Black Friday o Sindrome da Shopping?

Il Black Friday è ovunque e Natale si avvicina, Ma avete davvero bisogno di tutto ciò che è in offerta o state manifestando una sindrome da shopping?

Ah, questa America…abbiamo importato tutto dalla terra dei sogni.

Black Friday

Quanti di voi sanno qual è l’origine del Black Friday? Il significato della parola è facile “venerdì nero”, e va bene. Ma forse non tutti sanno che, negli Stati Uniti, è il giorno dopo il Thanksgiving, il giorno del Ringraziamento. Non è propriamente una festività ufficiale ma, visto che il Thanksgiving cade nel quarto giovedì di novembre, le scuole e molte aziende fanno il ponte fino al weekend successivo. E si arriva al mese di Dicembre, quindi, il Black Friday segna l’inizio della stagione dello shopping natalizio.

La scritta nera Black Friday con intorno tanti quadrati rossi con su scritto offerta, sale e una donna con le braccia rivolte al cielo, sorridente

Un pò di Storia

Ma facciamo un piccolo passo indietro. 1945. L’Europa esce da un conflitto mondiale, con un’economia in ginocchio. I paesi della parte occidentale aderiscono al piano Marshall, un programma di aiuti economici che prevede, di fatto, un legame a doppio filo con l’America. Sfruttando la nostra disperata condizione di necessità, si instaura una relazione che ci rende totalmente dipendenti dal Nuovo continente, una sorta di matrimonio, finchè morte non ci separi.

Politica e finanza saranno per sempre condotte sul modello americano. Ma con il piano Marshall, l’America esporta non solo una guida politica, economica, ma in maniera sottile, abilmente imposto, anche il suo tipico “way of life”, il suo stile di vita. Ovunque si comincia a bere Coca Cola, sputano Mc Donald’s come funghi e i primi centri commerciali spazzano via le botteghe degli artigiani.

Arriva persino Halloween, che con noi, c’entra come il ketchup sugli spaghetti.

Un irreversibile processo di trasformazione culturale che arriva fino al Black Friday.

Quanto dura il Black Friday?

In teoria, il Black Friday dovrebbe durare un giorno solo, quella del quarto venerdì di novembre, ma sempre più spesso, le aziende iniziano a partire da lontano, proponendo promozioni e sconti molti giorni prima. Per cui, nella settimana che finisce con il Black Friday, si può approfittare di offerte e sconti su diverse tipologie di merci. Una curiosità: il lunedì successivo è il cosiddetto Cyber Monday, la giornata riservata alle offerte hi tech. Ideale per smaltire le scorte di smartphone, pc e quant’altro.

Una trappola economica che può sembrare interessante e divertente, ma che in realtà può celare inganni, frodi. Basti pensare che non stiamo risparmiando il 40% su qualcosa, ma stiamo spendendo il 60%! I danni del Black Friday però posso essere ben più importanti, se considerati da un punto di vista sociologico e psicologico. Questa “tradizione” può addirittura essere complice di problemi ben più seri, come la sindrome da acquisto.

…E adesso la pubblicità

Viviamo una società che incoraggia fortemente, attraverso i media che, in continuazione, propinano pubblicità. Le tecniche di persuasione sono sempre più raffinate.

La pubblicità è l’arma più potente dell’imprenditore. Un buon marketing vale più di qualsiasi cosa, e fa vendere anche il prodotto più inutile o più scandente. Gioca sulla psicologia del consumatore e ne individua le caratteristiche. E’ così che si instaurano i comportamenti d’acquisto che fanno nascere la convinzione del bisogno o del vantaggio dell’acquisto di un prodotto. Ecco che ci convinciamo di aver fatto un affare o addirittura di essere entrati in possesso di qualcosa in grado di risolvere i nostri problemi personali e le nostre insicurezze.

Acquistare è un diffuso atteggiamento consumistico proprio della nostra società moderna, e, per alcuni, diventa una dipendenza.

La dipendenza dagli acquisti, detta anche shopping compulsivo, è un disturbo psicologico e comportamentale. E’ molto più diffuso di quanto pensiamo e si manifesta con improvvisi e continuativi bisogni irrefrenabili di acquisto.

Una donna vestita di bianco sta scegliendo delle scarpe in offerta black friday su uno scaffale di un negozio

Chi è affetto da sindrome di Shopping?

I sondaggi rivelano che il 90% dei soggetti sono donne appartenenti a una fascia sociale media, età media 40 anni. Cosa comprano? Scarpe, borse, cosmetici, gioielli, ma soprattutto, vestiti. Non importa se l’armadio straripa. Quel maglioncino rosa non si può proprio lasciare sulla bancarella.

E gli uomini? Loro sono più raffinati. A parte una percentuale dedita anch’essa all’abbigliamento, la maggior parte ha proprio bisogno di un orologio nuovo, ma anche telefonini, computer e diavolerie tecnologiche e, i più arditi, auto e moto.

Tradotto in psicologia, le donne acquistano oggetti che richiamano l’immagine, gli uomini, quelli che rappresentano il potere e il prestigio.

Una scatola piena di orologi costosi e una mano che ne ripone uno

Come si riconosce la dipendenza da shopping?

La sindrome da shopping ha delle caratteristiche tipiche. Per esempio, gli acquisti si ripetono più volte in una settimana, si spende più di quanto ci permetta la nostra possibilità economica. Ciò che acquistiamo non rappresenta una nostra reale necessità: che siano vestiti, profumi, cibo o oggetti vari, l’importante è acquistare.

 Un altro segnale importante arriva quando, nell’impossibilità di fare shopping proviamo ansia o frustrazione. La sindrome da shopping cela sentimenti da non sottovalutare. Senso di vuoto, tristezza, depressione, ma soprattutto, bassa autostima

Shopping Compulsivo e autostima

Nel 1992, studiosi come Thomas O’Guinn, hanno analizzato il rapporto tra autostima e Shopping Compulsivo. I loro studi hanno riscontrato che le persone che manifestano la sindrome da shopping hanno una autostima più bassa rispetto agli altri.

Inoltre, risulta che questa sindrome ha alcune caratteristiche in comune con il Disturbo del Controllo degli Impulsi. Entrambi evidenziano l’ incapacità o la difficoltà a dilazionare il comportamento, la scarsa tolleranza alla frustrazione, e la gratificazione, seguita spesso dal pentimento e dal senso di colpa.

Il passo successivo per riconoscere la sindrome da shopping è la noia. Infatti, l’oggetto del desiderio, di cui non si poteva assolutamente fare senza, una volta ottenuto, perde in fretta il suo fascino e, il più delle volte, finisce in un cassetto pressoché inutilizzato, o regalato ad altri.

Perché? Un paio di motivazioni, sono semplici. L’acquisto calma la tensione, ma a volte crea un sentimento di vergogna e di colpa, perciò, come i bambini, tendiamo a nascondere la “malefatta”.

Let’s go Shopping!

Premesso che non era mia intenzione spaventarvi, ma riflettere insieme su questa isteria da Black Friday, mi auguro, almeno, che ora procediate ai vostri acquisti con qualche attenzione in più.

Per chi, invece, si fosse riconosciuto in qualche atteggiamento da sindrome da shopping, gli esperti suggeriscono una terapia efficace.

Avere un crescente ma graduale controllo dei propri impulsi, scegliendo una nuova modalità di fare compere, ad esempio, fatevi accompagnare da qualcuno un pò più …”braccino corto”, prendere coscienza della vostra capacità economica e limitare il budget di acquisti. Ma soprattutto, provate l’ebrezza di uscire per negozi, dopo aver guardato ogni articolo,senza acquistare nulla. Non so come starà la vostra autostima, dopo, ma sicuramente avrete il portafoglio meno leggero.

una tasca di un jeans dalla quale spuntano una carta di credito e dei soldi sindrome da shopping
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”