“Uomo per metà”, ma la cura è solo il suono

Uomo per metà, il nuovo EP di Francesco Setta, prodotto da Max Zanotti

Una penna, pochi anni all’anagrafe e tanto da dire…Quanti sono i ragazzi che trovano nel rap una forma di espressione che li rappresenta. Facile, perchè non serve intonazione, veloce, perchè arriva dalla pancia, alla portata di tutti perchè può essere espressa in strada o nei peggiori bar di …no, non Caracas, ma di qualsiasi città italiana. Quanta voglia di comunicare c’è dietro questo genere, quante cose tenute dentro, si riescono ad esprimere in rime e versi. Non che sia diverso per chi scrive melodie, la motivazione a monte è la stessa, ma il rap appartiene alla strada e a chi la strada la vive, suo malgrado. Sono realtà urbane, sempre più comuni.

E’ il presente che spietatamente non vuole un futuro. Un presente che viene dal passato. Sono gli anni ereditati dall’edonismo reaganiano, quelli che promettevano tanto e hanno dato poco. E quel poco non basta per tutti.

Ma quelli che vogliono un futuro, non li freghi, non li abbagli e non li addormenti. Loro sognano, pensano e parlano. Come la natura, trovano sempre un modo per esprimersi. E’ così che si fa strada l’hip hop, a colpi di sogni rubati, di futuri non dati, a colpi di note e parole e, prima o poi, i lupi della notte diventano uomini, anche se resteranno sempre per metà lupi.

O uomini per metà.

Uomo per metà

E’ un lavoro lungo, si sente, si respira, nel ritmo di una batteria che avanza come un’armata, un passo deciso che non perde il tempo. La voce calma, controllata, taglia come un rasoio. Uomini per metà è un brano che per melodie e sezione ritmica, va in crescendo, ma inevitabilmente (e guai se non fosse così) sfocia in flow che profuma d’asfalto e che non può essere che rappato. Yes!

Il resto dell’album, sono sei tracce di…musica buona, tutta da ascoltare.

Il lupo

Quando ho scelto di scrivere questo articolo potevo tranquillamente copiare il comunicato stampa e darvi la classica biografia e la comunicazione dell’uscita dell’album. Ma ho la convinzione che non vi sarebbe arrivato neanche un decimo di quanto c’è nel lavoro discografico di Francesco Setta.

E, soprattutto, ho la presunzione di affermare che non avreste capito l’evoluzione artistica di Francesco. Un’evoluzione che lo porta dall’ hip hop ad uno style più…”italian”, ma che sempre di cantautorato trattasi. Un giovane lupo, diventato uomo, ma solo per metà, conservando dentro la memoria del suo passato, la solitudine del suo percorso e, come tutti i lupi, un amore per sempre: la musica. E per amore di questa musa, il cambiamento, l’evoluzione, la crescita. Una sfida che richiede davvero tanto e che non tutti riescono ad affrontare e a vincere.

In “Uomo per metà” la ricerca dei suoni e delle liriche è stata davvero meticolosa – racconta Francesco Setta. Mi ha tenuto occupato per più di un anno e mezzo, riaprendo più volte i progetti e stravolgendoli da capo a coda. I testi si riferiscono tutti a mie esperienze personali, e a pensieri che mi pongo spesso nei confronti della società moderna, ma anche allo spirito e ad una ricerca interiore di se stessi. Consiglio un ascolto libero da preconcetti e standard imposti dall’industria musicale. Questo perché “Uomo per metà” è un vero e proprio viaggio alla scoperta del mio mondo, del mio essere. Ascoltando questo disco è come se facessimo una piacevole conversazione tra vecchi e cari amici.

Ora posso presentarvelo.

Francesco Setta

Francesco Setta nasce a Como il 12 febbraio 1992 e fin dalla più tenera età vive immerso nella musica grazie alla passione dei sui genitori. Adolescente, inizia a scrivere i suoi primi testi, valvola di sfogo di un periodo particolarmente difficile. Parole che restano chiuse in un cassetto fino a quando, ventenne, forma il duo rap Calibro VII con l’amico Mirco “Smhate” Mereu. Il progetto registra il disco “Vaso di Pandora”, un album critico nei confronti della società moderna e del consumismo, caratterizzato da sonorità e tematiche tipiche di una certa scena hip hop. Successivamente, il duo decide di evolversi, intraprendendo un nuovo percorso musicale, cambiando il nome in Micro De Rua. Collaborazione che vede il produttore e batterista Ivan Cristallo.

Nel 2017 Francesco decide di intraprendere la carriera solista. Conosce il produttore e musicista Max Zanotti (Deasonika, Casablanca, Rezophonic), con il quale inizia a lavorare al primo disco “Uomo per metà”. A settembre 2018 esce il primo singolo “Musica buona”. Il brano è seguito da “Luci di Natale”, uscito il 25 dicembre 2018, e da “Lune di notte” a marzo 2019. Il 29 luglio 2019 esce il video di “Uomo per metà”. Il 12 novembre 2019 pubblica l’EP “Uomo per metà”.

Il lavoro, composto da sei brani, rappresenta un passaggio di transizione per Francesco, che si sposta dalle precedenti produzioni hip hop a sonorità tipiche del cantautorato italiano, contaminando le canzoni con influenze stilistiche blues, country e rock. Il risultato è uno stile compositivo estremamente personale, impreziosito da testi profondi ed introspettivi e magistralmente cesellato dalla produzione di Max Zanotti.

Francesco Setta mentre suona la chitarra classica seduto, con giubbottonero. Foto in bianco e nero

Credits and production

“Uomo per metà” è stato scritto da Francesco Setta e composto da Max Zanotti (ad esclusione di “Musica buona”, composta con Francesco Setta, e “Luci di Natale”, composta con Daniele Viviani). Registrato e mixato da Max Zanotti al 2000spire Recording Studio di Ronago (Como). Masterizzato da Tancredi Barbuscia al Green River Studio di Cavaria (Varese). Hanno suonato: Francesco Setta (voce), Max Zanotti (chitarre, synth, programmazioni), Mara Sottocornola (cori in “Lune di notte”), Daniel Viviani (chitarra acustica in “Lune di notte”), Kayla Parr (cori in “Musica Buona”).

Da martedì 12 novembre, è disponibile in digital download, in streaming e in formato fisico.

Potete trovare le date dei live, tutte le curiosità e molto altro, sulla sua pagina facebook o su Instagram e, naturalmente, sul suo canale ufficiale youtube

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”