La Garfagnana investe nel digitale: 2,9 milioni di euro dal PNRR per portare servizi innovativi ai cittadini dei piccoli Comuni montani.
Ci sono zone in Italia dove parlare di “transizione digitale” suona quasi paradossale. Nei territori montani manca spesso anche l’essenziale: un segnale telefonico stabile, una connessione internet e, se c’è, che regga, uno sportello bancario per le normali operazioni finanziarie.
Qui non è solo questione di modernizzazione: è un problema di diritti. Senza accesso al digitale, diventa difficile anche solo prenotare una visita medica, pagare una tassa, scaricare un documento. E a tutto questo si somma l’abbandono progressivo di questi luoghi da parte dei residenti, la chiusura delle filiali bancarie, la fatica quotidiana nel gestire anche le operazioni più semplici.
Quando i Comuni sono piccoli, spesso con pochissimi dipendenti, riuscire a seguire le direttive nazionali sulla digitalizzazione diventa una corsa a ostacoli. Eppure, è proprio qui che serve di più.
Per questo i fondi PNRR dedicati alla digitalizzazione non sono solo un’opportunità tecnica: sono uno strumento per colmare un divario, per ridare centralità a territori dimenticati. La Garfagnana è un esempio di come si può trasformare una difficoltà in una strategia. E lo dimostra con numeri, progetti, e un lavoro di squadra che parte dal basso.
Quando il digitale non arriva ovunque
Digitalizzare i servizi pubblici non è solo una questione tecnica: è una sfida sociale, politica, amministrativa. E, nei territori montani o nei piccoli Comuni, è anche una questione di diseguaglianze.
In Italia, molte amministrazioni locali si sono trovate da sole a dover gestire il passaggio a nuovi standard digitali: siti web aggiornati, accesso tramite SPID, pagamenti su IO, banche dati interoperabili, archivi in cloud. Tutto questo richiede competenze, tempo, risorse che non sono sempre disponibili nei Comuni con pochi dipendenti e bilanci ridotti.
La conseguenza? Una distanza crescente tra chi ha servizi pubblici digitali rapidi, e chi ancora si muove con la carta. Per questo i fondi del PNRR – e i voucher pensati per la digitalizzazione dei piccoli Comuni – rappresentano qualcosa di più di un finanziamento: sono una possibilità concreta di rimettere in pari territori che rischiano altrimenti di restare ai margini.
L’esempio Garfagnana: una sfida concreta, non solo tecnica
In Garfagnana, area storico-geografica della provincia di Lucca, in Toscana, grazie ai fondi del PNRR, sono 106 i progetti già messi in campo per portare servizi digitali più semplici, accessibili e coordinati ai cittadini dei 14 Comuni dell’Unione montana della Garfagnana. Il totale? 2,9 milioni di euro arrivati attraverso i voucher del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Dietro quei numeri c’è un lavoro quotidiano, fatto di aggiornamenti dei siti istituzionali, creazione di app, piattaforme da connettere a IO e SPID, integrazione in cloud e sistemi per gestire e unificare i dati tra Enti diversi. E soprattutto c’è l’intenzione di non lasciare indietro nessuno: né Comuni piccoli, né cittadini poco abituati al digitale.
L’innovazione è solo il primo passo
La partita vera non è solo nell’attivare nuovi servizi, ma nel mantenerli nel tempo. Lo afferma chiaramente Raffaella Mariani, Presidente dell’Unione e anche componente della Giunta Uncem, durante l’incontro che si è tenuto a Castelnuovo di Garfagnana, promosso da Uncem con il supporto del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio.
“La Garfagnana con queste risorse ha migliorato i servizi ai cittadini, rafforzato la strategia digitale e anche risparmiato risorse che venivano spese dai Comuni per i sistemi informativi” – ha spiegato – “Ora occorre intervenire sulla durabilità degli interventi, che hanno canoni di gestione che devono essere mantenuti. Ci lavoreremo come Uncem con il Dipartimento.”
Il riferimento è chiaro: serve continuità. Troppo spesso le iniziative digitali si fermano al primo step, restando poi bloccate dalla mancanza di risorse per l’aggiornamento o l’assistenza.
E intanto, il ringraziamento di Mariani va dritto a chi ha reso possibile il risultato: “Voglio ringraziare tutti i Sindaci e tutti i Collaboratori e Dipendenti dell’Unione per il grande lavoro fatto sui voucher per la digitalizzazione, visto lo stato avanzato di spesa confermato nella riunione con il Dipartimento e con Uncem.”
Digitalizzazione e identità territoriale: un binomio possibile
Non è scontato parlare di servizi digitali in territori montani o meno densamente popolati. Ma il rischio di rimanere tagliati fuori può diventare l’occasione per rafforzare le reti, anche quelle tra gli stessi Comuni.
Marco Bussone, Presidente di Uncem, ha dichiarato: “Il lavoro per la digitalizzazione consente di migliorare i servizi ai cittadini. Dobbiamo crederci maggiormente.”
E proprio questo “crederci” è forse il punto centrale. Dietro ogni nuova piattaforma digitale non ci sono solo codici e interfacce, ma un’idea politica di collaborazione tra istituzioni, territori e persone. “Nuovi servizi digitali vuol dire dare forza a un sistema di Comuni che cresce nel lavoro congiunto”, continua Bussone. “Questi voucher ottenuti qui come in altre Unioni consentono di rafforzare le funzioni gestite insieme, dare nuovi servizi ai cittadini, accorciare le distanze, rendere più facile il rapporto con la pubblica amministrazione. Sono anche questi strumenti per stare nel NOI dei Comuni. La Garfagnana apre nuove importanti strade.”
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