora stesa al suolo ci ricorda che per avere la testa tra le nuvole I piedi devono essere sempre ben piantati a terra.


Bassa marea in Arcachon
Umberto Pettene è uno che il legno lo fa parlare. Prendiamo Bassa Marea in Arcachon. Anche qui un viaggio, un luogo lontano, ma Umberto lo fa diventare un luogo dell’anima. Gioca con le nervature del legno con la stessa scioltezza con cui ha giocato per tutta la vita con le linee di architettura. Un lavoro di una vita, quello nello studio di Architettura, che lo ha visto impegnato in importanti progetti e che gli ha trasmesso un importante lascito. Quello per le linee, le prospettive, le sagome.


In questo quadro Pettene mostrando i difetti e le crepe del legno , rende le barche non oggetti morti, ma esseri che vivono e si trasformano insieme al legno stesso. La solitudine di barche in secca, resa viva dalla mutazione del legno.


Stile essenziale e minimalista
Cerco di mantenere uno stile essenziale, minimalista, senza troppi contorni forzati, per dedicare la priorità assoluta al soggetto dell’opera che voglio rappresentare. Così come i pigmenti e gli acrilici di fondo sono divisi in tre quattro settori massimo, a definire la sceneggiatura di fondo finale della tavola. Non prendo in considerazione di aggiungere troppi particolari nell’opera, per una mia scelta di proposta visiva finale. Pochi elementi essenziali e priorità assoluta al soggetto principale.


C’è sempre una differenza di tocco o di bilanciamento nelle sue opere. Sia quando ritrae oggetti, sia quando ci sono esseri viventi, umani o animali. Anzi quando ritrae esseri viventi il tocco diventa piu intenso, il bilanciamento si fa poesia e si sente l’anima trasudare dalle nervature del legno.
Messaggi importanti in un linguaggio semplice
” Vorrei trasmettere un concetto di semplicità e di ironia… se poi riesco a fare sorridere (e sognare) l’osservatore, il mio risultato è perfettamente raggiunto“. Cosi con parole semplici e con figure e immagini in apparenza semplici come le sue parole , Pettene espone ed esprime messaggi importanti.


Come quello dei suoi Pinguini Antartici. Che, come li descrive l’artista sono “ovviamente in prima linea e ormai in assemblea permanente da tempo, molto preoccupati e sconcertati per questa fase sciagurata di autodistruzione del pianeta, intrapreso dall’uomo“. E guardando queste opere che sono state definite un nuovo linguaggio a meetà tra Pop Art e Arte Povera, il messaggio arriva. Si guarda il quadro e si è lì, nella banchina Antartica in mezzo ai pinguini, sulla barca in secca ad Arcachon o fissando lo sky line di Manhattan.
Manhattan


E qui, nel quadro di Manhattan che si vede quanto l’architettura abbia contato nella produzione artistica di Umberto Pettene Ci proietta in un labirinto di passi senza fine, in uno sfondo di strade, quartieri, grattacieli e finestre.
C’è una frase di Le Corbusier che si adatta perfettamente a spiegare questa sensazione.”L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi.. La Costruzione è per tener su: l’Architettura è per commuovere“.
E Pettene racconta luoghi, messaggi e sogni con le linee della geometria prestate dall architettura. ll manufatto diventa la realizzazione del sogno che si fa opera. Legno e architettura in una simbiosi contemporanea.
Non è facile lasciar andare via un opera
Quando inizio un’opera è perché la fotografia finale di massima del quadro ce l’ho già elaborata da tempo nella testa, compreso lo scenario di fondo che gli voglio dedicare. Quindi si può partire, la cosiddetta “lampadina” si è accesa.


” Non è affatto semplice staccarsi da loro, lasciare andare via un’opera – spiega l’artista -.Le mie opere richiedono tanto lavoro. Si parte da una progettazione iniziale, dai provini su carta e disegni su tavola, al taglio degli stessi, alle correzioni e rifinitura dei pezzi, alla colorazione, alla misura finale e taglio della tavola e colorazioni della stessa, concludendo con la dislocazione e assemblatura finale dei soggetti sulla tavola. Stesura del fissativo a protezione di tutta la tavola finita.


Però una vendita è anche il risultato di un grande riconoscimento, di grande gratificazione artistica personale. Due sentimenti contrapposti, con i quali bisogna inevitabilmente convivere e considerare sempre.
Esposizioni
Sono molti i luoghi prestigiosi che hanno ospitato in questi anni l’arte di questo artista di Verona, trapiantato ormai da sempre a Torino: Arte Parma, Padova, Genova, Fermo Attivo, Arsenale Art di Verona, MAG 2019 di Montreux, Paratissima TO, Milano Navigli, Ambulatorio dell’Arte del dott. Ravazzani a Torino. Un’ esposizione anche a Boston, all’Italian Art Gallery, prevista fino a fine 2020, problemi coronavirus permettendo presenti anche in America. Ma anche l’arte riparte e il prossimo appuntamento per Umberto è una personale a settembre presso la galleria del Chiostro di via Po 45 a Torino. Nell’attesa tutti i suoi lavori sono visibili sulla sua pagina Facebook e su Instagram clicca qui per accedere.