“La linea retta è quella degli uomini, quella curva è quella di Dio”. Così scriveva Antoni Gaudí i Cornet (Reus, 25 giugno 1852 – Barcellona, 07 giugno 1926). Definito da Le Corbusier come il «plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro». Ben sette delle sue opere figurano dal 1984 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell‘UNESCO. La sua nascita in una casa di campagna e il papà, fabbro di professione, faranno del ferro e delle forme il centro gravitazionale di tutte le sue opere.
“Vedete quest’albergo vicino al mio laboratorio? È lui il mio maestro“, risponderà a chiunque chiedesse da cosa traeva ispirazione per le sue iperboliche architetture. Quasi un infant prodige, entra a soli 27 anni, già affermato architetto, nei circoli culturali di Barcellona. A 31 é architetto capo nel Temple Expiatori de la Sagrada Famìlia. Il 900 si decora delle sue suggestioni.
Parc Guell
Un parco di 15 ettari, 86 colossali colonne, tutto brulica di colori vivi, caverne, cunicoli, rocce, frammenti e forme. Un’opera che crea come un unica armonia tra arte pensata e natura.
Casa Batllò
Una cascata d’acqua verticale, rivestita da un mosaico di paste vitree colorate e dischi di ceramica. Una favola scritta dentro uno spazio urbano. La casa, infatti, racconta della lotta tra San Giorgio, Patrono della Catalogna, e il drago. Il tetto, con un gioco di tegole e colori riproduce la pelle di un drago dalle forme sinuose e la croce sulla sommità sembra conficcarsi nella schiena dell’animale. Una leggenda che Antoni Gaudí racconta tutti i giorni agli abitanti di Barcellona.


Ma cI sono altre interpretazioni di casa Batlló come quella di Salvador Dalí. “Gaudí ha costruito una casa secondo le forme del mare, rappresentando le onde in una giornata calma. Una vera e propria scultura dei riflessi delle nubi crepuscolari nell’acqua dalle quali emergono forme di acqua estesa, forme di acqua che si estendono, forme di acqua stagnante, forme di acqua a specchio e forme di acqua mosse dal vento.”
Casa Milà
Nella struttura di questo edificio non esiste neanche una linea retta. La struttura portante è una maglia di pilastri disposti irregolarmente e senza corrispondenze. Una libertà compositiva estrema in cui le sculture in ferro battuto sembrano essere alghe. Alghe che si arrampicano ovunque sulla superficie di questa roccia apparente.


“Mi hanno chiesto perché ho reso le colonne inclinate. Ecco quello che ho risposto: “Per la stessa ragione per cui il camminatore stanco, quando si ferma, è appoggiato con il bastone inclinato, perché se lo metto su non mi riposo”.
Sagrada Famìlia
Dal 1914 Antoni Gaudí si dà anima e corpo alla Sagrada Familia. Il suo intento è quello di trarre ispirazione e seguire l’andamento delle cattedrali gotiche. Gaudí libera la sua creatività e costruisce portali Art Nouveau e pinnacoli in stile cubista. Il progetto originario prevedeva, in questa foresta di roccia, la rappresentazione di un’intera Cosmogonia.
Tre facciate, dedicate rispettivamente alla Natività, Crocifissione e Resurrezione. 18 torri simbolo dei 12 apostoli, 4 evangelisti, del Cristo e della Vergine. Gaudí, prima della morte riuscì ad ultimare la facciata orientale, la cripta e l’abside.


Si narra che il caniteree della Sagrada Familia sia, ancora oggi, volutamente incompiuto, in quanto la sua finitura determinerebbe la conclusione della storia della Spagna. Tutt’oggi il progetto viene portato avanti con libere donazioni.
7 giugno 1926
Antoni Gaudí muore il 7 giugno del 1926, investito dal primo tram messo in circolazione dalla Municipalità di Barcellona. Che, in seguito, gli tributa l’onore di essere sepolto nella cripta della sua basilica. Con indosso vestiti sporchi e dimessi e senza documenti di identità è, però, in un primo momento scambiato per un barbone.
Ai suoi funerali partecipa una folla immensa che crea una cosa di due chilometri per le strade della sua Barcellona.

