Agli albori del XXI secolo esiste un villaggio situato nello Yunnan, provincia sudoccidentale della Cina ai piedi dell’Himalaya, in cui all’ingresso campeggia una targa scritta in cinese ed in inglese, sulla quale si legge: “Benvenuti nel Paese delle Donne”. Qui abitano i Moso, una delle ultime etnie al mondo in cui sopravvive il culto della Dea, intesa come divinità femminile.
Ed è sopravvissuta agli imperatori del Medio Evo, ed è sopravvissuta al comunismo di Mao Tse Tung. Chissà se sopravviverà al denaro che il turismo sta portando in questo piccolo centro.
La famiglia è impostata in modo matrilineare, alle donne è concesso di avere solo due figli, anche se l’indice di natalità è più basso. Nella Cina di Mao era possibile avere un figlio solo, e nascere femmina era un problema per l’intero nucleo familiare.
Il “matrimonio di visita”
È praticato il “matrimonio di visita”. La notte gli azhu (gli amanti) si recano nelle camere delle giovani del clan, le quali dormono in stanze singole, la stanza dei fiori, e passano lì la notte, andando via all’alba.
Le abitazioni sono fatte con tronchi di legno e la stanza fondamentale è la Meng Low, dove dorme la Matriarca (Dabu) e dove c’è un focolare sempre acceso con sopra una pentola piena di acqua, in modo di avere sempre acqua calda per cucinare, per il tè e da bere, poiché non c’è l’abitudine di bere acqua fredda.
Nel mondo dei Moso
Intorno al focolare gli uomini e le donne siedono separatamente, le donne a sinistra e gli uomini a destra. Qui si tengono anche i riti sacri rigorosamente separati per i due sessi.
Il costume tradizionale dei Moso e composto da giacche di seta rossa o velluto nero, gonne bianche o azzurre che arrivavano fino ai piedi, con lunghe fasce colorate annodate sui fianchi. I capelli vengono raccolti con una corona nera di fili di lana e seta intrecciati, che viene consegnata alle ragazze a tredici anni, quando avviene il passaggio nell’età adulta. Da quel momento dormiranno nella camera dei fiori e potranno ricevere quanti azhu vorranno, poichè non c’è una restrizione sessuale.
La sessualità alle Donne
La sessualità è un piacere che viene vissuto liberamente ma con riservatezza, e consente alle donne di mantenere il controllo sul proprio corpo.
Quando la ragazza deciderà di avviare una relazione stabile, presenterà alla Dubu il suo compagno, il quale continuerà a farle visita ogni notte finché lei vorrà.
L’assenza di matrimonio non ha conseguenze sul nucleo sociale, in quanto i figli sono solo della madre, vivono nella grande case matriarcale. Rispettano come “madrine” tutte le donne del clan che si comportano con loro in maniera amorevole, in quanto vengono considerati la reincarnazione nazione degli antenati.
Un mondo fatto di Rispetto
Non esiste il senso del possesso nel legame uomo donna, tanto meno la gelosia e la violenza domestica. Regnano il rispetto e la tranquillità e la figura paterna è svolta dal fratello della madre.
Luoghi di culto sono il lago sacro Lugu, ovvero lo Xie na mi cioè il Lago Madre ed una nicchia sulla montagna sacra di Shi Zhong Shan, dove domina la Yoni, scolpita nella roccia su una base a forma di fiore di loto: antico e moderno inno all’origine della vita.
Un altro mondo
Ma ovviamente quella è un’eccezione, in quanto secondo ciò che si apprende da Unicef, nel mondo ci sono oltre 700 milioni di donne che si sono sposate in età minorile e che hanno dovuto rinunciare ad avere una crescita normale, fisica e mentale.
Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne; una volta su tre, ovvero in circa cinque milioni di casi, si tratta di una bambina con meno di 15 anni.


Bonus donna
Amnesty International, invece, ci informa che, nella regione settentrionale del Sahel, più della metà delle bambine tra i 15 e i 17 anni risulta già sposata.
A questo si aggiunge la sconvolgente tradizione chiamata “pog-lenga” (bonus donna): una sposa può portare la nipotina con sé, presso la famiglia del marito, per combinare un matrimonio aggiuntivo.
Essere donna


“Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esiste potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza“
— Oriana Fallaci
Benvenuti nel Paese delle donne.