La protesta degli artisti: la voce della cultura scende in piazza

La protesta degli artisti #convocatecidalvivo oggi si è fatta sentire in un flash mob che è durato tutto il pomeriggio, nelle piazze principali d’Italia, da nord a sud.

Artisti, siamo nati artisti…ci perdonerai?

Sono loro quelli che ci regalano un cielo di stelle di carta, sono loro che ci fanno ridere, piangere, cantare, ballare… e sono sempre loro che andiamo ad applaudire per liberare il cuore dalle catene della quotidianità. Sono ancora loro, che ci tengono compagnia quando siamo soli, che ci fanno ritornare il sorriso con una battuta, ci rubano una lacrima di commozione recitandoci una poesia e ci emozionano con le loro interpretazioni

Ci accarezziamo i sensi con le loro voci melodiche e melodiose. Sono magici gli artisti, perchè riescono ad animare un pezzo di legno e farlo diventare musica che si perde nell’aria e si ferma nel cuore. Riescono a farci credere alla magia con i loro travestimenti, trucchi e animazioni. Possono far sparire una moneta e farla riapparire dietro un orecchio, ma soprattutto, dal loro cilindro esce sempre una sorpresa per sbalordirci.

La vita di un clown

Le Tendenze hanno scritto un brano, “La vita di un clown” che sembra pennellato per descrivere questa situazione: “Ci sono giorni in cui non piango e non rido, e fondalmentalmente credo di essere impazzito. Ho l’impressione di esser fermo sulla via d’uscita. Vivo al’interno di un programma trasmesso in differita. Poi ci ripenso un istante, quasi quasi sogno in grande chi ero prima lo dimentico (..) Ricomincio con un passo nel mondo, dove i valori si scontrano, non ho paura di cadere in down, sono libero…“. Credo che siano versi applicabili al sentimento comune degli artisti oggi.

Increduli e delusi, amareggiati ma comunque fiduciosi. Anche se le prospettive non sono per niente rosee.

Spettacoli all’aperto, 1000 persone, in luoghi chiusi 200. Ovvero, la morte dello spettacolo. Il rapporto tra costi e biglietto si sbilancia di parecchie centinaia, se non migliaia di euro. Queste le previsioni estive. Quello che non si considera sono tutti quegli eventi che “danno da mangiare” agli artisti e che se non sono fattibili per via del divieto di assembramento e le distanze, non potranno essere occasione di lavoro.

Teatri a parte, pensate alle sagre di paese, alle feste nelle piazze, ai concerti ai centri commerciali, agli spettacoli all’aperto abbinati alle fiere. Oppure le discoteche estive, al mare o in montagna, i piano bar, le esibizioni live nei dehor dei locali nelle località turistiche. E non dimentichiamo i matrimoni, feste assolutamente vietate e di conseguenza, non ci si sposa se non si può ballare, cantare e divertirsi.

Luci del Varietà

Questa è la prospettiva degli artisti. Parliamo di tutte le compagnie teatrali, musicisti, circensi, ballerini, cantanti, attori, figuranti che per tutta la quarantena ci hanno intrattenuto con dirette sui social ed ora sono tra quelli che non possono lavorare.

Ma soprattutto sono quelli che sono rimasti fuori dai decreti dei mesi scorsi. La cultura deve essere considerata come un bene comune di prima necessità. Ma in Italia non è così.

Molti di loro ci hanno intrattenuto per tutta la quarantana con le dirette sui social, ma ora diventa davvero dura. Alcuni continuano a fare le dirette chiedendo un contributo volontario e lo fanno con imbarazzo, perchè è una sorta di umiliazione che pesa sulla loro professionalità

Maria Occhiogrosso, attrice professionista, ci ha aiutato a documentare alcuni momenti della protesta, con contributi fotografici e video.

La protesta degli artisti

Senza contare tutto l’indotto che ruota intorno all’artista stesso. Scrivevo proprio solo qualche giorno fa:” La gente non ha pensato, è che intorno ad un artista ruota tutto un insieme di categorie di lavoratori che guadagnano esattamente come l’operaio o il dipendente d’azienda. Quando si va ad un concerto, non si pensa che per godere di un paio d’ore di musica, paghiamo nel biglietto anche la troupe di montatori, elettricisti, fonici, tecnici del suono, delle luci, costumisti, truccatori, il service (mixer, palco, riflettori luci, microfoni eccetera e, se previste, anche le sedie). A questo si aggiunga, se l’evento si svolge in un locale, tutto il personale addetto”.

Ma l’artista è imprenditore di se stesso e il suo inquadramento è particolare e la piazza oggi lo ha più volte ribadito. La richiesta è di essere ascoltati dal Governo. Chiedono di poter beneficiare anche loro di un reddito straordinario di emergenza. Diversamente gli artisti inizieranno uno stato di agitazione permanente.

Dalla pagina facebook ufficiale di Attrici Attori Uniti

Gepostet von Attrici Attori Uniti am Samstag, 30. Mai 2020

La protesta si è levata dalle piazze principali d’Italia. Ovunque si chiede rispetto e riconoscimento ad una categoria che non è stata inquadrata in nessun ammortizzatore sociale, se non quello del bonus da 600 euro. Un tessuto produttivo del paese che rischia di strapparsi, lacerarsi, di non vestirsi più di quella bandiera universale che è la cultura.

I riflettori oggi pomeriggio si sono accesi su uno scenario desolante. Le piazze d’Italia sono state il palcoscenico grottesco di un’esibizione dolorosa, dove gli artisti, per una volta hanno interpretato amaramente se stessi. L’ennesima protesta contro un sistema che sta facendo acqua da tutte le parti.

Applausi.

Piazza Castello di torino con tutti gli artistimanifestanti
Ringraziamo Maria Occhiogrosso per il prezioso contributo fotografico e video
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”