Calendula: la pianta antinfiammatoria utile in caso di colite

Lo sapevi che la calendula è una pianta che possiede azione antibatterica e antinfiammatoria? Viene, infatti, utilizzata in caso di colite e dolori mestruali.

Ma scopriamo insieme tutte le sue proprietà benefiche e come usarla nella nostra quotidianità.

“L’oro di Maria”

La calendula è nota come “l’oro di Maria“. Questo nome particolare nasce da una proprietà molto particolare che evidenzia un legame con il corpo femminile. L’infuso è in grado di alleviare i dolori mestruali. Inoltre, la tintura madre o il macerato, sono consigliate in caso di mestruazioni scarse e abbondanti.

La calendula è nota, soprattutto per la sua proprietà antinfiammatoria. Grazie alla presenza delle mucillagini, agisce sulle mucose irritate e viene , quindi, consigliata l’assunzione in caso di colite, gastrite e ulcere. Questa proprietà, però, viene sfruttata anche ad uso esterno. Preparati erboristici come creme ed unguenti si utilizzano in caso di ferite, cicatrici, scottature e irritazione della pelle andando a rinfrescare e lenire le zone interessate.

Calendula: rimedi naturali e giusti dosaggi

Come abbiamo precedentemente visto, la calendula trova l’arco impiego per applicazioni cutanee ed uso interno.

Uso interno. In caso di spasmi addominali, dolori mestruali e infiammazioni del sistema gastro-intestinale, è possibile preparare un infuso. Basta versare un cucchiaio di fiori di calendula in una tazza di acqua bollente e lasciare in infusione per dieci minuti. Trascorso il tempo filtrare la preparazione per eliminare i fiori e consumarlo caldo. In caso non si voglia preparare l’infuso è possibile acquistare, in erboristeria, la tintura madre di calendula e diluire 30-40 gocce all’interno di un bicchiere d’acqua. La tintura madre, inoltre, è un integratore naturale di Vitamina A.

Uso interno. Utilizzando i fiori secchi è possibile preparare un olio da poter utilizzare sul corpo. Occorrono 100 gr di fiori di calendula secchi posti all’interno di un barattolo e coprirli, successivamente, con mezzo litro di olio di mandorle dolci. Lasciare macerare per un mese, ricordandosi di scuotere il barattolo almeno una volta al giorno. Dopo di che basterà filtrare, con una garza, l’olio all’interno di una bottiglia di vetro scuro e conservarla in un luogo lontano da fonti di calore.

Parabita e Minervino di Lecce, Lecce.
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.