Premio Amnesty a Giovanni Segreti Bruno: la vittoria con “Notre Drame”

Giovanni Segreti Bruno, giovane cantautore cosentino che seguo con affetto e convinzione fin dai suoi primi passi, ha conquistato un traguardo straordinario: la vittoria della 28ª edizione del Premio Amnesty International Italia, sezione Emergenti, con il brano “Notre Drame“. Un risultato prestigioso ottenuto durante la finale del festival Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty, che lo consacra definitivamente tra gli artisti più interessanti e significativi della nuova scena musicale italiana.

Il suo brano non ha solo colpito la giuria e il pubblico: ha convinto tutti, aggiudicandosi anche la Targa MEI, suggellando un vero e proprio en plein, dopo aver già vinto, lo scorso marzo, il Premio dei Giovani Amnesty. Questo successo non arriva per caso: è il frutto di una visione artistica coerente, di una scrittura profonda e consapevole, e di un percorso che affonda le radici nell’urgenza di raccontare ciò che conta davvero.

Notre Drame“, è una canzone che va ben oltre i confini del pop o del cantautorato: è un grido di denuncia lucido e poetico, un inno alla consapevolezza e alla responsabilità collettiva. Ogni verso è pensato per colpire, per scuotere, per ricordarci che non possiamo restare indifferenti. “Noi artisti abbiamo un compito importante,” ha dichiarato Giovanni, “usare la voce non solo per cantare ma anche per cambiare le cose”. E in effetti, con questa canzone conferma il suo impegno nel sensibilizzare le nostre coscienze.

Notre Drame

Non è difficile immaginare le motivazioni del premio. Il brano esprime il dramma dell’essere umano in un’unica, potente immagine: una cattedrale che brucia, Notre-Dame di Parigi, simbolo di sacralità e di grandezza spirituale. Non solo un luogo religioso, ma un tempio nato per innalzare lo spirito verso Dio, per celebrare l’infinito nell’umano.

Il titolo Notre Drame, con il suo gioco di parole, trasforma Notre-Dame in il nostro dramma, una tragedia collettiva che coinvolge ognuno di noi. Il cielo in fiamme come una cattedrale è la metafora di un’umanità ferita, che lentamente si allontana dalla propria spiritualità.

I drammi quotidiani, la violenza, l’indifferenza, tracciano una deviazione inesorabile. È il dolore che si consuma in silenzio, invisibile agli occhi di una società assuefatta al rumore della cronaca, della miseria, delle guerre.

E intanto, la disperazione giace silenziosa sui bordi dei marciapiedi, tra i passi frettolosi della gente che ormai non la vede più.

Sul piano musicale, Notre Drame è un viaggio sonoro che accompagna e amplifica l’immagine della cattedrale in fiamme. Le sue armonie cupe e avvolgenti sembrano sorgere dalle viscere di un’umanità smarrita, mentre i suoni si intrecciano come fiamme che lambiscono le guglie. Il ritmo, a tratti sospeso, crea un senso di attesa, come se qualcosa stesse per crollare. Le melodie evocano un dolore antico, ma anche una forma di preghiera silenziosa, un richiamo struggente alla parte più profonda di noi.

Ogni nota sembra farsi eco del nostro dramma collettivo, trasformando la musica in una liturgia profana che parla della fragilità dell’essere umano e della sua urgenza di ritrovare senso, luce, compassione.

Il valore del Premio Amnesty

Il Premio Amnesty è tra i riconoscimenti più prestigiosi in Italia per chi unisce musica e impegno civile. La sua 28ª edizione si è svolta nell’ambito del festival Voci per la libertà, nella splendida cornice di piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo, come evento centrale della Settimana dei diritti umani. Tre giorni di concerti, incontri, mostre e testimonianze dedicati al tema della resistenza e resilienza, con un focus sul diritto alla protesta pacifica e alla libertà d’informazione.

In giuria, nomi di grande rilievo del giornalismo e della critica musicale, tra cui Angela Calvini (Avvenire), Claudio Agostoni (Radio Popolare), Enrico Deregibus, Francesca Corbo (Amnesty International Italia), Giulia Morello e Michele Lionello, quest’ultimo anche direttore artistico della manifestazione. Una commissione che ha saputo riconoscere in Giovanni un talento raro, un artista che ha il coraggio di esporsi, di prendere posizione, e di farlo con la forza della musica.

A condividere il palco con Giovanni nella finale anche altri protagonisti della scena indipendente italiana, che hanno arricchito le serate con esibizioni intense e coinvolgenti: dai giovani talenti come Alysson e Artika, ai nomi noti come Martina Attili, gli Statuto, fino agli ospiti d’eccezione Paolo Jannacci, Marcondiro con Nour Eddine. Un mosaico di voci e stili, uniti dal comune obiettivo di dare voce ai diritti umani attraverso la musica.

Il commento del Direttore Artistico

A confermare il valore e la necessità di questo evento è anche il commento del direttore artistico Michele Lionello, che ha dichiarato: “Siamo felici che anche quest’anno la Settimana sia stata un successo e che la città abbia accolto con entusiasmo e affetto l’impegno che Voci per la libertà mette al servizio dei diritti umani assieme ad Amnesty International Italia. La manifestazione ogni anno diventa purtroppo sempre più necessaria in un tempo segnato da guerre, emergenze ambientali, repressioni delle libertà civili e attacchi all’informazione libera.”

premio amnesty - giovanni segreti bruno riceve il premio

Un artista molto più che emergente

Chi conosce Giovanni Segreti Bruno lo sa: la sua non è una carriera costruita sulla visibilità, ma su un talento autentico, una sensibilità fuori dal comune e un’etica artistica profonda. Attualmente Giovanni è impegnato con Officina Pasolini, continua i suoi studi in conservatorio, ed è già al lavoro sul prossimo disco. Recentemente è stato anche ospite ai “Giochi Antirazzisti” di Riace, aprendo il concerto di Daniele Silvestri: un altro segno di coerenza tra la sua arte e il suo impegno.

Il brano fa parte dell’album Drama King, prodotto da Gianni Testa per Joseba Label. Il progetto Joseba si dimostra sempre più fucina di talenti autentici, capaci di dare nuova linfa al panorama musicale italiano. La firma di Gianni Testa è sinonimo di visione, dedizione e sostegno costante alla libertà espressiva degli artisti.

La vittoria del Premio Amnesty non è solo un riconoscimento, è una consacrazione. Giovanni Segreti Bruno è, senza ombra di dubbio, un artista molto più che emergente. E noi, che lo seguiamo fin dagli inizi, non possiamo che esserne orgogliosi.

Il suo percorso, condiviso e supportato da figure fondamentali come Gianni Testa, il Maestro Enzo Campagnoli, e il progetto Joseba (Label, Publishing, Academy e Studio), dimostra come sia ancora possibile fare musica con verità, con visione e con passione.

E questo premio non è che l’ulteriore passo di un cammino che si preannuncia sempre più luminoso e ricco di successi e riconoscimenti.

Dello stesso artista:

Giovanni Segreti Bruno ridefinisce il cantautorato italiano con “Drama King”

Giovanni Segreti Bruno: “Ti voglio bene” è il nuovo singolo, prodotto da Gianni Testa

“Alexanderplatz”: Giovanni Segreti Bruno reinventa Battiato

“Mistress”: l’estate senza pensieri di Giovanni Segreti Bruno

“La strada di casa”: il lungo viaggio di Giovanni Segreti Bruno

“Nella mia stanza nascono i fiori”: il nuovo EP di Giovanni Segreti Bruno

“Kimono”: il nuovo singolo di Giovanni Segreti Bruno

Potete seguire Giovanni Segreti Bruno su FacebookInstagramTwitter e sul canale YouTube

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
Logo Radio