La biblioteca di condominio è un fenomeno che sta diventando virale. E’ un’esperienza unica in Europa ed è completamente made in Italy. Milano fonda la prima biblioteca negli spazi comuni di un edificio condominiale nel 2013 e l’atrio dell’edificio diventa quindi “social”. Uno spazio dove gli inquilini possono conoscersi, incontrarsi e condividere il piacere della lettura. Un punto dove il cittadino è “di casa” e può realizzare esperienze e proposte spontanee e genuine. Essenzialmente un’idea a costo zero che tutti, in ogni casa d’Italia, possono realizzare.
Biblioteca Rembrandt 12 il condominio ad accesso lib(e)ro
La prima biblioteca di condominio in assoluto parte a Milano in via Rembrandt 12. Volete un libro in prestito? Entrate. Queste sono le parole che si leggono all’ingresso dell’edificio. Un luogo in cui la portineria è più social che mai: verso gli inquilini, il quartiere, tutta la città .“L’’idea nasce principalmente dalla volontà di rendere uno spazio in disuso un luogo di socializzazione per le persone del palazzo” . Così raccontava Roberto Chiapella, l’ideatore del progetto, scomparso il 27 marzo scorso e a cui il Comune di Milano, pochi giorni fa, 11 maggio, ha dedicato una targa. Proprio sull’edificio di via Rembrandt.
I primi libri erano stati trovati da Roberto abbandonati in un cassonetto. “Erano testi mistici ancora imballati nel cellophane. Non era la prima volta che mi capitava di vedere libri gettati nella spazzatura ma quel giorno mi è scattata una molla e ho deciso di raccoglierli per farne qualcosa. Vivo in un condominio di circa settecento persone che si conoscono a malapena. Mi è sempre sembrato molto triste che, pur abitando nello stesso palazzo, si avessero rapporti solo con i vicini di pianerottolo e a volte neanche quelli. Così ho chiesto di mettere una libreria in portineria e ho sparso un po’ la voce. Le persone che vengono qui sono persone che hanno difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, vengono qui e ci raccontano la loro storia, spesso storie di disagio, di malessere, di solitudine“. Così Chiapella raccontava, anni fa, in un incontro alla Scuola dei Quartieri di Milano.
Dallo scetticismo a un progetto della città
L’apertura della biblioteca di condominio di via Rembrandt aveva causato uno scetticismo iniziale sul tema della sicurezza. Poi, tra riunioni e assemblee, ovviamente di condominio,i dubbi vengono sciolti. Tutto questo grazie anche alla capacità aggregativa che viene riconosciuta alla biblioteca e al presidio che Roberto e altri inquilini hanno offerto gratuitamente tutti i pomeriggi. Buona fede è la parola d’ordine per la biblioteca di condominio. Sia per garantire la sicurezza, sia per il rientro dei libri lasciati in prestito.
Sono questi i presupposti che portano a ritenere strategico ed anche doveroso, per la direzione del Sistema Bibliotecario di Milano, dare grande attenzione a questo fenomeno sociale. E’ così che nell’ottobre 2014 l’Assessorato alla cultura e la direzione delle biblioteche comunali di Milano invitano la città ad un incontro pubblico intitolato La Biblioteca fatta in casa per promuovere e diffondere questa buona pratica.


La biblioteca di condominio entra in profondità nel tessuto sociale
Anima comunale del progetto è Enrica Borsari, bibliotecaria fin dagli anni 80. Dal 2014 lavora nell’ ufficio Innovazione e sviluppo di Sistema Bibliotecario Milano occupandosi di tessere collegamenti tra le biblioteche e l’anima sociale della città. È lei che si occupa di animare, collegare e tenere vive le biblioteche di condominio e le altre realtà di biblioteca di vicinato cittadine. “È una sorta di specchio – dichiara -. Attraverso le forme che si creano, possiamo vedere come i nostri cittadini ci interpretano, quale biblioteca hanno in mente, come la farebbero loro“.
“È il 2013 quando apre in città la prima biblioteca di condominio e da subito riceve l’attenzione e il sostegno del nostro Sistema bibliotecario – dichiarano dalla direzione dello stesso -, che vede in questa esperienza l’espressione della passione dei cittadini per la lettura e un’importante opportunità di dialogo con la città. È così che il libro diventa occasione di relazione e conoscenza in luoghi periferici, apparentemente invisibili, ma che sanno entrare in profondità nel tessuto sociale dei nostri quartieri. Oggi le biblioteche di condominio sono venti. Promuovere e diffondere questa buona pratica, sostenendo e coordinando la rete delle biblioteche di condominio e di prossimità, è ritenuto dal Sistema Bibliotecario di Milano un compito e un’opportunità straordinaria”.
Per ora le biblioteche di condominio sono una realtà tipicamente milanese. Potrebbero diventare un progetto valido per tutte le città d’Italia. Libri case e cittadini non mancano.